La Russia ha pagato una parte del suo debito in rubli
A causa delle restrizioni imposte dagli Stati Uniti, anche se avrebbe dovuto farlo in dollari: ora rischia un default “tecnico”
Il ministero delle Finanze russo ha annunciato mercoledì di aver pagato in rubli una parte del debito pubblico, circa 650 milioni di dollari. Si parla di interessi e di altre scadenze che erano denominati in dollari e che dunque, secondo i contratti, avrebbero dovuto essere ripagati in dollari. La Russia tuttavia non ha potuto pagare in dollari perché, con una decisione presa lunedì, l’amministrazione americana glielo ha impedito.
Lunedì il dipartimento del Tesoro americano aveva bloccato la possibilità per la Russia di accedere alle proprie riserve in dollari detenute nelle banche americane anche per pagare il proprio debito. Le riserve erano state già bloccate all’inizio dell’invasione dell’Ucraina, ma era stata fatta un’eccezione per i pagamenti del debito. Quest’eccezione è stata rimossa all’inizio della settimana.
Mercoledì, dunque, il governo russo ha chiesto a una delle banche americane presso cui detiene riserve in dollari, JPMorgan Chase, di effettuare il pagamento dei 650 milioni di debito. Ma JPMorgan, dopo aver consultato il governo americano, si è rifiutata di fare la transazione. A quel punto, la Russia è stata costretta a usare una banca locale (e i rubli) per il pagamento.
La Russia ha un “periodo di grazia” di 30 giorni per sistemare le cose, e trovare i dollari per pagare il suo debito nella valuta corretta: in caso contrario, secondo varie agenzie di rating, pagare il proprio debito in valuta diversa da quella prevista dai contratti può costituire default, cioè può essere paragonato a non pagare. Si parlerebbe di un “default tecnico”, perché la Russia avrebbe i soldi per pagare, che però sono bloccati a causa delle sanzioni.
Il ministero del Tesoro russo, comunque, ha fatto sapere che considera i suoi obblighi rispettati «pienamente», benché il pagamento sia avvenuto in valuta diversa. Non è ancora chiaro cosa decideranno di fare in proposito i governi europei, anche riguardo ad altre scadenze sul debito che arriveranno nelle prossime settimane.
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