Il caso della pattinatrice russa positiva all’antidoping
Lunedì la 15enne Kamila Valieva ha vinto l’oro olimpico nell’evento a squadre, il giorno dopo un laboratorio ha comunicato la sua positività
Dopo giorni di temporeggiamenti che avevano alimentato varie indiscrezioni, il Comitato olimpico internazionale (CIO) ha confermato che la pattinatrice artistica russa Kamila Valieva, di quindici anni, è risultata positiva a un controllo antidoping effettuato durante i campionati nazionali russi dello scorso 25 dicembre. La sostanza rilevata è la trimetazidina, un farmaco che riduce il consumo di ossigeno, elencata tra le sostanze proibite dalla WADA, l’agenzia mondiale antidoping.
La conferma della positività è arrivata a quattro giorni di distanza dalla vittoria della squadra russa, di cui Valieva ha fatto parte, nell’evento misto del pattinaggio artistico alle Olimpiadi invernali di Pechino. Valieva è stata peraltro fondamentale nella vittoria ottenuta superando Stati Uniti e Giappone: nonostante abbia quindici anni è già considerata una delle pattinatrici più brave al mondo, e nel corso della prova è diventata la prima atleta olimpica a completare un salto quadruplo.
Le indiscrezioni sulla sua positività circolavano già da martedì, quindi dal giorno dopo la vittoria della squadra russa, ed è per questo che il CIO non ha ancora organizzato la cerimonia di premiazione. Il Comitato olimpico russo l’avrebbe sospesa temporaneamente il giorno stesso, dopo aver ricevuto i risultati dei test effettuati in un laboratorio accreditato a Stoccolma, salvo poi accogliere l’appello presentato dall’atleta, che quindi è stata riabilitata alle gare.
Il caso ora si fa complicato. Innanzitutto Valieva è considerata una “persona protetta” dal codice della WADA, e in quanto minore di sedici anni le notizie sul suo conto hanno un livello di privacy superiore. Il CIO e l’agenzia indipendente che si occupa dell’antidoping a Pechino 2022 faranno comunque ricorso contro la revoca della sospensione provvisoria al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, ma intanto Valieva può continuare a gareggiare e martedì potrebbe partecipare all’evento singolo, dove è tra le grandi favorite. Negli allenamenti fatti a Pechino in questi giorni, però, non è stata vista a suo agio ed è caduta più volte.
Rimane inoltre da capire perché il campione prelevato a Valieva sia rimasto in Svezia più di un mese, da fine dicembre all’8 febbraio, esattamente il giorno dopo l’evento a squadre. Intanto gli Stati Uniti stanno protestando contro quello che definiscono «un completo e disastroso fallimento per gli atleti e la fiducia del pubblico». La Russia, infatti, sta ancora scontando la squalifica imposta dal CIO per gli scandali legati al doping in cui è stata coinvolta, e per non aver fatto abbastanza per “allinearsi” ai protocolli internazionali. A Pechino non può esporre la propria bandiera né suonare il proprio inno.
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