I cantieri sono aumentati tantissimo, gli ispettori del lavoro meno
L'espansione dell'edilizia dovuta ai bonus non è stata compensata dai controlli, nonostante siano in arrivo nuove assunzioni
Il primo aprile prenderanno servizio i primi 300 nuovi funzionari assunti dall’Ispettorato nazionale del lavoro per aumentare l’organico che da tempo era sottodimensionato. Altri 900 ispettori e 131 funzionari amministrativi arriveranno entro maggio. Entro il 30 giugno si concluderà il concorso per l’assunzione di altri 1.174 ispettori. Nel giro di pochi mesi l’Ispettorato nazionale potrà contare su 2.580 persone in più rispetto alle attuali 4.023. Nonostante l’aumento sia assai significativo, per la precisione del 64 per cento, rischia di non essere sufficiente. Come si nota facilmente passeggiando per le città italiane, con l’introduzione dei bonus edilizi sono stati aperti migliaia di nuovi cantieri: sono così tanti che anche con l’assunzione di nuovi ispettori sarà complicato garantire un numero adeguato di controlli.
Storicamente in Italia l’opinione pubblica riserva poca attenzione al tema della prevenzione e dei controlli sul lavoro. Se ne discute per lo più in seguito alla morte di lavoratori o lavoratrici, specialmente dopo i casi che coinvolgono persone giovani: non è raro in queste occasioni leggere titoli di giornali che parlano di «emergenza», anche se in realtà non è esattamente così. In generale, poi, la mancanza di controlli e il numero inadeguato di ispettori vengono associati alla sicurezza sul lavoro, che è soltanto uno dei compiti affidati all’Ispettorato nazionale. Una delle funzioni più importanti e sottovalutate degli ispettori, infatti, è la vigilanza sulla regolarità dei contratti di lavoro, il pagamento dei contributi e delle assicurazioni obbligatorie, a cui viene dedicata buona parte dei controlli.
Le ultime assunzioni sono state finanziate dal governo in seguito alla nuova organizzazione che dallo scorso ottobre ha modificato le competenze degli ispettori del lavoro. Il decreto fiscale approvato dal governo ha modificato il testo unico sulla sicurezza del 2008 coinvolgendo direttamente l’Ispettorato nella vigilanza insieme alle aziende sanitarie locali, che finora svolgevano la maggior parte degli accertamenti nei luoghi di lavoro. In sostanza, il decreto ha esteso le competenze in materia di sicurezza sul lavoro degli ispettori, che oltre a occuparsi di edilizia e ferrovie dovranno garantire la vigilanza anche nelle aziende, nei negozi, negli studi professionali e nei laboratori artigiani.
Il decreto non ha cambiato il lavoro degli ispettori, ma ha allargato di molto il loro ambito di intervento e quindi il numero dei potenziali controlli, già cresciuto a causa dell’introduzione dei bonus edilizi.
I dati aiutano a capire la sproporzione: secondo l’ultimo report diffuso dall’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’introduzione del superbonus 110%, l’agevolazione fiscale per gli interventi di ristrutturazione che migliorano l’efficienza energetica di case e condomini, ha incentivato l’apertura di 122.548 nuovi cantieri. A questi vanno aggiunti i cantieri relativi a un’altra generosa agevolazione, il bonus facciate, di cui non sono disponibili i dati. Considerando soltanto il superbonus, si tratta di oltre 30 possibili controlli per ogni ispettore disponibile.
L’aumento dei controlli registrato dall’Ispettorato nazionale nel 2021, dotato di un organico in calo costante rispetto agli anni precedenti, non è bastato a compensare proporzionalmente la netta crescita del numero di cantieri: nell’edilizia sono stati eseguiti 21.588 controlli contro i 15.923 del 2020, anno condizionato peraltro dalla pandemia. Le ispezioni nei cantieri rappresentano il 35 per cento dei 65.686 interventi di vigilanza in tutti i settori, anche in questo caso cresciuti rispetto ai 57.979 segnalati nel 2020 e riferiti principalmente alla regolarità dei contratti più che alla sicurezza sul lavoro.
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In alcune province la situazione è particolarmente difficile. A Bergamo, per esempio, ci sono solo 22 ispettori e un dirigente in un territorio molto produttivo, con oltre 80mila aziende: ogni ispettore dovrebbe controllare duemila luoghi di lavoro. In queste condizioni, è inevitabile che la probabilità di un’ispezione sia estremamente bassa, con conseguenze non trascurabili sulla regolarità dei contratti e sulla sicurezza.
