La chiusura dello spazio aereo russo è un problema
Non solo per chi deve viaggiare da o verso la Russia, ma anche per le compagnie che la sorvolano per collegare altri paesi: i disagi sono già molti
Domenica 27 febbraio un volo della compagnia di bandiera russa Aeroflot partito da Mosca e diretto a New York è stato costretto a ritornare verso la Russia più o meno a un terzo del tragitto, perché il Canada aveva vietato l’ingresso nel proprio spazio aereo di tutti gli aerei russi in risposta all’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo. La decisione del Canada era simile a quella annunciata due giorni dopo dagli Stati Uniti e seguiva di poche ore la chiusura dello spazio aereo del Regno Unito e dell’Unione Europea agli aerei russi, o gestiti da compagnie russe, nell’ambito delle dure sanzioni cui la Russia aveva risposto chiudendo a propria volta lo spazio aereo a praticamente tutte le compagnie europee.
La decisione del governo russo ha conseguenze dirette non solo per chi che deve viaggiare da o verso la Russia, ma sta creando notevoli disagi anche alle compagnie aeree che per collegare altri paesi devono passare proprio sopra la Russia.
Evitare lo spazio aereo ucraino, mentre l’esercito russo continua ad attaccare il paese, ha già avuto conseguenze per il traffico dei voli da Londra, Amsterdam o Francoforte ai paesi che si affacciano sul Mar Caspio o più a est. Il divieto per le compagnie europee di sorvolare il territorio russo è però un problema ancora più grande, perché per la gran parte dei voli che collegano l’Europa o gli Stati Uniti a vari paesi dell’Asia il percorso più breve e veloce è quello che prevede di sorvolare la Russia: lo stato con la superficie più estesa del mondo, grande più o meno quattro volte l’intera superficie dei paesi dell’Unione Europea.
Aggirare queste limitazioni senza perdere tempo e denaro è molto difficile, e per questo alcune compagnie hanno già cancellato molti voli. Tra queste c’è la finlandese Finnair, che lunedì ha detto di aver dovuto cancellare i propri voli per Giappone, Cina e Corea del Sud perché economicamente poco convenienti. Altre invece hanno allungato anche di centinaia di chilometri il percorso dei propri voli per evitare di passare sopra la Russia: Virgin tra le altre ha annunciato tempi di percorrenza più lunghi anche di un’ora sui voli che collegano l’aeroporto di Londra Heathrow a Islamabad o Delhi, rispettivamente in Pakistan e India.
La chiusura dello spazio aereo russo ai voli europei sta creando problemi anche ai cargo, complicando il trasporto di merci provenienti da Cina, Corea del Sud o Giappone verso l’Europa e creando notevoli ritardi e l’aumento dei costi di spedizione. Il cargo di Lufthansa che collega Francoforte e Tokyo ha allungato di 2mila chilometri il proprio percorso, impiegando due ore in più di volo e consumando tra le altre cose 18 tonnellate di carburante in più rispetto a prima, secondo i dati raccolti dal sito FlightRadar24.
Il problema di come aggirare lo spazio aereo russo si aggiunge ai numerosi disagi che stavano già affrontando moltissime compagnie aeree in tutto il mondo a causa della pandemia da coronavirus, costrette a limitare fortemente il numero dei viaggi e a cancellarne di altri dovendo poi gestire le conseguenze. Le nuove restrizioni potrebbero infatti tradursi in ancora meno aerei in circolazione e voli cancellati più di frequente.
Tra le sanzioni imposte dall’Unione Europea, inoltre, ci sono anche diverse limitazioni alle esportazioni verso la Russia di materiali tecnologici, compresi quelli per la costruzione e la manutenzione degli aerei: misure che nei prossimi mesi rischiano di far rimanere a terra numerosi aerei russi, complicando ulteriormente i trasporti globali.
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Secondo Elisabeth Braw, esperta di sicurezza del think tank American Enterprise Institute, la chiusura dello spazio aereo è «uno strumento incredibilmente potente» per la Russia. Braw, che in un’intervista a Bloomberg ha definito lo spazio aereo russo «l’autostrada dell’aviazione internazionale», ritiene che la decisione di vietare agli aerei occidentali di sorvolare il territorio russo avrà «conseguenze chiaramente terribili» per l’economia globalizzata.
Da un lato il fatto che gli aerei europei non possano sorvolare la Russia potrebbe aprire nuove opportunità alle esportazioni via nave, oppure favorire le compagnie aeree cinesi e asiatiche, che non sono state interessate dai divieti e pertanto potrebbero inserirsi offrendo i propri servizi. Allo stesso tempo, però, comporta un grosso danno economico pure per la Russia: il divieto riguarda anche i circa 300mila jet privati internazionali che ogni anno volano nello spazio aereo russo, generando centinaia di milioni di dollari di entrate in tasse aeroportuali che senza il traffico aereo straniero mancherebbero, osserva Bloomberg.
Sebbene al momento sia piuttosto difficile fare stime, in futuro la situazione potrebbe anche avere ripercussioni economiche sul costo dei biglietti aerei per i passeggeri. L’esperto di aviazione John Gradek, professore dell’università canadese McGill, ha detto a Euronews Travel che allungare un volo di un’ora porterebbe le compagnie aeree ad affrontare spese più alte di 8mila-15mila euro a viaggio. Questo secondo Gradek potrebbe significare un aumento di spesa di circa 100 euro a passeggero su un volo pieno. Se la guerra continuasse per altri 30-60 giorni, continua Gradek, sarebbe molto probabile che le compagnie aeree aggiungessero un supplemento per il costo del carburante, come accade di frequente nei periodi di grosse agitazioni politiche e di aumento generale dei prezzi.
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