Le notizie più importanti di martedì sulla guerra in Ucraina
È stato aperto un "corridoio umanitario" per consentire la fuga dei civili, ma uno solo, e gli Stati Uniti hanno vietato le importazioni di petrolio e gas russi
Per le notizie aggiornate man mano che arrivano, segui il liveblog del Post.
• La giornata di martedì è cominciata con alcuni grossi bombardamenti su diverse città ucraine, in particolar modo Sumy, nel nord-est del paese, dove le bombe hanno colpito edifici residenziali uccidendo 21 persone, tra cui due bambini.
• Per il quarto giorno consecutivo, la Russia ha proposto di creare dei “corridoi umanitari” per consentire ai civili di scappare dalle città assediate e bombardate dal suo esercito. Negli scorsi giorni, la creazione di questi “corridoi” era fallita perché l’esercito russo aveva violato il coprifuoco, sparando deliberatamente sui civili che avrebbe dovuto risparmiare (una cosa che si era già vista durante la guerra in Siria, e che si crede sia parte di una precisa strategia di guerra della Russia). Martedì però è stato possibile trovare un accordo limitato su un solo “corridoio umanitario”: proprio a Sumy. La Russia ha consentito l’evacuazione dei civili a Poltava, circa 150 chilometri più a sud, e nonostante qualche incertezza il cessate il fuoco ha resistito per tutta la giornata.
Al successo del “corridoio umanitario” di Sumy ha contribuito probabilmente il fatto che in città erano bloccati da giorni centinaia di studenti stranieri di paesi vicini alla Russia: in particolare, 700 studenti indiani per i quali il governo dell’India aveva fatto pressioni, e vari altri cinesi.
• In altre aree dell’Ucraina invece i corridoi umanitari sono falliti com’era successo nei giorni precedenti. A Mariupol, città nel sud del paese assediata da giorni, senz’acqua né elettricità, le forze russe hanno quasi immediatamente cominciato a bombardare l’area dove avrebbero dovuto passare i civili e gli aiuti umanitari.
• In serata, il presidente americano Joe Biden ha annunciato una nuova, importante misura economica contro la Russia, vietando tutte le importazioni di gas e petrolio russi. Contestualmente il Regno Unito ha annunciato che vieterà le importazioni di petrolio russo, ma soltanto alla fine dell’anno. Le fonti di energia della Russia compongono l’8 per cento delle importazioni degli Stati Uniti, mentre il petrolio russo equivale all’8 per cento delle importazioni del Regno Unito (che non importa gas dalla Russia).
Per l’Unione Europea, eliminare completamente le importazioni di fonti d’energia russe è più complicato, perché in media il 40 per cento delle importazioni di gas nell’Unione proviene dalla Russia. La Commissione Europea, sempre nel pomeriggio, ha annunciato un piano per ridurre la dipendenza dal gas russo, che avrebbe come obiettivo ridurne di due terzi il fabbisogno entro la fine dell’anno, e rendere l’Unione completamente indipendente dal gas russo entro il 2030.
Le altre notizie
• Il leader della Lega Matteo Salvini è in Polonia, dove però non ha ricevuto un’accoglienza calorosa.
• La multinazionale britannica Shell, una delle più grandi società petrolifere al mondo, ha annunciato che non acquisterà più petrolio dalla Russia.
• Secondo l’Alto commissariato ONU per i rifugiati, i profughi fuggiti dall’Ucraina sono due milioni. Si parla del più grave flusso migratorio in Europa dal Secondo dopoguerra.
• Martedì pomeriggio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha tenuto un discorso davanti ai deputati della Camera dei Comuni del Regno Unito in collegamento da Kiev. Nel suo discorso, oltre ad aver citato il primo ministro britannico Winston Churchill e un celeberrimo verso del drammaturgo inglese William Shakespeare, Zelensky ha detto che gli ucraini continueranno «a combattere per la loro terra, a ogni costo».