Come sostengono diversi osservatori, la bassa incidenza dei controlli comporta un aumento del rischio di infortuni. I dati dell’Inail, l’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro, mostrano un andamento piuttosto chiaro: negli ultimi anni gli infortuni e i morti sul lavoro sono costantemente calati e la diminuzione è stata confermata anche nel 2021 tranne che per il settore edile, dove c’è stato un aumento.
Secondo il rapporto pubblicato a dicembre dall’Inail con il resoconto dei dati annuali, nel 2021 sono stati denunciati 29.223 infortuni nei cantieri, in aumento rispetto non solo al 2020 – erano stati 24.949, anche per via l’interruzione dovuta al lockdown –, ma anche rispetto al 2019 e al 2018, quando non avevano mai superato la soglia di 29mila. Oltre agli infortuni, sono aumentate anche le persone morte in seguito a incidenti nei cantieri: si è passati dalle 114 del 2020 alle 127 segnalate nel 2021. Nel 2019 erano state 92 e nel 2018 127.
La responsabilità di questo andamento preoccupante, spiega Bruno Giordano, il direttore dell’Ispettorato nazionale, è riconducibile alla frenesia di un settore che ha visto nel superbonus un’occasione da non perdere. «La ripresa economica ha fatto aumentare gli incidenti sul lavoro perché molti si sono improvvisati imprenditori per riscuotere i benefici fiscali garantiti dai bonus», dice Giordano. «L’attività ispettiva è aumentata del 30 per cento nel settore dell’edilizia e del 411 per cento per contrastare il caporalato, tutto senza nuovi ispettori che stiamo assumendo ora e che dai prossimi mesi ci daranno una mano».
Nelle ultime settimane, per cercare di organizzare controlli più tempestivi e capillari, l’Ispettorato del lavoro ha collaborato con l’Agenzia delle Entrate chiamata a fornire informazioni e dati specifici sui cantieri relativi al superbonus 100%. Tuttavia, il divario tra il numero dei controlli e i cantieri che vengono aperti ogni giorno continuerà ad essere molto ampio.
Tra le ragioni che spiegano come mai il numero degli infortuni continua a rimanere alto c’è anche la composizione prevalente delle aziende italiane, spesso piccole o piccolissime, con pochissimi dipendenti. In Italia le piccole e medie imprese rappresentano il 92 per cento del totale. Soprattutto le imprese del settore edile, che i dati dimostrano essere uno dei più a rischio, sono formate spesso da un datore di lavoro e da uno o due dipendenti. Nelle realtà così piccole è più difficile garantire investimenti sulla sicurezza e l’aggiornamento professionale.
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La necessità delle ispezioni è dimostrata anche dalla percentuale di irregolarità riscontrate. Lo scorso dicembre Bruno Giordano ha diffuso qualche dato parziale sul 2021: sono state trovate irregolarità nel 90 per cento dei controlli, relativi a vari ambiti come la sicurezza sul lavoro, la tutela assicurativa, previdenziale e sociale.
Negli anni precedenti non era andata meglio: nel 2020 sono emerse 8.068 irregolarità sui 10.179 accertamenti specifici sulla sicurezza eseguiti in tutti i settori, il 79,3 per cento dei casi. I dati definitivi relativi al 2021 saranno diffusi nei prossimi mesi nel consueto rapporto annuale sulle attività di vigilanza. La maggior parte delle irregolarità riscontrate nei cantieri riguardano le mancate protezioni contro le cadute dall’alto, l’assenza di barriere, parapetti e armature degli scavi, l’uso errato delle attrezzature, la presenza di elementi ingombranti e pericolosi.
Venerdì gli ispettori del lavoro sono in sciopero, il primo proclamato a livello nazionale. A Roma è in programma una manifestazione in piazza della Repubblica. Gli ispettori, che da anni denunciano di essere considerati una categoria marginale dalle politiche dei governi, protestano perché sono stati esclusi dalla cosiddetta armonizzazione dell’indennità di amministrazione prevista per decreto dal governo e destinata a tutti i lavoratori dei ministeri. Di fatto, l’esclusione non consente agli ispettori di ricevere un aumento che va da 1.500 a 2.500 lordi previsto per gli altri lavoratori dei ministeri, nonostante abbiano lo stesso contratto. Oltre ai lavoratori dell’Ispettorato nazionale del lavoro, la mobilitazione riguarderà anche i dipendenti dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, l’Anpal, anche loro esclusi dall’armonizzazione delle indennità.