Le diete umane spesso non sono adatte agli altri animali

Alcune persone scelgono per i propri cani e gatti alimentazioni vegane, senza glutine o crudiste, perlopiù sconsigliate dagli esperti

(AP Photo/ Emrah Gurel)
(AP Photo/ Emrah Gurel)

Nel giugno del 2016 un blogger vegano condivise su Tumblr una foto diventata poi virale della cena che avrebbe servito al suo labrador, composta da patata dolce e riso nero frullato, tofu, semi di chia ed enzimi digestivi. Una ex assicuratrice che abita in California invece serve abitualmente al proprio pastore australiano una colazione arricchita con polvere di ginseng indiano e semi di psillio, piante conosciute rispettivamente per le loro proprietà energizzanti e lassative. Altri ancora danno ai propri animali domestici fagiolini verdi e latte alla curcuma, ma anche integratori di vitamine, uova sode o kefir, una bevanda prodotta dalla fermentazione del latte.

Sempre più spesso c’è chi sceglie di adattare l’alimentazione degli animali domestici alla propria e prepara il cibo in casa, nella convinzione che anche cani o gatti possano trarre benefici da una dieta vegana, vegetariana, crudista o per esempio senza glutine. Anche il settore che gira attorno al benessere degli animali – da tempo in forte crescita – ha ampliato notevolmente l’offerta dei prodotti alimentari vegani e per altre esigenze, talvolta pubblicizzandoli come più nutrienti o salutari. La gran parte dei veterinari e delle istituzioni tuttavia invita a fare attenzione a scelte di questo tipo: gli animali non umani hanno infatti bisogno di nutrienti specifici, diversi rispetto a quelli di cui hanno necessità le persone, e far seguire loro una dieta non indicata potrebbe provocare anche gravi danni.

La donna californiana, Darshna Shah, ha detto al New York Times di aver basato l’alimentazione del proprio cane su consigli di amici e su alcune newsletter di veterinari ed esperti di animali, tenendo a mente anche le proprietà curative dei cibi usati in India, il paese da cui proveniva la sua famiglia. Per Shah con questa alimentazione la salute del suo cane è molto migliorata. Secondo Kymythy Schultze, che negli anni Novanta aveva eliminato dalla propria dieta i cibi cotti e lavorati notando grandi benefici, anche i cani potevano stare meglio con un’alimentazione simile: nel 1999 pubblicò da sola un libro sull’alimentazione crudista per cani, in cui sosteneva che una dieta basata su verdure fresche, ossa e carne di pollo o salmone non cotta fosse più salutare dei cibi industriali per animali, che secondo lei dopotutto erano un’invenzione recente.

Il libro di Schultze vendette decine di migliaia di copie e molte persone che seguono i suoi consigli dicono di notare che i loro animali domestici hanno smesso di avere certi disturbi.

Se da un lato la scelta di alimenti industriali per animali è sempre più ampia, dall’altro grazie a internet oggi si diffondono molto più velocemente idee meno tradizionali sull’alimentazione degli animali, spesso poco documentate. Come hanno confermato alcune persone che si prendono cura di cani e gatti sentite dal New York Times, hanno molto peso i social network, dove esperti o presunti tali forniscono i propri consigli e alcuni influencer pubblicano foto e video del cibo che danno da mangiare ai propri animali, spiegando da dove prendono ispirazione. Uno di questi è Luke Hagopian, che ha 3,7 milioni di follower su TikTok e mostra come i suoi pesci rossi mangino piselli, spinaci bolliti o cetrioli, seguendo spunti forniti da altre persone che hanno pesci e i consigli di siti come WikiHow, il sito che ospita una raccolta di guide su come fare un gran numero di cose.

@lukesgoldies

The pea never stood a chance against Brutus 🥲 #fish #goldfish #aquarium #pea #brutus

♬ Space Song – Instrumental Slowed Down – lil indo

I ministeri e le organizzazioni governative che si occupano della salute degli animali regolamentano la produzione degli alimenti a loro dedicati, effettuano controlli periodici e tendenzialmente forniscono indicazioni generali su cosa è opportuno dar loro da mangiare e cosa no. Per esempio, gli animali domestici non sono in grado di digerire certi cibi che di solito non danno problemi agli umani, come cipolla e aglio, mentre la carne cruda può contenere batteri nocivi che resistono agli antibiotici e che potrebbero far insorgere disturbi.

Come comprensibile, ci sono anche veterinari e organizzazioni che hanno opinioni diverse, tra cui la nota associazione per i diritti degli animali PETA, secondo cui con le giuste attenzioni è possibile far seguire un’alimentazione vegana a cani e gatti. A livello scientifico però è stato riconosciuto che le conseguenze di diete carenti dei nutrienti necessari per gli animali o basate su scelte inadeguate possono essere anche gravi.

La Federazione europea dell’industria degli alimenti per animali da compagnia (FEDIAF) ha osservato che i cani sono onnivori e pertanto possono adattarsi a una dieta vegetariana, purché sia ben equilibrata, basata su prodotti completi – come molti di quelli che si trovano in commercio – e valutata con il parere di un esperto. Preparare pasti vegetariani in casa per gli animali però secondo la FEDIAF è «un’operazione complicata», che richiederebbe una pianificazione meticolosa e formulazioni specifiche studiate da un veterinario o un nutrizionista animale, e particolarmente difficile per i gatti.

– Leggi anche: L’Italia contro le etichette che indicano la salubrità degli alimenti

Come ha spiegato a BBC Daniella Dos Santos, ex presidente dell’associazione dei veterinari britannici, i gatti sono considerati carnivori perché in natura si sono evoluti nutrendosi di piccole prede, e quindi il loro corpo ha bisogno di determinate sostanze per mantenersi in salute. In particolare, i gatti non possono produrre da soli determinati aminoacidi, che devono pertanto ricavare dagli alimenti, in particolare da manzo, pollo e pesce: uno di questi è la taurina, in mancanza della quale aumenta il rischio di sviluppo della miocardiopatia dilatativa (DCM), una malattia cardiovascolare potenzialmente letale. Per questo, continua Dos Santos, per quanto riguarda i gatti «non è raccomandabile somministrare una dieta vegetariana, tantomeno una vegana».

Brandi Hunter Munden, che si occupa di comunicazione per l’American Kennel Club (un’organizzazione che gestisce un registro dei cani di razza e altri servizi), ha detto al New York Times che i cani mangiano tutto quello che gli si mette davanti: non è però detto che «imporre loro un nuovo stile di vita» quando loro non possono scegliere altrimenti sia davvero un beneficio o li renda più sani e contenti. Qualche anno fa ebbe una certa popolarità online un video che mostrava come la cagna di una donna che aveva scelto per lei una dieta vegetariana preferisse la carne, potendo decidere.