La Russia ha bombardato le zone dove avrebbe dovuto ridurre le attività militari
Sia a Chernihiv che intorno a Kiev gli attacchi russi sono continuati, e intanto le aspettative sui negoziati diminuiscono
Martedì pomeriggio il vice ministro della Difesa russo, Alexander Fomin, aveva detto che la Russia voleva ridurre «drasticamente» le attività militari nelle zone di Kiev e di Chernihiv, nel nord dell’Ucraina. Eppure tra la notte di martedì e la mattina di mercoledì diverse città ucraine sono state bombardate, e in particolare proprio Chernihiv: il sindaco della città ha detto di non credere ai russi perché «abbiamo già visto che non c’è una sola volta in cui il loro esercito abbia mantenuto la parola». Le forze russe hanno bombardato anche Lysychansk (nel Donbass), la periferia di Kiev e Kharkiv.
Le affermazioni di Fomin erano comunque state accolte con molto scetticismo sia dagli analisti, che avevano osservato come in quelle zone l’esercito russo fosse in difficoltà e stesse già perdendo terreno, sia dai leader ucraini e occidentali: il presidente statunitense Joe Biden aveva detto di voler «vedere quali saranno le azioni concrete», mentre il segretario di Stato Antony Blinken aveva precisato che lo spostamento delle truppe russe era un «riposizionamento, non un ritiro». Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si era mostrato poco fiducioso: «Gli ucraini non sono ingenui. Hanno imparato la lezione in questi 34 giorni di invasione e in otto anni di guerra nel Donbass: possiamo fidarci solo di un risultato concreto».