A Trento il concerto di Vasco Rossi è diventato un grosso caso politico
È voluto fortemente dalla provincia, ma ha creato enormi polemiche per le misure di sicurezza, l'organizzazione carente e i soldi spesi
Mercoledì 9 febbraio durante il Consiglio della provincia autonoma di Trento si è discusso per quasi otto ore del concerto di Vasco Rossi in programma il prossimo 20 maggio in un’enorme area a sud della città. Da anni, dicono i consiglieri, non si vedeva una contrapposizione così dura tra la maggioranza e l’opposizione. Il confronto in aula è stato solo l’ultimo di una serie destinata a continuare nelle prossime settimane, perché il presidente Maurizio Fugatti e la Lega, che governa la provincia autonoma di Trento dal 2018, hanno puntato moltissimo su questo concerto, considerato un’occasione di rilancio turistico dopo l’epidemia.
Gli sforzi, i soldi già spesi e le promesse hanno raggiunto un livello tale da rendere questo concerto decisivo per il futuro della maggioranza, a tal punto che alcuni osservatori lo definiscono una scommessa politica rischiosa per Fugatti: tra le altre cose, sono in corso aspre polemiche sul fatto che il luogo scelto per l’evento potrebbe essere inadeguato e non rispettare gli standard di sicurezza, e che, secondo le accuse dell’opposizione, l’amministrazione avrebbe fatto pressioni per nasconderlo.
Il concerto dovrebbe essere il più grande evento organizzato in Trentino negli ultimi anni per numero di spettatori attesi, grandezza dell’area e investimenti, un’impresa che sta richiedendo un notevole impegno agli uffici provinciali chiamati a garantire la sicurezza di 120mila persone.
Le prime discussioni risalgono a metà settembre del 2020, quando Fugatti, in piena campagna elettorale per le elezioni comunali a Trento dove la Lega aveva candidato Andrea Merler, poi sconfitto da Franco Ianeselli del centrosinistra, annunciò che nell’estate del 2021 ci sarebbe stato un concerto di Vasco Rossi in città.
Dopo alcune smentite diffuse via social dallo stesso cantautore, l’evento venne confermato, ma le restrizioni decise per limitare la diffusione dei contagi costrinsero gli organizzatori a rinviarlo al 20 maggio 2022. Nei mesi successivi, dopo la pubblicazione dei primi dettagli organizzativi, le polemiche aumentarono.
Molte delle controversie sono legate al luogo in cui si terrà il concerto. È un’area di 27 ettari in località San Vincenzo, a sud di Trento, tra la ferrovia del Brennero, una strada e una collina. Nei primi anni Duemila la Provincia autonoma, all’epoca amministrata dal centrosinistra, la comprò per 30 milioni di euro. L’intenzione era di costruirci alcune caserme (i giornali la chiamarono “cittadella militare”), tuttavia il progetto non fu confermato così come molte altre ipotesi presentate negli ultimi anni. «Chi ha il compito di amministrare deve porsi il tema di cosa fare dell’area di San Vincenzo», ha detto Fugatti durante l’ultimo consiglio provinciale. «Il concerto di Vasco Rossi sarà l’occasione per inaugurare l’area che ospiterà concerti ed eventi sportivi». Il nome scelto è Trentino Music Arena.
Dalla metà di ottobre le ruspe della Protezione civile hanno iniziato a portare in località San Vincenzo decine di migliaia di metri cubi di terra per preparare l’area al concerto di Vasco. La terra serve per livellare il terreno, ma non è l’unico lavoro richiesto: in totale la provincia ha previsto di spendere 2 milioni di euro per allestire l’area, garantire le misure di sicurezza e preparare le vie di fuga. Secondo molti esponenti dell’opposizione, il luogo scelto non ha le caratteristiche necessarie a ospitare 120mila persone soprattutto perché gli spazi per far entrare e uscire il pubblico sarebbero insufficienti.
Molti dubbi sono stati espressi anche dalla commissione provinciale di vigilanza che il 27 ottobre aveva dato un primo parere negativo all’idoneità del luogo: «Si ritiene, da un primo esame, che l’area non sia idonea per ospitare un evento con la presenza di 120mila persone. Restiamo disponibili per valutare ulteriore documentazione che dovesse essere presentata e che attestasse in modo inequivocabile la sicurezza dell’area. Si precisa che in questa sede non sono state oggetto di valutazione tutte le problematiche connesse alla viabilità, ai parcheggi, alle strutture, agli impianti e agli ulteriori aspetti di competenza della commissione».
