Cos’è successo al limite all’uso dei contanti
Un emendamento al Milleproroghe ha rimandato di un anno l'abbassamento del tetto a mille euro, contro il parere del governo
Nel corso dell’esame degli emendamenti al cosiddetto decreto Milleproroghe ne è stato approvato uno che ha rimandato di un anno l’introduzione del limite di mille euro nei pagamenti in contanti. La decisione, presa nella notte tra mercoledì e giovedì della scorsa settimana nelle commissioni congiunte Bilancio e Affari costituzionali della Camera, ha suscitato molte discussioni perché l’emendamento è stato approvato contro il parere del governo.
Il limite di mille euro, che serve a contrastare l’uso di grandi quantità di contanti per evadere il fisco, era in realtà già entrato in vigore dallo scorso primo gennaio, quindi di fatto l’emendamento riporta la situazione a com’era a dicembre. Era stato previsto dalla legge di bilancio del 2020, che aveva inizialmente abbassato il limite da 3mila a 2mila euro dal primo luglio 2020, prevedendo un ulteriore abbassamento a 1.000 euro dal 2022, quello annullato e rimandato dall’emendamento del Milleproroghe.
Dell’emendamento si è discusso soprattutto perché approvato contro il parere del governo, che è stato battuto per un solo voto in commissione. Era stato presentato da Fratelli d’Italia, partito che è all’opposizione, ma è stato votato anche da esponenti di Forza Italia e della Lega, che invece sostengono il governo Draghi. L’emendamento, come tutto il decreto Milleproroghe, dovrà essere approvato da Camera e Senato per diventare effettivo, ma difficilmente verrà eliminato: il governo aveva infatti posto la fiducia sul decreto, che è stata votata lunedì alla Camera, e un eventuale voto contrario avrebbe fatto cadere il governo. Martedì il decreto sarà esaminato al Senato.
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Il posticipo dell’abbassamento del limite sui pagamenti in contanti ha soddisfatto tutto il centrodestra, che nel corso degli ultimi anni si era più volte espresso contro. Il leader della Lega Matteo Salvini ha detto che «è una vittoria della Lega e del centrodestra: guardiamo a esempi europei come la Germania».
Il partito più critico è stato invece il Movimento 5 Stelle, che aveva introdotto il limite a mille euro durante il secondo governo guidato da Giuseppe Conte (di cui facevano parte anche Partito Democratico, Liberi e Uguali e Italia Viva). Proprio Conte ha commentato l’approvazione dell’emendamento definendola «una mossa […] che finisce per favorire l’economia sommersa». Il Partito Democratico, tramite il senatore Franco Mirabelli, ha invece ribadito la necessità di un tetto a mille euro per l’uso dei contanti, definendola «una misura efficace contro la corruzione e l’evasione e aiuta a contrastare le mafie facilitando la tracciabilità del denaro e contrastando il riciclaggio».
La limitazione all’uso dei contanti negli ultimi anni è stata ostacolata sia dal centrodestra che dal centrosinistra. Nel 2002 il primo governo di Silvio Berlusconi, di centrodestra, innalzò il limite a 12.500 euro, ma nel 2007 il governo di centrosinistra guidato da Romano Prodi lo abbassò a 5mila euro.
Nel 2008 il successivo governo Berlusconi lo riportò di nuovo a 12.500 euro, ma nel 2010 lo abbassò a 5mila euro e un anno dopo a 2.500 euro. Il primo a portare il tetto dei contanti a mille euro fu il governo di Mario Monti nel 2011, ma il limite venne alzato di nuovo a 3mila euro dal governo guidato da Matteo Renzi, all’epoca segretario del Partito Democratico.
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