La legge americana sul linciaggio
Lo riconosce esplicitamente come reato a livello federale, dopo decenni di sforzi da parte delle associazioni per i diritti civili
Martedì il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato una legge definita “storica” da giornali e attivisti che criminalizza esplicitamente la pratica del linciaggio e lo indica come un crimine d’odio a livello federale, cioè in tutti gli stati del paese. È una legge dall’importante valore simbolico, perché arriva dopo un secolo di sforzi da parte delle organizzazioni per i diritti civili statunitensi affinché il Congresso prevedesse un reato specifico per una forma di violenza che ha segnato la storia del razzismo bianco nei confronti dei neri nel paese.
La legge, concretamente, istituisce una nuova tipologia di reato che si inserisce in quelli motivati dall’odio razziale, e che si configura quando c’è una «cospirazione» per uccidere o ferire gravemente la persona aggredita. È stata approvata all’unanimità in Senato e prevede che possa essere punita con pene fino a 30 anni. È stata chiamata “Emmett Till Anti-lynching Act” e prende il suo nome da Emmett Till, un ragazzo afroamericano di 14 anni che nel 1955 fu torturato e ucciso brutalmente da due uomini bianchi nel Mississippi.
Le associazioni per i diritti civili negli Stati Uniti, come la National Association for the Advancement of Colored People (NAACP), descrivono il linciaggio come una forma di «violenza pubblica con cui le persone bianche intendevano terrorizzare e controllare quelle nere» tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, in particolare nel sud degli Stati Uniti. Solitamente le persone afroamericane venivano rapite, torturate e mutilate, ma spesso venivano anche uccise, decapitate e appese agli alberi, oppure bruciate solo per il fatto di essere nere.
Si stima che tra il 1877 e il 1950 negli Stati Uniti siano state linciate più di 4.400 persone afroamericane, molto spesso senza alcuna conseguenza per le persone bianche che le avevano torturate e uccise.
Martedì, dopo aver firmato la legge, Biden ha detto che finora nessuna legislazione federale puniva esplicitamente il linciaggio, che ha definito come una forma di «puro terrore» che veniva adottata «sistematicamente» contro «uomini, donne e bambini innocenti» e «rafforzava l’idea che non tutti facessero parte degli Stati Uniti e non tutti fossero stati creati uguali».
Il Congresso degli Stati Uniti cominciò a valutare una legislazione che punisse il linciaggio nel 1900, più di 120 anni fa, ma per decenni le discussioni per approvare una legge federale che riconoscesse le violenze e le atrocità commesse nei confronti degli afroamericani continuarono a essere bloccate o rimandate. In più di cento anni di sforzi, dibattiti e lotte per i diritti civili ci sono voluti oltre 200 tentativi per far passare una legge che riconoscesse il linciaggio come crimine d’odio a livello federale. Nel 2005 il Senato degli Stati Uniti si scusò formalmente per non aver ancora trovato un accordo.
Biden ha osservato che l’odio razziale non è un problema del passato, ma persiste ancora oggi. Alludendo al movimento Black Lives Matter, che negli ultimi anni si è battuto contro le violenze ingiustificate nei confronti delle persone afroamericane, Biden ha ricordato che «l’odio non sparisce mai. Si nasconde e basta», ma si è augurato che la nuova legge possa aiutare a combattere il razzismo nel paese.
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