Le celebrità si stanno appassionando agli NFT
E potrebbe essere un problema, perché rischiano di attrarre persone poco esperte in un mercato fortemente speculativo
Quando nel marzo del 2021 la casa d’aste Christie’s vendette per l’equivalente di 69,3 milioni di dollari in criptovalute l’opera d’arte digitale Everydays: The First 5000 Days di Beeple, il concetto di NFT (acronimo che sta per Non-Fungible Token) era perlopiù sconosciuto al grande pubblico. A meno di un anno di distanza, questi certificati digitali di autenticità, che permettono di rivendicare la proprietà di uno specifico file – opere d’arte, video, meme, accessori virtuali da sfoggiare nei videogiochi – attirano l’interesse di sempre più persone, in parte probabilmente influenzate dagli endorsement che gli NFT hanno ricevuto di recente da un numero crescente di celebrità. Il cantante Justin Bieber, le attrici Gwyneth Paltrow e Reese Witherspoon sono soltanto alcuni dei personaggi famosi che hanno annunciato di aver acquistato NFT, dando enorme risonanza ad un settore altamente speculativo in cui abbondano le truffe.
Tra i casi più citati c’è quello di Paris Hilton, che a fine gennaio era stata la protagonista di un segmento molto discusso del talk show statunitense The Tonight Show. Nell’intervista, l’imprenditrice ed ereditiera aveva mostrato al conduttore Jimmy Fallon la propria “Bored Ape”, ovvero il disegno digitale di una scimmia antropomorfa che indossa un cappello e degli occhiali da sole, dicendo di aver speso oltre 300mila dollari per acquistarne l’NFT. Fallon aveva pronta una riproduzione della sua scimmia, acquistata qualche mese prima per 216mila dollari.
In uno scambio molto goffo e imbarazzato, Hilton e Fallon si sono complimentati a vicenda per gli acquisti, suscitando estese derisioni online. La conversazione è sembrata a molti un messaggio promozionale mascherato, perlomeno ai molti critici degli NFT che trovano semplicemente ridicola l’idea che qualcuno possa pagare somme di denaro così alte per opere dal valore artistico dubbio. Per di più senza ottenerne i diritti d’autore, dato che ciò che viene acquistato è soltanto l’insieme di informazioni digitali che caratterizzano uno specifico file all’interno di una blockchain, che è un registro digitale decentralizzato (e che non necessita, quindi, di autorità esterne, come le banche o i governi, per esistere) basato su dei complessi calcoli matematici che lo rendono immutabile.
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Ciò che è indubbio è che, parlando dei propri investimenti in televisione a una platea che si aggira in media attorno al milione e mezzo di spettatori, Hilton ha contribuito a portare gli NFT di fronte a un grande pubblico che in larga parte non ha ancora capito esattamente di cosa si tratti.
Gli NFT, d’altronde, sono ancora una nicchia anche all’interno del più vasto mercato delle criptovalute: se il valore combinato di tutti gli NFT è valutato, al momento, a circa 16 miliardi di dollari, si tratta di appena l’1% di un settore che vale all’incirca 2mila miliardi.
Circa la metà del valore totale del mercato degli NFT è dato da file che fanno parte di collezioni di avatar a edizione limitata, come le scimmie del Bored Ape Yacht Club – in italiano Club Esclusivo per Scimmie Annoiate – o gli zombie pixelati della collezione CryptoPunks. Esistono 10mila esemplari di CryptoPunk e altri 10mila esemplari di Bored Ape. In entrambi i casi, i loro creatori hanno chiesto a un computer di generarli casualmente sulla base di alcune caratteristiche più o meno rare. Inizialmente acquistare l’NFT di una Bored Ape o un CryptoPunk era piuttosto accessibile: gli zombie all’inizio erano stati rilasciati gratuitamente e potevano essere rivendicati da chiunque avesse un portafoglio digitale sulla piattaforma Ethereum, mentre le scimmie vennero vendute, l’aprile scorso, a meno di 200 dollari l’una.
