Il comune di Napoli sta cercando tutte le persone a cui deve soldi
Un nuovo ufficio avrà il compito di ricevere le richieste di pagamenti arretrati e proporre accordi per sanare gli enormi debiti del comune
Il 31 gennaio il comune di Napoli ha pubblicato un avviso rivolto ai suoi creditori: entro il 4 aprile dovranno farsi avanti per avere almeno una parte dei soldi che costituiscono l’enorme debito accumulato dall’amministrazione negli ultimi decenni. È una somma talmente grande che nemmeno gli uffici comunali sanno con certezza a quanto ammonti in totale.
Il comune sta cercando tutti i suoi creditori per iniziare a sistemare i conti e in questo modo rispettare il cosiddetto Patto per Napoli, inserito nella legge di Bilancio approvata dal Parlamento a fine anno. Il Patto per Napoli è un accordo tra l’amministrazione comunale e lo Stato per evitare il fallimento e prevede un sostanzioso aiuto economico statale – 1,3 miliardi di euro – a fronte di un impegno del comune che dovrà sanare i conti nel più breve tempo possibile.
Negli ultimi anni a Napoli è stato accumulato un debito di 2.599 euro per ogni abitante, secondo le somme già accertate: il rischio di fallimento è stato il principale tema su cui si erano confrontati i candidati sindaci alle ultime elezioni comunali di inizio ottobre, vinte dal candidato del centrosinistra Gaetano Manfredi.
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Già durante il primo mandato del sindaco Luigi de Magistris, dieci anni fa, a Napoli emersero vecchi debiti per 800 milioni di euro accumulati dalle amministrazioni precedenti e che non sono stati ancora pagati: il consorzio Cr8, incaricato dei lavori successivi al terremoto dell’Irpinia del 1981, attende ancora 100 milioni di euro, ma ci sono anche debiti più recenti, come i 50 milioni risalenti all’emergenza rifiuti del 2008. Dal 2012 il comune è in una situazione che tecnicamente viene definita di pre-dissesto, una procedura di riequilibrio finanziario autorizzata dalla Corte dei Conti e che consente di accedere a un fondo specifico per pagare i debiti.
Per capire quanti sono i creditori e stabilire con esattezza quanto sia il debito totale, il comune ha creato un nuovo “ufficio transizioni” che ha il compito di ricevere tutte le richieste di pagamento. «In questo modo noi possiamo avere contezza di chi è creditore e a quale settore appartiene», ha detto l’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta. «Con questa struttura ad hoc, l’amministrazione compie un passo fondamentale per dedicarsi in maniera esclusiva alla definizione dei rapporti con i creditori e così tenere fede agli impegni contenuti nell’accordo che ci porterà alla stesura di un piano di risanamento in sintonia con le indicazioni del ministero delle Finanze».
Una volta stabilito quanti siano davvero i debiti, il comune dovrà proporre una transazione ai suoi creditori, cioè un accordo per restituire dal 40 all’80 per cento dei soldi dovuti.
Sono state fissate quattro soglie che fissano le percentuali di restituzione: chi ha un credito da riscuotere da più di 10 anni riceverà una proposta di transazione al 40 per cento del totale, percentuale che sale al 50 per cento per i debiti accumulati tra il 2012 e il 2016, al 60 per cento per quelli tra il 2017 e il 2018 e infine all’80 per cento per tutte le fatture non pagate emesse tra il 2019 e il 31 dicembre 2021.
La proposta di accordo dovrà essere accettata entro trenta giorni e prevede la rinuncia a qualsiasi pretesa successiva. Il comune avrà poi venti giorni di tempo per pagare il debito. Chi non accetterà la proposta e continuerà a rivendicare il 100 per cento delle somme attese dal comune potrà rivolgersi al tribunale, con tempi decisamente più lunghi.
Durante un incontro tra i rappresentanti del comune e il ministero, si è valutata la possibilità di pagare interamente almeno una parte dei debiti accumulati negli ultimi due anni, soprattutto i mancati pagamenti più recenti e in particolare quelli delle aziende che si occupano delle mense scolastiche e dei cimiteri della città a cui sono state bloccate le fatture emesse lo scorso dicembre.