Ricordi di Ciociaria
Francesco Coccoli è tornato nel suo luogo d'infanzia dopo più di vent'anni, per rimettere a fuoco i ricordi e parlare di identità e appartenenza con la fotografia
La Ciociaria è una regione non ben definita del Lazio meridionale: non ha contorni precisi, ma si può far corrispondere in qualche misura a una parte della provincia di Frosinone. Il suo nome deriva dalle “ciocie“, un tipo di calzature indossate soprattutto dai pastori. Nel suo progetto L’Oasi il fotografo Francesco Coccoli è tornato in Ciociaria per visitare dopo più di vent’anni d’assenza uno dei luoghi della sua infanzia, rimettere a fuoco i ricordi ed esplorare i concetti di identità e appartenenza.
Coccoli ha spiegato che quando era piccolo passava le estati con i fratelli e i cugini ad Arce, un paese di meno di 6mila abitanti che si affaccia sulla via Casilina, e nella casa di campagna del nonno nel comune di Roccasecca (a un quarto d’ora di distanza). Dopo un periodo passato a lavorare all’estero, tra settembre e ottobre del 2021 Coccoli ha scelto di tornare nella zona per la prima volta dopo più di vent’anni, per mettere alla prova i suoi ricordi ed esplorare i concetti di identità e appartenenza a un luogo tramite la fotografia. Ha passato più di un mese nei dintorni, realizzando fotografie in vari formati: con una macchina fotografica digitale, una analogica e una istantanea. Cercando, ha spiegato, di “tradurre in immagini il continuo rincorrersi di passato e presente”.
Per completare il progetto è andato alla ricerca di materiale nei mercatini, ha scansionato foto di suo nonno degli anni Cinquanta ritrovate negli album di famiglia e ha poi messo tutto insieme, con il progetto di pubblicarne un libro. Il risultato sono foto delle valli nella nebbia, fabbriche dismesse, cimiteri e strade, polaroid, foto recuperate e cartoline, ma anche le persone che ha incontrato, come «Americo, un ex finanziere di 85 anni che ogni mattina si sveglia presto per andare a lavorare la terra intorno alla sua casa d’infanzia, di cui rimane solo un rudere, o Maria, anche lei più di ottant’anni, che continua a lavorare nell’uliveto intorno alla casa in cui è nata».
Francesco Coccoli è nato a Roma nel 1990, e ora vive e lavora a Londra. Dal 2014 ha cominciato a lavorare come cartografo per alcune organizzazioni umanitarie in Africa e in Medio Oriente. All’inizio del 2018 si è trasferito nel nord-est della Siria, dove ha trascorso i successivi due anni lavorando per un’organizzazione di sminamento: ha raccolto le foto di quel periodo nel libro fotografico Across the Tigris, autopubblicato nel 2020. I suoi lavori sono per lo più progetti documentaristici che esaminano la relazione tra luoghi, identità e appartenenza: si possono seguire sul suo sito, o sulla sua pagina Instagram.