• Italia
  • Mercoledì 30 marzo 2022

L’omicidio di Carol Maltesi

Cosa sappiamo della cruenta vicenda della giovane donna uccisa nel milanese da un vicino di casa, che poi aveva conservato per settimane il corpo

I Carabinieri mentre pongono i sigilli all'appartamento di Carol Maltesi a Rescaldina, in provincia di Milano 
(ANSA / MATTEO BAZZI)
I Carabinieri mentre pongono i sigilli all'appartamento di Carol Maltesi a Rescaldina, in provincia di Milano (ANSA / MATTEO BAZZI)

In questi giorni un violento femminicidio avvenuto in provincia di Milano è al centro delle pagine di cronaca nera dei giornali: è quello di Carol Maltesi, una donna 26enne che viveva a Rescaldina, vicino a Legnano, per cui ha confessato un suo vicino di casa di nome Davide Fontana, che aveva avuto con lei una relazione in passato. L’indagine sull’omicidio era iniziata il 20 marzo, quando presumibilmente Maltesi era già morta da più di due mesi. Quella domenica mattina un uomo che stava camminando lungo una strada in un bosco vicino a Borno, in Val Camonica, aveva trovato quattro sacchi neri lasciati vicini a un dirupo. Per capire che cosa contenessero, ne aveva spostato uno e aveva intravisto la mano di una donna. Aprendo i sacchi, i carabinieri avevano trovato i resti, sezionati in 15 parti, del corpo di una giovane donna.

I resti erano stati portati all’istituto di medicina legale di Brescia ma l’identificazione era risultata particolarmente difficile: la donna aveva ricevuto molti colpi al volto che l’avevano sfigurata. È stato per questo che gli investigatori e gli inquirenti di Brescia avevano deciso di diffondere la descrizione di una parte degli undici tatuaggi che la donna aveva sul corpo. Alcuni di questi, tra l’altro, erano stati tagliati e scorticati nel tentativo di asportarli.

La descrizione dei tatuaggi aveva spinto alcuni lettori del sito Bsnews a contattare il giornalista che si stava occupando della notizia e a segnalare che corrispondevano a quelli di una attrice porno conosciuta con il nome d’arte di Charlotte Angie. I giornalisti del sito avevano cercato in rete le immagini dell’attrice scoprendo che in effetti i tatuaggi corrispondevano a quelli descritti dall’informativa degli investigatori. Inoltre, le pagine social della donna non erano aggiornate dai primi di gennaio.

Ai messaggi mandati su WhatsApp al numero della donna dai cronisti del sito erano comunque arrivate risposte. Il giornalista si era qualificato e la risposta era stata: «Non ho tempo adesso per i giornalisti e per spiegare perché ho lasciato il porno». Quando poi il cronista di Bsnews aveva spiegato il motivo dei messaggi, e cioè indagare sulla presunta corrispondenza dei tatuaggi, la risposta era stata: «Ah, ho capito. Mi hanno già detto di quella ragazza». E ancora: «Io sto bene fortunatamente». A rispondere ai messaggi, si è scoperto dopo, era Fontana che stava usando il telefono di Maltesi.

Bsnews aveva messo la chat con la presunta Charlotte Angie a disposizione dei carabinieri, che non ci avevano messo molto a scoprire che il nome di Charlotte Angie era Carol Maltesi, 26 anni, italo-olandese, madre di un bambino di sei anni che vive con il padre. La donna aveva lavorato in un negozio all’aeroporto di Malpensa e poi in un centro commerciale di Rescaldina, vicino a Legnano, in provincia di Milano, dove abitava da meno di un anno. Da meno di un anno aveva anche iniziato a lavorare nel cinema erotico, a cui si era avvicinata all’inizio pubblicando dei video sul sito Onlyfans.

Nei video di Maltesi compariva spesso un uomo, che poi i carabinieri hanno identificato come Davide Fontana, vicino di casa ed ex compagno della donna per un breve periodo. Fontana è un bancario che lavora a Milano ma, dall’inizio della pandemia, è in smart working e quindi passava la maggior parte del tempo a casa. Con Maltesi aveva avuto una breve relazione, poi i due erano rimasti apparentemente in buoni rapporti, tanto che lei era andata a vivere nella stessa casa di Rescaldina. Era Fontana a girare i video pubblicati online da Maltesi.

Due giorni fa, apparentemente convinto da una vicina di casa, Fontana è andato dai carabinieri di Rescaldina per denunciare la scomparsa di Maltesi che, ha spiegato, non vedeva da tempo. La sua dichiarazione, a quanto pare, è stata però estremamente confusa e contraddittoria tanto che poche ore dopo l’uomo è stato convocato a Brescia, in caserma. I carabinieri avevano intanto recuperato i video girati da alcune telecamere nella zona di Borno in cui la mattina del 20 marzo era stato ripreso il passaggio dell’auto di Maltesi, una Fiat Cinquecento grigia, guidata però da un uomo.

Fontana è entrato in caserma a Brescia poco prima delle 23 di lunedì e ne è uscito alle 3.30, dopo aver confessato. Ha raccontato che la sera del 10 o 11 gennaio (non ricorda esattamente) era a casa di Maltesi per girare un video porno che prevedeva che la donna fosse legata mani e piedi e con un sacco in testa. A quel punto iniziò a colpirla con un martello alle gambe, poi alla testa e infine con un coltello alla gola. Raccontando l’omicidio ai carabinieri Fontana ha detto di non sapere perché lo fece.

Nei giorni dopo l’omicidio, l’uomo aveva acquistato una sega e un’accetta al Bricoman di Rescaldina con cui ha raccontato di aver sezionato il cadavere e tentato di eliminare i tatuaggi. Quindi aveva comprato online un freezer a pozzetto per conservare il corpo. Qualche giorno dopo, sempre secondo il suo racconto, aveva tentato di bruciare i resti utilizzando alcol, in una zona barbecue di Vararo, sul lago Maggiore. Il tentativo era fallito, quindi Fontana aveva riportato i resti della donna in casa. Nel frattempo aveva risposto ai messaggi che arrivavano sul telefono di Maltesi da parte dell’ex compagno e della madre. Aveva anche risposto ai messaggi di un attore porno che invitava Maltesi a sostituirlo per una serata in un locale, declinando l’invito. Con l’app della banca sul telefono cellulare aveva anche pagato l’affitto di casa.

Il 20 marzo Fontana aveva caricato cinque sacchi sull’auto di Maltesi e li aveva abbandonati vicino a Borno, un posto che ha detto di conoscere perché ci andava in vacanza da bambino. Dopo qualche giorno, sono iniziati i messaggi del giornalista di Bsnews. Fontana è accusato di omicidio volontario aggravato e di distruzione e occultamento di cadavere. Ora è nel carcere Canton Mombello a Brescia.