Nei film e nelle serie si vedono sempre più peni
Porno a parte, fino a un po' di tempo fa comparivano solo nel cinema d'autore o in certe commedie, ma ora qualcosa sta cambiando
«L’ultimo anno ha visto una notevole presenza di peni negli schermi, sia nei film che in televisione», ha scritto Jezebel di recente. «Hanno iniziato a saltare fuori all’improvviso», ha osservato la rivista di moda W con riferimento a «una recente e difficile da non notare proliferazione di peni nella cultura pop». Anche il Wall Street Journal ha fatto notare che «la nudità frontale integrale maschile, un tempo relegata a certo cinema d’autore [oltre che ovviamente al porno] sta diventando mainstream».
In parte, la comparsa dei peni negli schermi c’entra con l’evoluzione dell’offerta televisiva, ma ci sono anche ragioni culturali, legate alla volontà di offrire nuovi sguardi e punti di vista, che si sono portati dietro un nuovo modo di rappresentare e percepire il nudo maschile nel cinema e nella serialità televisiva.
I casi sono numerosi, senz’altro più di qualche anno fa anche se ancora tutto sommato circoscritti. Negli ultimi mesi si sono visti peni nel film indie Red Rocket, nel drammatico e storico Mothering Sunday e in film candidati all’Oscar come Il potere del cane e La fiera delle illusioni. Per quanto riguarda le serie, si è parlato soprattutto dei peni di Sex/Life, White Lotus, Succession, Scene da un matrimonio, And Just Like That, Normal People ed Euphoria.
Già solo in queste prime settimane del 2022 si è senz’altro fatto notare il pene che si vede in Pam & Tommy (un pene parlante, con il quale Tommy Lee ha un dialogo) e, di nuovo, nella seconda stagione di Euphoria, una serie la cui rappresentazione dei nudi maschili ha attirato attenzioni particolari.
– Leggi anche: Pamela Anderson, Tommy Lee e il loro celebre video
Non è possibile avere dati precisi su quanti peni si siano visti nella storia del cinema e della televisione, ma per capire la loro generale assenza dai titoli non pornografici basta ricordare quanto si fece notare quello di Richard Gere in American Gigolò nel 1980. «Ha un posto speciale nella storia della nudità frontale integrale», ha scritto Jezebel, «per il suo essere uno dei rari film mainstream e di successo a mostrare il pene del suo protagonista». Nel film, il gigolò interpretato dal non ancora famosissimo Gere è più volte nudo, e secondo W «allora fu considerata una mossa piuttosto azzardata da parte di Gere». Che però, anche grazie a quel ruolo (che precedette di due anni quello in Ufficiale e gentiluomo e di dieci quello in Pretty Woman) «divenne quasi istantaneamente un sex symbol».
Anche fuori dal cinema d’autore, nel Novecento si videro peni sia prima che dopo American Gigolò, ma furono perlopiù eccezioni o provocazioni, e comunque rarità. Uno dei più famosi degli anni Novanta fu quello di Mark Wahlberg nel finale di Boogie Nights, intorno al quale nacque una sorta di leggenda almeno finché, anni dopo, non fu confermato che si trattava di una protesi.
Peter Lehman, professore di cinema e media studies e autore, nel 2007, del saggio Running Scared: Masculinity and the Representation of the Male Body, ha spiegato a Jezebel che «le porte iniziarono ad aprirsi davvero solo con Oz», che andò in onda tra il 1997 e il 2003 su HBO (quindi su un canale a pagamento). Fu una delle prime serie ad avere un approccio cinematografico ed episodi dalla durata di circa un’ora ciascuno. In Oz, ambientata in un carcere, gli uomini nudi non erano rari, e i peni spesso visibili.
Oz, peraltro, fu prodotta da Barry Levinson: padre di Sam, creatore di Euphoria, che nel secondo episodio della sua prima stagione mostrò alcune decine di maschi nudi in uno spogliatoio (una citazione, virata al maschile, di una nota scena di Carrie – Lo sguardo di Satana) e che aveva una scena in cui Rue, la protagonista interpretata da Zendaya, rompeva la cosiddetta quarta parete per una breve ma efficace guida, a favore del pubblico, riguardante le foto di peni ricevute per messaggio.
Dopo Oz e prima di Euphoria gli avvistamenti di peni si fecero un po’ più frequenti, ma restarono relegati soprattutto a certa serialità televisiva considerata di qualità e limitata alla televisione via cavo o in streaming, per esempio in Game of Thrones, American Gods o qualche serie di Netflix. Nel cinema, in molti casi succedeva invece che i peni fossero mostrati o utilizzati nella trama perlopiù per comicità: succede, per citare qualche caso, in Non mi scaricare, American Pie, Scary Movie, Tutti pazzi per Mary, Borat o Un weekend da leoni. Il pene in questi casi aveva una funzione essenzialmente comica e non erotica, né serviva davvero a scandalizzare o a raccontare qualcosa “senza filtri”.
