Il piano di Elon Musk per Marte è in ritardo
L’ultima presentazione su come colonizzerà il pianeta ed esplorerà la Luna con la sua astronave Starship ha deluso chi si aspettava grandi novità
Da un piccolo palco a pochi metri dalla sua gigantesca astronave Starship, giovedì sera Elon Musk ha dato alcuni aggiornamenti sul suo ambizioso progetto per raggiungere la Luna e colonizzare Marte. La presentazione – avvenuta dal complesso di lancio Starbase nel sud del Texas – era attesa da mesi, ma chi si aspettava novità importanti e qualche dettaglio in più su un piano così ardito è rimasto deluso.
Parlando dei progressi raggiunti dalla sua azienda spaziale SpaceX, Musk ha sostanzialmente ripetuto quanto aveva già annunciato in occasioni precedenti, senza rivelare particolari novità e orizzonti per la sua iniziativa.
SpaceX, di gran lunga l’azienda spaziale che effettua più lanci ogni anno verso l’orbita terrestre grazie ai suoi razzi Falcon 9, lavora ormai da diversi anni a Starship, il cui sistema di lancio dovrebbe diventare il più potente mai realizzato.
A Boca Chica, un’ampia area pianeggiante del Texas meridionale che si affaccia sul Golfo del Messico, la società ha realizzato Starbase, un esteso complesso per la costruzione e la sperimentazione della nuova astronave Starship e del razzo Super Heavy, che avrà il compito di spingerla in orbita.
Starbase nel tempo si è espansa comprendendo numerosi edifici e capannoni, ma soprattutto una grande rampa di lancio che si è rivelata difficile da progettare e costruire quasi quanto l’astronave, ha spiegato Musk nel corso della presentazione. A fare da sfondo al CEO di SpaceX e Tesla c’erano proprio l’imponente struttura della rampa di lancio, con Starship e Super Heavy montati l’una sull’altro per un’altezza equivalente a un palazzo di circa 40 piani (120 metri).
Davanti a un pubblico di impiegati di SpaceX, semplici appassionati e alcune decine di giornalisti, Musk ha esordito riprendendo un tema ricorrente nei suoi discorsi: la necessità di rendere la vita “multiplanetaria”. La sua idea deriva dalla convinzione che il futuro della specie umana dipenda dalla capacità di colonizzare altri pianeti, e che per farlo siano necessarie astronavi molto più grandi e potenti delle attuali, che consentano di trasportare persone, merci e materiale su Marte.
Starship dovrebbe diventare in tal senso il mezzo per rendere tutto questo possibile, ma negli anni il progetto fantascientifico di Musk si è dovuto scontrare più volte con la realtà, a partire dai tempi di realizzazione.
Nel 2016, Musk ipotizzò che Starship potesse essere pronta per compiere un primo viaggio sperimentale senza equipaggio verso Marte nel 2022, e con persone a bordo un paio di anni dopo. Le cose andarono diversamente: il progetto fu rivisto, l’astronave sensibilmente ridisegnata e così anche il calendario per il suo sviluppo.
A settembre del 2019, Musk disse che Starship avrebbe probabilmente compiuto un primo volo orbitale nei sei mesi successivi: ne sono passati quasi 30, di mesi, e l’astronave non ha mai superato l’atmosfera terrestre.
Durante la presentazione, Musk ha detto che il primo volo orbitale dovrebbe avvenire entro la fine di quest’anno, ma non ha fornito altri dettagli. Oltre alle difficoltà tecniche, SpaceX deve fare i conti con l’ottenimento dei permessi da parte delle agenzie federali per condurre i propri test. Un’analisi sull’impatto ambientale a Boca Chica e su eventuali problemi di sicurezza è ancora in corso da parte del governo statunitense. L’esito potrebbe essere comunicato entro la fine di marzo e in questo caso SpaceX potrebbe condurre il proprio test orbitale prima dell’estate, ha fatto intendere Musk.
Starship, che da sola è alta 50 metri e ha un diametro di 9 metri, per ora ha compiuto solamente alcuni importanti test di lancio, raggiungendo un’altitudine massima di 10mila metri. Nell’ultima prova effettuata a inizio maggio del 2021, l’astronave era riuscita a compiere un atterraggio controllato, senza esplodere al contatto col suolo come era successo in precedenza agli altri prototipi. Super Heavy (alto 69 metri), invece, non ha mai volato e ha condotto solamente alcuni test a terra dei suoi 29 motori.
