Un’altra canzone dei Depeche Mode
Che sembra un po' rispondere a quella del 1984
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
Ieri è morto William Hurt, ed è un gran dispiacere per noi affezionati a quel vivace periodo del cinema americano che offrì un folto gruppo di attori nuovi e diversi (lui, Kevin Kline, Kathleen Turner, Steve Martin, Glenn Close, Tom Berenger, Brian Dennehy, Jeff Goldblum, Kevin Costner, Scott Glenn, Danny Glover) di cui pochissimi sono rimasti divi planetari a lungo. Il regista che li promosse di più fu Lawrence Kasdan, e la sua cosa migliore resta Il grande freddo , che aveva una fantastica colonna sonora ( su Spotify ) messa insieme recuperando successi soul e non di una ventina d’anni prima: e noi ragazzi li imparammo allora. Ma c’era anche quella stupenda scena del funerale su You can’t always get what you want .
Giovedì arriva una canzone nuova degli Arcade fire .
Thom Yorke dei Radiohead ha fatto due canzoni per la nuova stagione della serie tv Peaky blinders : e ha pubblicato intanto la prima.
Rod Stewart invece ha messo online un video di lui che sistema buche sulla strada di casa perché se no non ci passa con la Ferrari.
Roger Waters ha detto la sua sulla guerra in Ucraina, rispondendo a un messaggio di una fan ucraina dei Pink Floyd: considerate le pieghe che hanno preso ultimamente i suoi interventi, ci si poteva preoccupare di più, invece ha almeno avuto parole severissime per l’aggressione e per Putin (“un gangster”), pur sostenendo che ci siano sventate intenzioni bellicose da parte dell’Occidente non motivate dalla difesa degli ucraini, e presunte resistenze a “soluzioni diplomatiche”.
Oggi compie 50 anni il Padrino , e potremmo andare avanti a gara di citazioni per tutta la sera, ma questa è una newsletter di canzoni, e limitiamoci al ” valzer del Padrino ” di Nino Rota.
I Weather station hanno pubblicato un bel video noioso associato alle diverse canzoni del nuovo disco (è quel genere di video che viene chiamato “visualizer” e che vuol dire “di queste non abbiamo ancora fatto un video vero e intanto mettiamo questo su youtube”), e nel frattempo ho scoperto che hanno fissato tre date in Italia tra il 7 e il 9 giugno.
Freelove
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Questa è per comunque vi sentiate, stasera: sia che l’aria che tira vi abbia avvolti in una sensazione lugubre e in pensieri oscuri come quelli suggeriti dall’arrangiamento di Freelove , sia che siate invece in cerca di ispirazioni ottimiste e rassicuranti come quella di un testo che dice “se hai sofferto abbastanza per amore e non ne vorresti più sapere, eccomi qua, a darti un amore libero da stress e dolori, da rischi nascosti e da impicci inevitabili, libero”.
And I’m only here
To bring you free love
Let’s make it clear
That this is free love
No hidden catch
No strings attached
Just free love
No hidden catch
No strings attached
Just free love
Erano i Depeche Mode del 2001, già, divenuti appunto più tenebrosi e rock, ma sempre capaci di grandi dolcezze come lo erano stati quella volta del 1984 ; e questa canzone sembra un po’ rispondere a quella, come se fossero maturate le considerazioni e le esigenze sull’amore: a cui chiedere anche meno, non che debba riempire la vita, ma soprattutto che non la svuoti. La vita poi si riempie anche di altro.
No hidden catch
No strings attached
Just free love
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