L’Austria ha sospeso l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale
Era stato il primo paese occidentale a deciderlo, ma dopo un primo rinvio il governo lo ha ritenuto non più necessario, vista la diminuzione dei contagi
Il governo austriaco ha annunciato che non introdurrà per ora l’obbligo di vaccinazione contro il coronavirus, a causa della diminuzione dei contagi nel paese e la stabilizzazione della pandemia. La vaccinazione obbligatoria era stata introdotta con una legge approvata dal parlamento all’inizio di febbraio, che aveva reso l’Austria il primo paese occidentale a decidere di imporre un obbligo vaccinale per buona parte della popolazione. Subito dopo l’approvazione, il governo si era tuttavia impegnato a far entrare in vigore l’obbligo solo a metà marzo, rimandando ulteriormente l’applicazione delle sanzioni per i non vaccinati.
La legge prevedeva una prima fase di informazione della popolazione, in modo da dare il tempo ai non vaccinati di provvedere, e una seconda fase in cui le autorità avrebbero cominciato a effettuare sanzioni. Questa seconda fase sarebbe inizialmente dovuta iniziare il 15 marzo, con controlli a campione fatti dalle forze dell’ordine, ma le decisioni del governo austriaco hanno bloccato tutto il processo.
Rispetto a quando la legge era stata proposta, lo scorso novembre, la situazione dei contagi nel paese è sensibilmente migliorata e la gran parte delle restrizioni dal 5 marzo era stata eliminata. Per questo motivo nelle scorse settimane il governo aveva formato una commissione composta da scienziati e giuristi con il compito di valutare se la vaccinazione obbligatoria fosse ancora una misura necessaria e proporzionata rispetto all’andamento della pandemia.
L’8 marzo la commissione ha riferito al governo di ritenere che non ci sia bisogno di un obbligo vaccinale in Austria al momento. Il ministro della Salute, Johannes Rauch, e la ministra per gli Affari costituzionali, Karoline Edtstadler, hanno quindi annunciato che la norma è stata sospesa con effetto immediato, e che la commissione riferirà di nuovo tra tre mesi al governo un’eventuale nuova decisione al riguardo.
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In una prima versione di questo articolo, avevamo scritto che l’obbligo era stato introdotto e poi sospeso, mentre di fatto non è mai entrato in vigore.