La grave crisi del Partito Popolare spagnolo
Provocata da una lite durissima tra i suoi due più importanti dirigenti, tra accuse di appalti irregolari e spionaggio
Il principale partito di centrodestra spagnolo, il Partito Popolare (PP), sta attraversando una grave crisi nata da una vicenda che coinvolge la presidente della comunità di Madrid Isabel Díaz Ayuso e che, partita da un’indagine su un appalto pubblico per l’acquisto di mascherine, si è trasformata in una gigantesca crisi per la leadership nazionale del partito, con duri scontri interni, scambi di accuse e dimissioni di parte della dirigenza.
Negli ultimi giorni, il PP ha perso diversi punti nei sondaggi, alcuni importanti dirigenti di partito si sono dimessi, molti altri stanno chiedendo le dimissioni dell’attuale presidente Pablo Casado, che sono date quasi per certe dai giornali spagnoli, ed è stato annunciato un Congresso straordinario.
La crisi è diventata pubblica qualche giorno fa, quando il quotidiano El Mundo ha pubblicato la notizia che il PP stava indagando dall’ottobre scorso sulle presunte irregolarità legate a un appalto pubblico da 1,5 milioni di euro per l’acquisto di mascherine che era stato assegnato nell’aprile 2020 dal governo regionale di Madrid, guidato da Isabel Díaz Ayuso, del PP, a una società tessile considerata vicina alla sua famiglia. La società, la Priviet Sportive, non si era mai occupata prima di forniture sanitarie. L’ipotesi che aveva cominciato a circolare era che nella procedura di acquisto, Tomás Díaz Ayuso, fratello della presidente, avesse ricevuto dalla società un compenso piuttosto significativo per il suo ruolo di mediatore.
Sulla vicenda sta ora indagando la Procura anticorruzione, per capire se le procedure siano state regolari o non siano stati invece commessi reati di traffico di influenze illecite o di appropriazione indebita.
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Gli scontri interni al PP sono cominciati dopo che lo scorso ottobre, secondo diversi giornali spagnoli, i vertici del partito avevano convocato la presidente per chiederle spiegazioni in merito alla vicenda, ma Díaz Ayuso aveva negato qualsiasi comportamento illecito. A due mesi da quell’incontro ci sarebbe stato inoltre un tentativo da parte del PP di raccogliere informazioni dettagliate sul fratello di Ayuso e sulla sua famiglia attraverso una società investigativa.
Dopo la pubblicazione di quest’ultima notizia, il 16 febbraio, Díaz Ayuso aveva accusato pubblicamente la dirigenza del suo partito di aver assunto degli investigatori privati per screditarla e «distruggere» la sua reputazione: «Non avrei mai potuto immaginare che la direzione del mio partito avrebbe agito in un modo così crudele e ingiusto contro di me», aveva detto. E ancora: «Le dichiarazioni che i media hanno pubblicato tutta la mattina, che provengono dall’entourage di Pablo Casado e che lui non smentisce, sono il peggio che ci si possa aspettare dai politici».
La presidente aveva anche ammesso che il fratello aveva percepito un compenso dalla società Priviet Sportive, ma solo per il lavoro svolto per l’azienda stessa: per ottenere e trasferire a Madrid le mascherine, non come commissione per l’intermediazione.
I vertici del PP avevano smentito qualsiasi tentativo di indagine e spionaggio nei confronti di Díaz Ayuso («Nego di aver prodotto alcun dossier su Díaz Ayuso. Non l’abbiamo mai accusata di aver commesso alcun crimine», aveva ad esempio dichiarato Teodoro García Egea, segretario generale del PP), ed era proseguito per qualche giorno un pesante scambio di accuse reciproche tra la dirigenza del partito e Dìaz Ayuso. A quel punto, il presidente Casado aveva annunciato che sarebbe stata avviata una procedura disciplinare nei confronti di Díaz Ayuso, ma aveva subito cambiato idea: quando, ha scritto Politico, «era diventato chiaro che la popolarità della carismatica presidente di Madrid era di gran lunga maggiore della sua».
Per molti osservatori, il conflitto delle ultime ore all’interno del PP avrebbe a che fare solo marginalmente con la vicenda dell’appalto. Il problema sarebbe invece la debolezza di Casado alla presidenza del partito, soprattutto dopo i risultati delle regionali dello scorso 13 febbraio in Castiglia e León. Casado aveva deciso di anticipare le elezioni con l’obiettivo di ottenere la maggioranza in giunta, e il PP aveva effettivamente ottenuto la vittoria: ma con poco più del 31 per cento dei voti, senza ottenere la maggioranza assoluta e trovandosi a dover negoziare con il partito di estrema destra Vox.
Lo scontro con Díaz Ayuso sarebbe dunque diventato un pretesto per colpire Casado da cui, nel giro di pochi giorni, si sono allontanati vari esponenti di punta del suo stesso partito. Il segretario generale Teodoro García Egea, vicino a Casado, si è dimesso e con lui il portavoce nazionale, José Luis Martínez-Almeida, e altre figure della dirigenza.
Il gruppo parlamentare del PP ha chiesto l’organizzazione di un nuovo congresso, che Casado dopo qualche resistenza ha deciso di annunciare. La data dovrebbe essere fissata tra qualche giorno, quando sarà convocata una riunione dell’assemblea nazionale del partito. Casado non ha detto se presenterà o meno la propria candidatura per la rielezione ma secondo diversi osservatori non sarà così, anzi: i giornali spagnoli danno già per sicure le sue dimissioni sia da leader del partito sia da parlamentare.
Nel frattempo, anche molti iscritti del PP sembrano aver preso le parti della presidente della comunità di Madrid che, durante lo scorso anno, è diventata molto popolare tra gli elettori di destra e centrodestra a causa delle forti critiche alle restrizioni legate al coronavirus imposte dal governo del primo ministro socialista Pedro Sánchez. Qualche giorno fa migliaia di sostenitori del PP hanno protestato fuori dalla sede del partito a Madrid, chiedendo le dimissioni di Casado e l’elezione di Ayuso alla guida del partito. Ayuso ha finora negato di voler diventare la leader del partito e ha ripetutamente dichiarato che il suo «posto è a Madrid».
Secondo alcuni sondaggi il PP, negli ultimi giorni, ha perso più di quattro punti percentuali, a vantaggio di Vox che, per la prima volta, ha superato il 20 per cento delle preferenze.