Da allora, però, il loro valore è aumentato tantissimo sul mercato secondario, e in alcuni circoli di ultraricchi e appassionati di blockchain possedere uno di questi avatar è un enorme motivo di vanto, oltre che simbolo di status e ricchezza.
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Tra le celebrità che negli scorsi mesi hanno comprato una Bored Ape non ci sono solo Hilton e Fallon, ma anche l’attrice Gwyneth Paltrow, lo youtuber Logan Paul, gli sportivi Mark Cuban, Neymar, Stephen Curry e Serena Williams, i musicisti Post Malone, Eminem, Marshmello, Timbaland, DJ Khaled e Snoop Dogg. Ci sono poi celebrità che li collezionano, come il DJ Steve Aoki, che possiede almeno nove Bored Ape, due NFT della collezione Mutant Ape e un CryptoPunk. Jay-Z, Snoop Dogg e Jason Derulo hanno tutti comprato un CryptoPunk nel 2021, mentre la supermodella Heidi Klum ne ha comprato uno dai capelli biondi per l’equivalente di 260mila dollari a inizio febbraio.
Oltre ad investire in NFT già esistenti, diverse celebrità si stanno cimentando nelle collezioni proprie. È il caso, ancora, di Paris Hilton, che aveva venduto il proprio primo NFT già nel 2020 e ha investito in una piattaforma specializzata, ma anche dello storico skateboarder Tony Hawk, che ha messo in vendita cinque oggetti da collezione digitali raffiguranti i suoi trick più famosi a inizio febbraio, e la musicista Grimes, che nel marzo 2021 aveva pubblicato una serie di NFT raffiguranti brevi video musicali da lei girati.
Dato che comprare NFT può essere piuttosto complesso per chi non è già a proprio agio con il mondo delle criptovalute, esistono servizi che si occupano di investire in questo genere di beni per conto di clienti facoltosi, assumendosi l’onere di avere a che fare con Ethereum, portafogli digitali e altre questioni tecniche. Il più famoso di questi “concierge” si chiama MoonPay, ed è stato anche citato da Hilton e Fallon durante la loro conversazione sul palco del Tonight Show: tra i suoi clienti ci sono sicuramente Snoop Dogg, Diplo, l’attore Kevin Hart, e Paltrow, che ha ringraziato l’azienda su Twitter quando ha comprato la propria Bored Ape.
Il CEO di MoonPay, Ivan Soto-Wright, dice che la crescita dell’azienda è «al 100% organica» e che le celebrità sono davvero entusiaste «della promessa degli NFT di trasformare il modo in cui vengono gestiti i diritti digitali, la proprietà intellettuale e le relazioni con i fan». Un portavoce della società ha anche detto che tutti i clienti famosi hanno avviato le transazioni per conto proprio e non sono stati pagati per parlare del servizio. L’unica pubblicità pagata da MoonPay, fino ad ora, sarebbe una citazione contenuta in un recente video musicale di Post Malone.
Non è chiaro se l’entusiasmo di tutte queste celebrità per il mondo degli NFT e delle criptovalute sia effettivamente genuino. Ad esempio, almeno nel caso della Bored Ape comprata da Justin Bieber, sembra che le criptovalute necessarie ad acquistarlo gli siano state date da Gianpiero D’Alessandro, un socio in affari di Bieber, come parte di un complesso piano per pubblicizzare degli NFT lanciati dallo stesso D’Alessandro.
Diversi osservatori hanno anche fatto notare che c’è una certa promiscuità tra le star che si stanno inserendo nel settore di criptovalute e NFT e il mondo finanziario che ci sta dietro: la Creative Artists Agency (CAA), influente agenzia di talenti che rappresenta tra gli altri Jimmy Fallon, Gwyneth Paltrow e Heidi Klum, è tra gli investitori di OpenSea, la principale piattaforma per acquistare NFT, e ha recentemente firmato un accordo per rappresentare l’artista di NFT 0xb1.