In generale, tuttavia, è perlopiù corretta l’osservazione di Jezebel, secondo cui «la completa nudità maschile continua spesso a essere un tabù», nonostante noi tutti abbiamo nelle tasche e spesso davanti agli occhi «sistemi di accesso alla pornografia e alla possibilità di vedere corpi nudi impensabili per ogni altra generazione precedente». Sempre secondo Jezebel, «non importa come è inquadrato, la vista di un pene in un film o in una serie continua a essere permeata da un tocco di trasgressività», anche quando – e succede spesso – quello che si vede non è un vero pene, bensì una protesi.
Queste protesi sono usate quando l’attore preferisce così, quando la trama richiede un tipo di pene particolare, oppure quando la scena richiede che qualche altro attore o attrice debba in qualche modo averci a che fare. Chi fa queste protesi dice di stare lavorando come mai prima d’ora.
– Leggi anche: Tutto quello che avreste voluto sapere sulle scene di sesso nei film
Eppure, «scena di pene dopo scena di pene», ognuna di queste apparizioni diventa un po’ meno trasgressiva, un po’ meno raccontata dagli articoli che puntualmente vengono pubblicati a riguardo e che indagano se quello visto o intravisto fosse o meno un vero pene. È una tendenza legata all’affermarsi dei canali a pagamento (in genere satellitari in Italia e via cavo negli Stati Uniti) e poi dello streaming. Così come per altre questioni, canali nuovi e diversi (da HBO a Netflix, passando per tutti gli emuli e i concorrenti del caso) hanno permesso maggiore libertà e sperimentazione, oltre alla necessità di offrire qualcosa che altrove non c’era. Una libertà che, vista l’influenza della televisione, si è allargata in certi casi anche al cinema più mainstream, anche se a volte la presenza di un nudo integrale maschile può portare un film a essere catalogato come meno adatto a certi pubblici o paesi, compromettendone gli incassi.
I canali a pagamento esistono però da decenni, e lo streaming da molto prima del 2021, l’anno in cui i peni «hanno iniziato a saltare fuori all’improvviso». Le motivazioni dell’incremento recente dei nudi maschili integrali infatti sono più culturali, legate ai modi in cui Hollywood, e di conseguenza anche il cinema e la televisione prodotti altrove, stanno riflettendo sul sessismo e sulla prevalenza dello sguardo maschile, cercando di allontanarsi da quei meccanismi e stereotipi che avevano reso perlopiù normali i nudi femminili, e invece scandalosi quelli maschili.
In sei stagioni di Sex and the City, una serie piena di sesso e di discussioni sul sesso, con dialoghi in cui i riferimenti agli organi sessuali maschili erano frequenti e intensi, non si vede per esempio nemmeno un pene.
La questione comunque è più complessa di una semplice enumerazione delle occasioni in cui qualcosa viene o non viene mostrato. C’è una differenza tra la semplice nudità intesa come assenza di vestiti e le scene in cui il nudo, o anche solo un semplice organo sessuale, è mostrato per altri scopi. Nella maggior parte dei casi, i nudi – parziali o totali – femminili erano e sono lì per essere osservati, per essere oggetti del desiderio di qualche protagonista e del pubblico: a questo proposito, Jezebel cita il nudo di Kate Winslet in Titanic.
È più raro invece che i nudi maschili svolgano la stessa funzione: succede qualcosa di simile a Gere in American Gigolò, ma in molti altri casi no. Che sia divertimento o provocazione, raramente un pene cinematografico o televisivo è mostrato per essere ammirato e davvero sessualizzato. In estrema sintesi, ha scritto Jezebel, «la maggior parte delle scene di nudo maschile non sono sexy». Spesso, tra l’altro, un pene si vede per pochissimo tempo, in genere meno di quello dedicato a un nudo femminile.
Ancora oggi insomma si tende a segnalare e percepire la presenza di un nudo maschile come qualcosa di diverso, di più notevole e pruriginoso rispetto a quello femminile. Soprattutto, ci sono ancora molti modi e contesti in cui i peni non sono quasi mai mostrati. Su tutti, i peni in erezione. E, diciamo per estensione, c’è anche una certa reticenza verso lo sperma, che ancor più degli organi da cui proviene serve, quando esiste nei film, a far ridere.
L’oggettivo aumento dei peni nel cinema e nelle serie, in ogni caso, coincide con un’altra tendenza già piuttosto raccontata ed evidenziata da alcuni dati: la drastica diminuzione delle scene di sesso, attribuita a varie cause tra cui la diffusione della pornografia online da una parte e un maggiore puritanesimo della società americana e soprattutto dell’élite che si occupa della produzione culturale dall’altra.