Tra le altre cose, la commissione ha avvertito che l’area, «data la programmata presenza di oltre 120mila persone, può determinare pericolose interferenze, travolgimenti e schiacciamenti delle persone coinvolte da un evento avverso (come hanno insegnato i fatti di piazza San Carlo di Torino)». Questo parere, piuttosto importante, è stato reso noto soltanto il 4 gennaio 2022 in seguito a una richiesta di accesso agli atti presentata dal centrosinistra.
Nonostante il parere negativo, l’amministrazione provinciale non ha interrotto l’organizzazione del concerto. Nei comunicati pubblicati nelle ultime settimane, nelle conferenze stampa e durante il consiglio provinciale del 9 febbraio, la Provincia autonoma si è difesa dicendo che la commissione di vigilanza aveva dato il parere negativo senza valutare un progetto concreto semplicemente perché alla fine di ottobre non c’era un piano dettagliato con tutte le misure di sicurezza.
L’amministrazione ha spiegato che «la Protezione civile provinciale ha coinvolto, attraverso una procedura di evidenza pubblica, un esperto nazionale in materia» per avere la garanzia della massima sicurezza: «È evidente che solo a seguito dell’esame di un progetto completo di tutta la documentazione, la commissione provinciale di vigilanza si potrà esprimere ragionevolmente definendo tutti gli aspetti legati alla sicurezza; sino a quel momento stiamo parlando del nulla. Nessuna indebita pressione, quindi».
Di “pressioni” ha parlato anche il consigliere del PD Luca Zeni, che durante il Consiglio provinciale di mercoledì ha diffuso una serie di documenti acquisiti nelle ultime settimane sui lavori della commissione di vigilanza. Secondo Zeni, dai documenti emergono tentativi da parte della Provincia autonoma di nascondere alcune informazioni sull’organizzazione del concerto e sui dubbi espressi dalla commissione di vigilanza.
In particolare, in uno scambio di mail diffuso da Zeni, il dirigente della Polizia amministrativa provinciale Marzio Maccani sostiene di avere ricevuto pressioni per annullare il verbale con il parere negativo della commissione durante un incontro in cui era presente anche il presidente Fugatti, che mercoledì in aula ha definito queste accuse delle illazioni. «Evita di fare il bravo scolaretto facendo finta di coinvolgere gli altri per poi operare di testa tua», si legge in una mail inviata il 30 dicembre dal direttore generale della Provincia autonoma Paolo Nicoletti al dirigente Marzio Maccani. «L’amministrazione valuterà coerenza e correttezza del tuo operato».
Altre pressioni sarebbero state fatte per impedire al comune di Trento di venire a conoscenza del parere negativo della commissione provinciale e successivamente per impedire al consigliere Zeni di acquisire gli scambi di mail attraverso un accesso agli atti.
Negli ultimi mesi l’opposizione ha contestato anche gli accordi economici tra la Provincia autonoma e lo staff di Vasco Rossi. I biglietti vanno da 45 a 75 euro e finora ne sono stati venduti 100.400. Il ricavato andrà totalmente agli organizzatori, che gestiranno anche la parte legata al cibo e alle consumazioni.
La Provincia autonoma, oltre a non prevedere un ricavo diretto dall’evento, ha riservato al cantautore alcuni generosi benefit come il trasporto in elicottero dal luogo del concerto alla località trentina in cui risiederà durante la settimana delle prove generali, l’accoglienza a tutto lo staff con spese per un limite massimo di 300mila euro, una mostra dedicata a Vasco, il conferimento dell’Aquila di Venceslao, la massima onorificenza provinciale, e addirittura l’intitolazione di una via o una piazza.
Per il presidente Maurizio Fugatti la possibilità di organizzare uno dei concerti più grandi a livello europeo, il primo del tour di Vasco, che torna sul palco dopo due anni di interruzione a causa dell’epidemia, consentirà alla provincia di Trento di avere un ritorno considerevole sotto forma di indotto. «Si parla di 15-20 milioni di euro», ha detto a fine luglio durante la conferenza stampa di presentazione del concerto. «E soprattutto c’è da mettere in risalto il grandissimo valore promozionale per il nostro territorio. Conosciamo i numeri che Vasco Rossi può fare, e con questi numeri il successo è assicurato. Per noi è motivo di orgoglio poter dire che abbiamo portato Vasco Rossi in Trentino».