Perché in Ucraina sono stati uccisi così tanti generali russi
Almeno sette dall'inizio dell'invasione, dicono gli ucraini: c'entra tra le altre cose la particolare struttura dell'esercito russo
A fine marzo l’esercito ucraino ha annunciato di aver ucciso vicino a Kherson il generale russo Yakov Rezantsev, il settimo da quando è iniziata la guerra in Ucraina. La notizia non ha ancora ricevuto conferme indipendenti, ma diversi osservatori sostengono che il numero dei generali russi uccisi in Ucraina sia «incredibile» e con precedenti rintracciabili solo nella Seconda guerra mondiale. È una cosa che ha creato numerosi problemi alla Russia e alla sua capacità di prendere decisioni militari efficaci, ed è spiegabile con ragioni legate alla struttura dell’esercito russo (per esempio alla mancanza di figure di rango inferiore in grado di guidare da vicino i soldati) e alla scarsa sicurezza delle comunicazioni usate dai russi in Ucraina, tema molto dibattuto nelle ultime settimane.
In un esercito, di solito, i generali sono il grado più alto della gerarchia militare: in estrema sintesi, il loro compito è dirigere le formazioni e divisioni più estese dell’esercito. I generali ne coordinano le azioni e orientano la strategia, più che partecipare fisicamente alle operazioni. Per questo è meno frequente che siano sul campo di battaglia, dove a guidare i soldati vanno ufficiali di grado inferiore come i colonnelli, e quindi che muoiano nei combattimenti.
In una guerra, uccidere i generali dell’esercito nemico dà diversi vantaggi. Permette di “decapitare” momentaneamente l’avversario e di provocare uno stallo nella sua offensiva: se il generale viene ucciso va rimpiazzato, e nel frattempo i soldati restano senza la loro guida più importante. Oleksiy Arestovych, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha detto al Washington Post che l’esercito ucraino ha preso di mira le cariche più alte dell’esercito russo proprio con quest’obiettivo, riuscendo a guadagnare fino a cinque giorni di inazione dell’esercito nemico.
Uccidere i generali ha anche effetti nell’abbattere il morale dei soldati, e dà maggiore visibilità ai propri successi militari (banalmente perché diventa una notizia, e anche la stampa ne parla, facendo da cassa di risonanza).
A causa della mancanza di conferme indipendenti, è difficile sapere esattamente quanti siano i generali russi uccisi: alcuni funzionari occidentali hanno confermato i sette annunciati dall’esercito ucraino, altri dicono che ne sono stati uccisi «almeno cinque». La Russia dice invece di averne perso solo uno.
Potrebbero sembrare numeri contenuti, se confrontati con le migliaia di soldati uccisi, ma non lo sono affatto. Per farsi un’idea, gli Stati Uniti arrivarono a perdere 9 generali nell’arco di 20 anni di guerra in Vietnam, e uno solo nel corso di entrambe le invasioni e successive guerre in Iraq e Afghanistan. I generali uccisi in Ucraina sono tanti anche per l’esercito russo: l’ultima volta che la Russia arrivò a perdere una media di sei generali al mese, un numero comparabile a quello di oggi, fu durante la Seconda guerra mondiale, secondo uno studio citato dall’Economist.
I motivi dell’uccisione di tutti questi generali sembrano essere principalmente tre.
Le pessime prestazioni dell’esercito russo – tra perdite, errori sul campo e incapacità – hanno portato la Russia a preferire un diretto coinvolgimento dei generali sul campo, nel tentativo di migliorare le cose dirigendo i soldati più direttamente e da vicino. È probabile che la loro presenza servisse anche a sollevare il basso morale dei soldati russi, soprattutto i più inesperti, come i coscritti.
Normalmente negli eserciti occidentali molti compiti sul campo vengono svolti da sottufficiali, figure di rango inferiore, intermedie tra i soldati sul campo e gli ufficiali: la NATO considera queste figure «spine dorsali» di un esercito. Nell’esercito russo, tradizionalmente e strutturalmente gerarchico, verticale e con molti più ufficiali di alto rango rispetto a tanti eserciti occidentali, figure di questo tipo sono molto meno presenti. Sul campo, quindi, sono andati in alcuni casi direttamente i generali, esponendosi a maggiori rischi.
A tutto questo si è aggiunta la mancanza di linee sicure di comunicazione dell’esercito russo. Le analisi fatte in queste settimane – tra cui una del Royal United Services Institute (Rusi, il think tank militare più antico del Regno Unito) – hanno mostrato come i soldati russi abbiano comunicato tra loro su frequenze radio non criptate e usando i telefonini, quindi sistemi molto facilmente intercettabili. Questo ha permesso a cecchini e soldati ucraini di prevedere le mosse, gli spostamenti e le posizioni dei nemici, generali compresi, riuscendo a localizzarli e colpirli con più facilità.
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