Una settimana decisiva per la guerra in Ucraina
Nei prossimi giorni ci saranno una serie di scadenze e appuntamenti da cui dipenderà, verosimilmente, un eventuale conflitto
Diversi analisti e commentatori ritengono che i prossimi giorni saranno quelli decisivi per capire se la Russia invaderà davvero l’Ucraina, dopo che per settimane ha ammassato migliaia di soldati al confine – che non potranno essere mantenuti in attività per molto altro tempo – e avanzato richieste considerate irricevibili al governo ucraino e alla NATO.
Per martedì 15 febbraio è fissata la visita in Russia del cancelliere tedesco Olaf Scholz. Sarà solo l’ultima di una serie di incontri e telefonate fra il presidente Vladimir Putin e vari leader occidentali, che finora non hanno portato a nessun accordo o sviluppo particolare. «Scholz potrebbe essere l’ultimo capo di governo occidentale ad avere la possibilità di parlare di persona a Putin e convincerlo a non lanciare un attacco», scrive Politico. I funzionari tedeschi stanno comunque cercando di abbassare le aspettative dell’incontro, facendo notare che l’obiettivo principale sarà quello di mantenere aperto il dialogo fra l’Occidente e Putin.
Il 16 febbraio, invece, è stato indicato da diversi funzionari statunitensi ed europei come il giorno più probabile per l’inizio di una invasione di terra dell’Ucraina da parte della Russia, anche se non è chiarissimo sulla base di quali elementi.
Che la situazione sia ulteriormente precipitata negli ultimi giorni sembra piuttosto evidente: le ambasciate occidentali in Ucraina si stanno svuotando – benché appena due giorni fa l’Alto rappresentante per gli affari esteri Josep Borrell sottolineasse che sarebbero rimaste attive – mentre le compagnie aeree stanno evitando lo spazio aereo ucraino e cancellando voli su voli per Kiev.
Ukraine's airspace looking quiet – airlines have started announcing they'll be avoiding the country + say they'll no longer be insured to fly there from tomorrow pic.twitter.com/SFo0LZAbGz
— Mari Eccles (@MariEccles) February 13, 2022
Un’altra data da tenere d’occhio sarà domenica 20 febbraio. Sarà il giorno in cui in teoria finiranno le esercitazioni militari dell’esercito russo e bielorusso in Bielorussia, che secondo diversi osservatori occidentali potrebbero aprire un fronte settentrionale in caso di invasione dell’Ucraina, e soprattutto le Olimpiadi invernali in corso in Cina.
A fine gennaio una fonte di Bloomberg aveva ipotizzato che la Cina, il più importante alleato internazionale della Russia, avesse chiesto alla Russia di aspettare la fine delle Olimpiadi per invadere l’Ucraina, per non oscurare la buona riuscita del torneo. Il governo cinese aveva subito smentito questa ipotesi, che però nel frattempo è stata ripresa e giudicata quantomeno plausibile da diversi altri osservatori.
Entro la fine della settimana, nota Associated Press, i leader occidentali si aspettano infine una risposta formale della Russia dopo che la NATO ha giudicato irricevibili le richieste del governo russo, che per ridurre la tensione aveva chiesto un sostanziale disimpegno dell’Occidente in vari paesi dell’Europa orientale.
Non è chiaro se Putin abbia anticipato la sua risposta in una telefonata di circa un’ora che ha avuto con Biden domenica sera. L’amministrazione Biden ha spiegato che la conversazione fra i due non ha avuto alcuno sviluppo concreto. «Non ci ha dato alcuna ragione per essere ottimisti», ha aggiunto il Consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan.