Cos’è il “cucchiaio di legno”
Il celebre premio metaforico del rugby nacque all'Università di Cambridge: va all’ultima classificata del Sei Nazioni, ma c'è chi ha opinioni diverse
Il rugby è uno sport professionistico da appena una ventina d’anni e per questo conserva ancora tradizioni del suo passato amatoriale. Il Sei Nazioni, nato nel 1883, è il suo torneo più antico e in quanto tale è disseminato di usanze che però trovano pochi riscontri ufficiali. È il caso del “cucchiaio di legno”, il premio metaforico che spetta alla nazionale ultima classificata nel torneo, ereditato da una tradizione dell’Università di Cambridge, sede di una delle squadre di rugby più antiche del Regno Unito.
In seguito alla vittoria dell’Italia in Galles all’ultima giornata dell’edizione del 2022, si è creata una certa confusione sull’assegnazione del cucchiaio di legno. Per alcuni giornali italiani, la Nazionale maschile lo avrebbe evitato vincendo una partita, confondendolo però con il cosiddetto “cappotto” (whitewash in inglese), altro riconoscimento ufficioso che spetta alla squadra che perde tutte le partite (il termine si usa anche in italiano, per descrivere ampie sconfitte).
Tra i giornali in questione, soltanto Repubblica ha dato una vaga spiegazione: «C’è una interpretazione italo-francese che in questo caso dicono scongiuri il cucchiaio di legno, facendolo coincidere solo col whitewash. A Parigi e Roma sostengono che solo se si finisce ultimi — ma a zero punti! — ci si aggiudica il maledetto wooden spoon. Che confusione».
Quali siano esattamente queste interpretazioni non è chiaro: forse si riferiscono a una dichiarazione dell’ex presidente federale italiano Giancarlo Dondi, che nel 2011 contestò l’assegnazione del cucchiaio di legno per un ultimo posto al Sei Nazioni nonostante una vittoria contro la Francia. Secondo Dondi l’assegnazione del cucchiaio di legno era influenzata dai giornali inglesi, che volevano «far passare gli italiani come dei brocchi». Le origini del premio e la storia del Sei Nazioni confermano però l’assegnazione all’ultima classificata, a prescindere da vittorie e punti ottenuti.
All’Università di Cambridge era infatti usanza premiare con dei cucchiai ornamentali i migliori studenti dei cosiddetti maths tripos, gli esami di fine corsi della facoltà di matematica. Lo studente con il miglior punteggio veniva premiato simbolicamente con un cucchiaio d’oro, il secondo con un cucchiaio d’argento e il terzo con uno di piombo. Al quarto — il primo escluso dai riconoscimenti più importanti — spettava un cucchiaio di legno come consolazione. Tutti gli altri studenti promossi non ricevevano nulla.
Questa usanza durò fino al 1909 — anno in cui quel sistema di graduatorie venne riformato — ma fece in tempo ad arrivare anche nello sport. Nel canottaggio e in alcune regate veliche, per esempio, e poi nel rugby, grazie ai tanti giocatori della squadra di Cambridge che poi si ritrovavano da compagni o avversari nell’Home Nations Championship, il formato originale del Sei Nazioni disputato soltanto dalle tre nazionali britanniche e dall’Irlanda: quattro partecipanti come i cucchiai assegnati agli studenti.
L’usanza del cucchiaio di legno è rimasta anche quando il torneo è diventato Cinque e poi Sei Nazioni, a fianco di vittorie e coppe ufficiali, come confermato dagli archivi del torneo. Venne assegnato all’Italia nel 2011, nonostante la vittoria contro la Francia, e alla disastrosa Inghilterra del 1983, che su quattro partite ne perse tre: proprio quell’anno alcuni tifosi inglesi colsero l’occasione per istituire una fondazione benefica chiamandola Wooden Spoon Society (oggi una delle più importanti nel Regno Unito).
La Francia, vincitrice dell’ultimo Sei Nazioni, lo prese nel 2013 per la peggior differenza punti nonostante una vittoria all’ultima giornata. L’Irlanda è invece la nazionale che ne ha ricevuti di più (25 dal 1884 al 1998), ma perché partecipa da sempre, a differenza dell’Italia, che con l’ultimo è arrivata a diciassette in ventitré presenze.
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