L’inaspettato successo mondiale di un videogioco cinese
Si chiama "Genshin Impact" ed è finora uno dei pochi a fare concorrenza ai giochi più famosi di Giappone e Stati Uniti
Uscito il 28 settembre del 2020, il videogioco Genshin Impact è uno dei giochi più popolari in tutto il mondo, con milioni di giocatori e ricavi nell’ordine di miliardi di dollari.
Genshin Impact è un gioco di ruolo (RPG in gergo tecnico) disponibile gratuitamente sia per dispositivi mobili che per PC e console ma, a differenza dei giochi di maggiore successo degli ultimi anni, non è stato prodotto né in Giappone né negli Stati Uniti, bensì in Cina. È un dettaglio importante: la Cina non ha una grande tradizione nel settore dei videogiochi, e il successo di Genshin Impact dimostra i grandi sforzi fatti negli ultimi anni dalle aziende cinesi per fare concorrenza in un mercato storicamente dominato da due soli paesi.
Per riuscire in questo gli sviluppatori di Genshin Impact, la società cinese miHoYo, che finora non aveva creato videogiochi di particolare successo, si sono ispirati ai classici RPG giapponesi, copiandone l’estetica e i meccanismi di gioco. Quella dei videogiochi giapponesi è un’estetica riconoscibilissima, ripresa da quella dei fumetti giapponesi (i manga) e dei cartoni animati (gli anime), ed è particolarmente utilizzata nei giochi RPG, in cui si adatta alla perfezione a un immaginario fatto di mondi fantastici, mostri e robot. Da questo punto di vista Genshin Impact sembra in tutto un gioco giapponese.
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In molti l’hanno paragonato a Zelda: Breath of the Wild, videogioco uscito nel 2017 per la console Nintendo Switch, considerato uno dei migliori giochi degli ultimi dieci anni. Come Zelda, anche Genshin Impact è un gioco “open world”, ovvero in cui c’è un mondo virtuale in cui il giocatore può muoversi liberamente scegliendo dove dirigersi e quali “missioni” fare (nei giochi che non sono “open world” il giocatore è invece in un certo senso costretto a seguire un percorso predeterminato per risolvere le “missioni”).
A differenza di Zelda è però un gioco gratuito e che non necessita per forza di una console: si può infatti scaricare e giocare sul proprio smartphone – o anche su PC e Playstation – senza dover pagare nulla. All’interno del gioco è possibile acquistare però nuovi personaggi, armi, abiti e altri elementi speciali, che possono aiutare il giocatore a potenziare il proprio personaggio.
Ma c’è una grossa differenza rispetto ad altri giochi gratuiti in cui si possono comprare oggetti virtuali (come ad esempio Fortnite): Genshin Impact viene definito in gergo tecnico un gioco gacha, una parola giapponese che indica quei distributori in cui inserendo una moneta si riceve un piccolo giocattolo dentro una capsula.
Il giocattolo non si può scegliere ma lo si riceve a caso, e lo stesso meccanismo è stato applicato dentro a videogiochi come Genshin Impact: dopo aver pagato si riceve un elemento casuale che può essere più o meno utile per aiutare il giocatore. In molti hanno paragonato questo meccanismo al gioco d’azzardo, dato che non è possibile prevedere quale oggetto si riceverà, e si rischia di spendere molti soldi nella speranza di ricevere prima o poi quello che si desidera.
La maggior parte delle vendite dei gacha di Genshin Impact è avvenuta però all’estero, e non in Cina. Negli anni scorsi i videogiochi cinesi avevano avuto come mercato di riferimento la stessa Cina, ma negli ultimi tempi questo sta cambiando e il successo di Genshin Impact ne è la prova: in un solo anno ha incassato 1,8 miliardi di euro, diventando il terzo gioco per guadagni nella classifica del 2021 dei giochi per dispositivi mobili di maggiore successo.
Il successo del gioco all’estero ha diverse motivazioni, come ha spiegato di recente il New York Times. Innanzitutto c’è stata una contrazione del potere esercitato da anni dalle aziende di videogiochi giapponesi, che ha favorito la crescita di quelle cinesi. Molte di queste ultime hanno cercato di imitare il modo di lavorare delle società di videogiochi del Giappone, assumendo in parecchi casi alcuni dei migliori programmatori e sviluppatori giapponesi per migliorare i propri prodotti.
È un processo avvenuto nel giro di pochi anni: solo quattro anni fa in Giappone il mercato dei videogiochi era sostanzialmente un monopolio dominato da aziende giapponesi; oggi, invece, circa un terzo dei primi 100 giochi per dispositivi mobili in Giappone è stato prodotto in Cina.
L’altro fattore che ha contribuito alla crescita delle aziende cinesi di videogiochi ha invece a che fare con la politica interna della Cina. Da anni il governo cinese cerca infatti di contenere la dipendenza dei più giovani dai videogiochi, che considera un problema preoccupante.
Lo scorso agosto, per esempio, aveva vietato a chi ha meno di 18 anni di giocare ai videogiochi per più di tre ore alla settimana (e comunque solo dalle 8 alle 9 di sera di venerdì, sabato e domenica, e nei giorni festivi). Inoltre nel 2018 per quasi nove mesi il governo cinese aveva interrotto il rilascio di nuove licenze per la pubblicazione di videogiochi in Cina. Tutto questo aveva spinto le aziende cinesi a investire sui mercati esteri, per aggirare il blocco del governo.
Genshin Impact è diventato paradossalmente quindi più popolare all’estero che in Cina, dove è sottoposto a una severa censura che impone tra le altre cose modifiche all’aspetto dei personaggi e impedisce che nella chat online si parli di argomenti proibiti dal governo cinese, come l’autonomia di Taiwan o la repressione della minoranza musulmana della provincia dello Xinjiang.
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