L’Ucraina ha rifiutato la resa di Mariupol
E intanto l'avanzata russa va ancora a rilento
A Mariupol, la città portuale nel sud-est dell’Ucraina, la situazione continua a essere molto critica: mancano beni di prima necessità, i bombardamenti hanno raso al suolo diversi quartieri e l’assedio russo è arrivato fino alle zone centrali. Domenica il colonnello generale Mikhail Mizintsev ha chiesto formalmente alle autorità locali di arrendersi, assicurando un passaggio sicuro di civili dalle 10 di lunedì. La vice prima ministra ucraina, Iryna Vereshchuk, ha però rifiutato la richiesta, dicendo che «non ci può essere nessuna discussione rispetto a una resa» e chiedendo di «aprire immediatamente un corridoio umanitario da Mariupol a Zaporizhzhia».
Nel frattempo nella notte sono continuati gli attacchi in altre città: a Kiev c’è stato uno degli attacchi più violenti dall’inizio dell’invasione, che ha raso al suolo un centro commerciale, mentre le autorità locali di Odessa sostengono ci sia stato un attacco ad alcuni edifici civili della città, negato dalle forze russe. Nella giornata di lunedì, inoltre, un tribunale di Mosca ha messo fuori legge Facebook e Instagram per «estremismo», in risposta a una richiesta presentata dalla procura generale di Mosca.