Hong Kong testerà tutta la sua popolazione
Tutti i cittadini saranno testati per tre volte, a seguito di un grande aumento dei contagi e delle pressioni del governo cinese
Martedì la governatrice di Hong Kong, Carrie Lam, ha annunciato che a marzo tutta la popolazione della città dovrà sottoporsi obbligatoriamente a tre cicli di test per il coronavirus. Nelle ultime settimane il numero di contagi nella città era cresciuto rapidamente, mettendo in grossa crisi gli ospedali, e il governo centrale della Cina aveva espressamente chiesto a Lam di mettere in pratica misure più severe di quelle applicate finora per contrastare la pandemia nella città.
Hong Kong, che ha 7,5 milioni di abitanti e ufficialmente appartiene alla Cina ma si governa in maniera semi-autonoma, fino al focolaio delle ultime settimane raramente aveva avuto più di 100 casi al giorno, ed era considerata da molti un modello di contenimento della pandemia. Dal 15 febbraio ha però fatto registrare oltre 5mila nuovi contagi al giorno, e secondo le previsioni delle autorità sanitarie locali a marzo si potrebbe arrivare a 180mila casi giornalieri. I nuovi casi stanno tra le altre cose mettendo duramente sotto pressione il sistema sanitario cittadino, con alcuni ospedali costretti a far attendere i pazienti in barelle sulla strada.
Finora il governo di Hong Kong aveva risposto alla pandemia con un rigido sistema di quarantene, ma senza imporre lockdown generalizzati, come invece era stato fatto in diverse città della Cina continentale. È stato possibile soprattutto perché il governo di Hong Kong ha mantenuto una certa autonomia dalla Cina sulla gestione della pandemia (cosa che invece non succede più su temi come la libertà di espressione). Il recente aumento dei contagi ha messo però in discussione anche questa autonomia.
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La scorsa settimana il presidente cinese Xi Jinping aveva detto che il governo locale di Hong Kong avrebbe dovuto rendere il controllo dell’epidemia «una priorità schiacciante», sottintendendo quindi che avrebbe dovuto adottare le stesse misure imposte nel resto della Cina. Tra queste c’erano anche il test di massa della popolazione, che inizialmente la governatrice Carrie Lam aveva giudicato impossibile in una città come Hong Kong, dove molte libertà personali sono ancora in vigore.
Martedì Lam ha però cambiato idea, e ha detto che a marzo tutta la popolazione verrà testata per tre volte, e che l’obiettivo sarà di effettuare almeno un milione di test al giorno. Lam ha detto però che non verranno imposti lockdown, e ha definito “irrealistico” impedire alle persone di uscire dalle proprie abitazioni.
Come in molti altri paesi del mondo, a Hong Kong l’ultima ondata di contagi è stata causata principalmente dalla diffusione della variante omicron del virus, e ha evidenziato tra le altre cose la debolezza del sistema sanitario della città e la scarsa diffusione dei vaccini tra la popolazione, in particolare tra gli anziani. Al momento solo il 68 per cento della popolazione di Hong Kong ha completato il ciclo primario, e per questo Lam ha anche detto che il governo cercherà di aumentare le vaccinazioni nelle prossime settimane.
L’obiettivo è che entro l’inizio di marzo il 90 per cento della popolazione riceva la prima dose, e che l’80 per cento riceva anche la seconda dose entro la metà di marzo.
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