Un’anomala ondata di caldo in Antartide
Nella parte orientale del continente sono state registrate temperature massime senza precedenti
Venerdì 18 marzo nell’est dell’Antartide sono state registrate temperature massime «senza precedenti», secondo diversi esperti e studiosi di meteorologia polare. Alla base di ricerca russa Vostok, che si trova a 1.300 chilometri di distanza dal Polo Sud e a 3.488 metri sul livello del mare, sono stati misurati -17,7 °C: una temperatura molto bassa per gli standard delle regioni abitabili, ma molto più alta per le medie della base, dove a marzo la massima in media è di circa -53 °C. A marzo non era mai stata registrata una temperatura così alta da quando si è cominciato a misurarle 65 anni fa. Il precedente record più alto per marzo, raggiunto nel 1967, era di -32 °C.
Anche alla stazione italo-francese Concordia, a 560 chilometri di distanza dalla base Vostok, è stata registrata una temperatura di -11,8 °C, a fronte della media stagionale di circa -55 °C e della media delle massime di marzo di -48,7 °C. Non era mai stata misurata una temperatura così alta dall’inizio dei rilevamenti nel 2006.
Complessivamente nella giornata di venerdì la temperatura dell’Antartide è stata di circa 4,8 °C più alta rispetto alle medie del periodo tra il 1979 e il 2000, secondo il sito Climate Reanalyzer dell’Università del Maine, basato sui modelli climatici della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), l’agenzia federale degli Stati Uniti che si occupa di meteorologia e clima.
In questo periodo dell’anno in Antartide comincia l’autunno e ogni giorno ci sono 25 minuti di luce solare in meno, dunque questo aumento della temperatura è abbastanza inconsueto: le temperature dovrebbero diminuire, non salire. Un grafico realizzato dall’Osservatorio Meteo-climatologico Antartico mostra l’aumento graduale, ma rapido, registrato alla stazione Concordia nei giorni prima di venerdì e la differenza con le medie stagionali.
«La climatologia antartica è stata riscritta», ha twittato Stefano Di Battista, giornalista e studioso di climatologia antartica. «Questo evento meteorologico è senza precedenti e stravolge le nostre aspettative sul sistema climatico antartico», ha detto al Washington Post Jonathan Wille, un ricercatore di meteorologia polare dell’Università di Grenoble.
Wille e altri esperti di meteorologia hanno spiegato che l’aumento delle temperature è stato causato da una massa di aria umida e calda proveniente dall’Oceano Indiano che ha attraversato l’atmosfera sopra la parte orientale dell’Antartide (a ovest non ci sono state variazioni di temperatura rispetto alle medie). Un sistema di alta pressione ha trattenuto l’aria calda e umida sul continente, per un periodo di tempo di durata eccezionale per questa parte della Terra.
È probabile che questo abbia causato un parziale scioglimento dei ghiacci in alcune zone dell’Antartide orientale, ma nulla che possa influire sulla stabilità dei ghiacciai. Si è trattato di un evento meteorologico eccezionale e anche per questo sarebbe prematuro attribuirlo al cambiamento climatico senza adeguati studi sui modelli climatici.
Con la parola “meteo” si intendono infatti lo studio e l’analisi di fenomeni circoscritti nel tempo, di solito nel breve periodo; con “clima” è invece inteso lo studio dei fenomeni che avvengono nell’atmosfera in un periodo di tempo molto più lungo e con implicazioni che vanno oltre le previsioni locali sulla presenza di sole o nuvole sopra una città o una ristretta area geografica. Semplificando molto, il meteo ci dice che cosa sta succedendo o sta per accadere nell’immediato, lo studio del clima che cosa è accaduto negli ultimi decenni e come sono cambiate le cose.