Come ampiamente previsto, Serdar Berdymukhamedov ha vinto le elezioni presidenziali in Turkmenistan
Come ampiamente previsto, le elezioni presidenziali in Turkmenistan di sabato scorso sono state vinte da Serdar Berdymukhamedov, il figlio dell’attuale presidente, Gurbanguly Berdymukhamedov, che governava il Turkmenistan dal 2006 in modo estremamente autoritario. Berdymukhamedov aveva indetto le elezioni con due anni di anticipo senza dare spiegazioni sul perché, e due giorni dopo si era candidato suo figlio, che aveva appena compiuto l’età minima per diventare presidente (40 anni). Il conteggio dei voti ha richiesto più tempo del previsto e i risultati sono stati comunicati solo oggi: Serdar Berdymukhamedov ha vinto col 72,97 per cento dei voti.
Sono state, come tutte le altre in Turkmenistan, elezioni senza competizione. Alcuni osservatori le hanno definite una «successione dinastica»: degli altri candidati non si sapeva praticamente nulla e la campagna elettorale sembra essere stata più che altro una celebrazione della candidatura di Serdar Berdymukhamedov.
Dal padre, il nuovo presidente erediterà un paese povero e corrotto di circa 5,6 milioni di abitanti, con gravi problemi di disoccupazione ed economicamente molto dipendente dalla Cina. Gurbanguly Berdymukhamedov rimarrà comunque membro del Senato, organo creato per suo stesso volere nel 2020. Non è ancora chiaro con quali modalità continuerà ad agire, e quanto continuerà a influenzare gli altri membri e organi del governo, né quali effetti avrà il cambio della presidenza sulla stabilità del paese.
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