Il cielo prima dei bombardamenti
Secondo Beppe Fenoglio, nato un secolo fa, è come «un termitaio turchino»
L’allarme li colse mentre di ritorno dall’Agro sfilavano oltre il collegio delle vigilatrici della Gil. Si limitarono a sveltire il passo e come ogni altro cittadino romano ponzavano dove andassero a sganciare le fortezze volanti a quell’ora sbagliata. Nel rantolo del secondo allarme intesero le note della loro tromba, esigue e strazianti, e il 7 sbarrato accelerare modicamente verso il capolinea. I reparti fendettero la folla, gli occhi alti e subito abbacinati; donne sorprese ai fornelli si inarcavano sui davanzali per un più largo spicchio di cielo o gridavano richieste di orientamento alle amiche scese in piazza. Erano le undici passate e il cielo tutto un termitaio turchino. Johnny in coda si volse e avvistò, nel quadrante destro, gli incursori: scorrevano aderenti al soffitto di quel cielo, con un fragore semidivino, il sole impattava le loro prue con un principio d’incendio. Con una spallata il sergente Perego lo buttò al coperto.
Beppe Fenoglio, Primavera di bellezza, 1959
Beppe Fenoglio nacque cento anni fa, il primo marzo del 1922, ad Alba, in Piemonte. Fu uno degli scrittori italiani che meglio seppero raccontare la Seconda guerra mondiale e la resistenza partigiana italiana a partire dalle proprie esperienze: morì giovane, a quarant’anni, e molti dei suoi romanzi più famosi uscirono postumi, come Una questione privata e Il partigiano Johnny.
Primavera di bellezza è il suo terzo romanzo, uscì nel 1959 e vinse il premio Prato: è il primo dei romanzi di Fenoglio ad avere come protagonista Johnny, un giovane sottoufficiale dell’Esercito italiano appassionato di letteratura in lingua inglese, come l’autore. Il romanzo racconta le vicende precedenti e successive all’armistizio dell’8 settembre con gli Alleati e tra queste il primo bombardamento di Roma da parte di centinaia di bombardieri statunitensi, che avvenne la mattina del 19 luglio 1943 e uccise circa 3mila civili.