Il 20 febbraio può essere un giorno importante per Russia e Ucraina
Finiranno la grande esercitazione militare russa in corso, le Olimpiadi di Pechino e la Conferenza sulla sicurezza di Monaco
Qualche giorno fa, alcuni funzionari statunitensi ed europei avevano parlato, non è ben chiaro sulla base di quali elementi, della possibilità che un’eventuale invasione russa dell’Ucraina sarebbe potuta iniziare il 16 febbraio, o comunque prima della fine delle Olimpiadi invernali di Pechino, che sono oggi al loro penultimo giorno di gara. Di recente, Politico ha indicato, presentando in una newsletter alcuni motivi a supporto della sua ipotesi, che una possibile invasione potrebbe invece avvenire nei giorni successivi a domenica 20 febbraio.
Il primo motivo che rende il 20 febbraio un possibile giorno di svolta sta nel fatto che proprio domani finirà la grossa esercitazione militare, la più grande dai tempi della Guerra fredda, che la Russia ha iniziato oggi, sotto la diretta supervisione, dal Cremlino, del presidente russo Vladimir Putin. Tra le altre cose, l’esercitazione prevede il lancio di missili balistici e da crociera, quelli di cui si può controllare la rotta.
Capire cosa faranno e dove andranno le truppe impegnate nell’esercitazione una volta che sarà terminata, dirà molto su quello che potrebbe succedere da lì in avanti. Fonti governative russe e bielorusse hanno detto in questi giorni che dopo l’esercitazione le truppe si ritireranno. C’è però la possibilità che restino nei pressi del confine ucraino. Michael Kofman, analista per la società statunitense di consulenza nel settore della sicurezza CNA ed esperto di questioni che riguardano l’esercito russo, ha detto a Politico che il 20 febbraio «sarà un giorno importante per capire se stanno mentendo».
Sempre il 20 febbraio finirà inoltre la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, che è iniziata venerdì ed è un grosso evento annuale a cui partecipano, tra gli altri, un’ampia delegazione americana formata dalla vicepresidente Kamala Harris e dal segretario di Stato Antony Blinken, vari leader europei e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. È peraltro la prima volta dopo diversi anni che alla conferenza non partecipa una delegazione russa. Per la sua rilevanza, la conferenza è anche nota come il “Forum di Davos della difesa”. Sarebbe molto significativo, ha scritto Politico, se la Russia decidesse di invadere l’Ucraina mentre la vicepresidente statunitense si trova in Europa, tra le altre cose per incontrare proprio Zelensky.
La terza ragione per cui il 20 febbraio potrebbe essere una data da prima-e-dopo per quanto riguarda la situazione ucraina sta nel fatto che è il giorno in cui finiranno le Olimpiadi di Pechino, la cui cerimonia di chiusura inizierà alle 13 ora italiana. In breve, anche senza voler chiamare in causa i nobili principi della pace e della tregua olimpica, alcuni analisti ritengono che sia contro l’interesse di Putin iniziare una guerra durante un grande evento sportivo mondiale, a maggior ragione visto che a organizzarlo è la Cina. Un’eventuale invasione dell’Ucraina durante le Olimpiadi, ha scritto Politico, potrebbe portare Putin a inimicarsi il presidente cinese Xi Jinping.
È pur vero, tuttavia, che già nel 2008, proprio poco prima delle Olimpiadi estive di Pechino, la Russia iniziò una guerra con la Georgia.
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Più in generale, c’è il fatto che – come osservato più volte e da più parti nelle ultime settimane – ci sono ragioni logistiche e climatiche per cui sarebbe sconveniente e controproducente, qualora la Russia volesse effettivamente invadere l’Ucraina, aspettare altre settimane prima di farlo. In poche parole, ha scritto Politico, sebbene alcuni soldati, mezzi e materiali potrebbero essere lasciati comunque vicino al confine ucraino, «a un certo punto, Putin dovrà ordinare l’invasione o decidere la ritirata».
Sempre Politico fa notare che se il 20 febbraio è una data importante, anche il primo marzo è per qualcuno considerata significativa. Se quel giorno l’invasione non dovesse essere ancora iniziata, sarebbe un rilevante segnale del fatto che potrebbe davvero non iniziare. Allo stesso tempo, visto che è tutto estremamente incerto e mutevole, Andrea Kendall-Taylor, analista esperta di Russia ed ex funzionaria dell’intelligence statunitense, ha detto che Putin potrebbe pure decidere di «abbassare la tensione per poi rialzarla velocemente subito dopo».
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