È morto l’uomo che uccise “Che” Guevara
Mario Terán era il militare boliviano che nell'ottobre del 1967 sparò i colpi che uccisero il rivoluzionario argentino: aveva 80 anni
È morto a 80 anni Mario Terán, il militare boliviano che nell’ottobre del 1967 sparò i colpi che uccisero il medico e rivoluzionario argentino Ernesto “Che” Guevara, arrestato poche ore prima in Bolivia. L’ex generale Gary Prado, comandante del gruppo che aveva ferito e catturato il leader rivoluzionario dopo mesi di ricerche, ha detto a Radio Compañera che Terán è morto dopo una lunga malattia: parlando dell’episodio più noto della sua carriera, ha aggiunto che «aveva semplicemente fatto il suo dovere come sergente dell’esercito».
“Che” Guevara fu una delle figure più celebri della rivoluzione cubana, che nel 1959 portò alla destituzione del dittatore Fulgencio Batista e alla successiva instaurazione dello Stato socialista sotto la guida di Fidel Castro. Negli anni successivi Guevara lasciò Cuba per provare a guidare altre insurrezioni in alcuni paesi dell’Africa e del Sud America, ma con minor successo. Fu ucciso a 39 anni il 9 ottobre 1967 a La Higuera, in Bolivia, il giorno dopo esser stato ferito e catturato da un reparto anti-guerriglia dell’esercito boliviano assistito da forze speciali statunitensi.
Il governo statunitense, che aveva fatto infiltrare un agente della CIA tra i militari boliviani, lo avrebbe voluto vivo per interrogarlo: i leader boliviani invece decisero che dovesse essere ucciso, anche per evitare che potesse suscitare nuove simpatie durante un eventuale processo. La versione ufficiale della storia doveva essere che “Che” Guevara era stato ucciso in battaglia.
La mattina del 9 ottobre l’agente della CIA, il cubano americano Félix Rodríguez, parlò con Guevara e gli disse che di lì a poco sarebbe stato ucciso. In un’intervista data diversi anni dopo, Rodríguez raccontò che Guevara gli disse che «era meglio così» e che «non avrebbe mai dovuto essere stato catturato vivo». I due si strinsero la mano e si abbracciarono, ha raccontato Rodríguez. Poi, prima di lasciare la stanza, l’agente diede ordine a Terán di sparare sotto al collo, in modo da far sembrare che fosse stato ucciso in combattimento.
«Fu il momento peggiore della mia vita», disse Terán ai giornalisti in seguito. «Lo vidi grande, grandissimo, enorme. I suoi occhi brillavano intensamente e quando fissava il suo sguardo su di me mi faceva girare la testa».
Secondo la biografia del giornalista Jon Lee Anderson, “Che” Guevara disse a Terán di sapere che era lì per ucciderlo. Terán raccontò che a quel punto Guevara gli disse di calmarsi e di mirare bene, visto che stava «per uccidere un uomo». «Feci un passo indietro, chiusi gli occhi e sparai», disse Terán: lo colpì alle braccia, alle gambe e infine al torace, uccidendolo.
Il cadavere di “Che” Guevara fu mostrato ai giornalisti nel vicino villaggio boliviano di Vallegrande. Fu poi seppellito in un luogo segreto, scoperto durante una spedizione finanziata dal governo della Bolivia nel 1997. Successivamente le sue spoglie furono traslate a Cuba con una cerimonia d’onore.
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