Tre dirigenti di polizia sono stati condannati per l’incidente di piazza San Carlo a Torino del 2017, e altre sei persone sono state assolte
La Corte d’assise di Torino ha condannato in primo grado tre dirigenti di polizia per non aver garantito le misure di sicurezza adeguate durante la proiezione al maxischermo della finale di Champions League del 2017 in piazza San Carlo, quando la ressa seguita a un tentativo di rapina provocò due morti e quasi 1.600 feriti. Nel processo nove persone erano state accusate di disastro, lesioni e omicidio colposo. Gli altri sei imputati, tra cui alcuni funzionari del Comune di Torino e il viceprefetto Roberto Dosio, sono stati assolti.
Il tribunale ha ritenuto colpevoli delle lacune nelle misure di sicurezza durante l’evento il dirigente della Questura Michele Mollo, il funzionario della Questura Alberto Bonzano e il dirigente della polizia municipale Marco Sgarbi, condannandoli rispettivamente a due anni, un anno e quattro mesi e un anno e due mesi di carcere. Il tribunale ha anche assegnato una provvisionale (un anticipo sul risarcimento definitivo) di 1 milione e 100mila euro ai familiari di Marisa Amato, che a causa dell’incidente rimase tetraplegica e morì nel gennaio del 2019. Nell’incidente fu gravemente ferita anche Erika Pioletti, una donna di 38 anni che morì alcuni giorni dopo.
Nel gennaio del 2021 fu condannata in primo grado a un anno e sei mesi di carcere per gli incidenti di piazza San Carlo anche l’allora sindaca di Torino Chiara Appendino, che aveva scelto un processo con rito abbreviato. Assieme ad Appendino vennero condannati l’ex questore di Torino Angelo Sanna, l’ex capo di gabinetto Paolo Giordana, il dirigente dell’agenzia che si occupò della gestione dell’evento, Maurizio Montagnese, ed Enrico Bertoletti, che curò parte della progettazione.
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