Non è soltanto questa ambiguità, però, a suscitare dubbi. Il dibattito sul tema, infatti, è molto polarizzato: se da una parte c’è chi vede nella blockchain e le sue varie applicazioni – tra cui gli NFT – il futuro di Internet (o quanto meno un modo facile per arricchirsi), dall’altra moltissimi sollevano critiche di natura sia ambientale – la blockchain richiede enormi quantità di energia per funzionare – sia sociale e politica.
Una delle critiche più comuni riguarda il fatto che gli NFT funzionano come investimenti speculativi. Si spendono cifre anche significative per comprare questi certificati digitali, scommettendo sul fatto che il loro valore crescerà in futuro e potranno essere venduti a una cifra ancora più alta. Più persone conoscono gli NFT e pensano che abbia senso investirci, più è probabile che il loro valore salga. Per guadagnare dal proprio investimento conviene quindi che un numero crescente di persone creda nel valore degli NFT e ci spenda i propri soldi, convincendosi di poter rivendere poi quell’NFT a un valore ancora maggiore. Per questo c’è chi teme che si tratti di una grossa bolla speculativa pronta ad esplodere, o di uno schema piramidale, cioè un sistema economico truffaldino in cui l’arricchimento dei vertici si basa sull’arruolamento di altre persone.
In questo contesto, il fatto che celebrità con milioni di follower accostino la credibilità e la popolarità del proprio nome agli NFT contribuisce ad attribuire a queste opere un valore che non sarebbe altrimenti scontato, legittimando l’idea che investirci sia una buona idea.
Dei rischi di permettere a celebrità e influencer di pubblicizzare asset altamente speculativi, e il cui valore è quindi molto volatile, si sta già parlando in relazione alle criptovalute, che sono comunque necessarie per comprare NFT.
La promozione di criptovalute ha già creato problemi con la legge ad alcuni personaggi famosi: a inizio gennaio l’influencer Kim Kardashian, il pugile Floyd Mayweather e l’ex star dell’NBA Paul Pierce erano stati citati in giudizio per essersi arricchiti indebitamente con un cosiddetto schema “pump and dump”, utilizzando la propria fama personale per convincere gli investitori ad acquistare una criptovaluta pressoché sconosciuta, EthereumMax, a prezzi gonfiati artificialmente. Kardashian ha affermato che il post su Instagram in cui parlava di EthereumMax con la dicitura #ad, usata normalmente per indicare i post sponsorizzati da terze parti, «non costituisce un consiglio finanziario». Ma Charles Randell, che è a capo della Financial Conduct Authority, un importante ente che regola la borsa britannica, ha detto che il post di Kardashian «potrebbe essere stata la promozione finanziaria con il più ampio pubblico della storia».
Così, il moltiplicarsi di messaggi pubblicitari nel settore delle criptovalute ha recentemente portato i governi di Regno Unito, Spagna e Singapore ad annunciare misure volte a regolamentare queste pubblicità per proteggere gli investitori meno esperti, che vengono esortati a non perdere l’occasione di arricchirsi, ma che potrebbero non avere le conoscenze necessarie per calcolare autonomamente i propri rischi. Per il vincitore del Premio Nobel per l’Economia Paul Krugman, ci sono sempre più segnali che «i rischi degli investimenti nelle criptovalute stiano ricadendo in modo sproporzionato su persone che non sanno in cosa si stanno cacciando e che sono mal posizionate per gestire le conseguenze».
Tra loro, soprattutto negli Stati Uniti, ci sono tantissime persone marginalizzate dal sistema finanziario tradizionale che sperano di prendere la propria rivincita, diventando milionari grazie a criptovalute e NFT.
Le celebrità che li esortano a non perdersi la nuova “corsa all’oro” sono sempre di più: durante il Super Bowl, il seguitissimo evento sportivo americano, insieme ai trailer dei nuovi film in uscita quest’anno e alle pubblicità di aziende più tradizionali sono stati mandati in onda gli annunci di diversi servizi online per l’acquisto e la vendita di valute digitali che hanno assoldato celebrità come il giocatore di basket LeBron James e l’attore comico Larry David.