Musk ha poi mostrato un’animazione, una versione aggiornata di altre simili mostrate in passato, per illustrare il funzionamento del sistema di lancio. Come era già stato annunciato in passato, prevede che i lanci avvengano con Starship montata sulla sommità di Super Heavy. Il grande razzo accende i suoi 29 motori e spinge la grande astronave oltre l’atmosfera terrestre, effettuando poi una manovra per rientrare sulla Terra e raggiungere nuovamente la rampa di lancio, dove due bracci meccanici hanno il compito di prenderlo al volo.
Starship potrà in questo modo trasportare in orbita satelliti e altro materiale, rientrando poi sulla Terra come Super Heavy. Nel caso di viaggi più lunghi, verso la Luna o Marte, rimarrà invece in orbita in attesa di essere raggiunta e di collegarsi a un’altra astronave per effettuare un rifornimento e avere combustibile a sufficienza per spingersi nello Spazio profondo.
Nei primi anni Starship sarà impiegata per lo più per viaggi di breve durata per il trasporto di satelliti in orbita, in modo da verificare l’affidabilità del sistema prima di far volare a bordo gli equipaggi. Musk non ha però fornito nuovi dettagli su questi aspetti, né su come sarà progettato l’interno della grande astronave per gli astronauti e quali sistemi saranno adottati per schermarli dalle radiazioni nocive, nel caso di un viaggio di svariati mesi verso Marte.
Nel complesso, non sono state fornite nuove informazioni sulla parte preponderante del progetto, che riguarda i viaggi verso la Luna e in seguito la colonizzazione di Marte da tempo auspicata da Musk. La mancanza di dettagli ha ricevuto diverse critiche, specialmente per quanto riguarda le future missioni lunari in cui sarà coinvolta Starship. E non è cosa da poco, visto che il progetto interessa direttamente la NASA.
Ad aprile del 2021, la NASA aveva infatti assegnato a SpaceX un contratto da 2,9 miliardi di dollari per impiegare Starship come mezzo per il prossimo allunaggio nell’ambito del programma spaziale Artemis, avviato proprio per tornare sulla Luna con equipaggi. Il piano prevede che il nuovo allunaggio, il primo con un’astronauta, avvenga nel 2025, ma ci sono forti dubbi sul fatto che anche la NASA possa avere tutte le strumentazioni necessarie pronte per allora. La NASA deve ancora testare un altro gigantesco razzo, lo Space Launch System (SLS), che in futuro dovrà trasportare gli astronauti fino alla Luna all’interno della capsula Orion, che dovrà poi collegarsi a Starship per effettuare l’allunaggio vero e proprio.
Parlando dei progetti lunari della NASA che coinvolgono SpaceX, Musk si è comunque dimostrato piuttosto ottimista: «Costruiremo un sacco di astronavi e un sacco di razzi. Aggiungere delle zampe all’astronave per farla atterrare sulla Luna può essere fatto piuttosto velocemente». Anche in questo caso, Musk non ha fornito altri dettagli né fatto previsioni sui tempi, che potrebbero comunque essere condizionati dal lento avanzamento di SLS.
Al di là delle difficoltà e dei ritardi, Starship rimane il più grande e ambizioso progetto nella storia recente delle esplorazioni spaziali. Ciò spiega sia il grande interesse sia una certa impazienza da parte di esperti, appassionati e media. In passato SpaceX ha del resto dimostrato di poter ottenere grandi risultati e in pochi anni ha portato notevoli innovazioni nell’industria spaziale, rendendo possibili lanci frequenti e a costi relativamente contenuti grazie ai suoi razzi che possono essere riutilizzati almeno in parte.
The launch tower at Starbase will help stack Starship and catch the Super Heavy rocket booster pic.twitter.com/xXmonamEDA
— SpaceX (@SpaceX) February 11, 2022
Starship potrebbe diventare il primo sistema di lancio completamente riutilizzabile, con il potenziale di ridurre molto il costo per trasportare in orbita satelliti, moduli delle stazioni spaziali e altro materiale. Musk ritiene che a pieno regime il trasporto di 100 tonnellate di materiale oltre l’atmosfera terrestre potrebbe costare circa 10 milioni di dollari, una frazione rispetto alle svariate decine di milioni di dollari che si spendono oggi per trasportare poche tonnellate.
Un simile risultato potrà essere ottenuto solo con la costruzione di decine di Starship, una prospettiva affascinante, ma ancora distante dalla realtà dei prototipi finora disponibili e sperimentati. A pieno regime, ha detto Musk, il sistema potrebbe consentire il trasporto «di un milione di tonnellate di materiale sulla superficie di Marte per creare una città in grado di autosostenersi. […] È la prima volta in 4,5 miliardi di anni che ciò diventa possibile, dobbiamo cogliere l’opportunità e farlo il più in fretta possibile».