I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia
Sono calati i ricoveri e i contagi, mentre il numero dei morti è rimasto stabile rispetto alle ultime due settimane
Nell’ultima settimana è continuato il calo dei nuovi ingressi in terapia intensiva e dei contagi, mentre il numero dei decessi è rimasto stabile rispetto alle ultime due settimane. È un andamento molto simile a quello osservato durante le prime tre ondate dell’epidemia: calano prima i nuovi casi, poi i ricoveri in terapia intensiva e infine i morti.
Durante la quarta ondata da cui ora l’Italia sta uscendo, tuttavia, sono cambiate molte cose: il rapporto tra i contagi, i ricoveri e i decessi è stato molto diverso rispetto al passato principalmente grazie all’efficacia dei vaccini. A un numero significativo di nuovi casi non è seguita un’altrettanto notevole crescita delle persone ricoverate e dei decessi. A gennaio ci sono comunque stati molti ricoveri e morti, ma molti meno rispetto a quelli che avremmo potuto osservare nelle stesse condizioni un anno fa, quando la campagna vaccinale era all’inizio.
I dati dicono che il picco della quarta ondata sembra ormai superato, anche se bisognerà aspettare ancora qualche giorno per capire quando ci sarà un calo dei decessi, un indicatore che segue notoriamente un andamento in ritardo di almeno tre settimane rispetto ai contagi e ha molti problemi di affidabilità a causa della lentezza delle notifiche dei decessi da parte delle regioni.
Dal 3 al 9 febbraio sono stati segnalati 677 nuovi ingressi in terapia intensiva, quasi il 14 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. Tra le regioni con più abitanti, la diminuzione più consistente è stata segnalata in Lombardia, Sicilia, Toscana e Piemonte.
Il Friuli Venezia Giulia è la regione con la più alta percentuale di occupazione dei posti letto in terapia intensiva sul totale dei posti disponibili, l’indicatore che serve per capire come stanno andando le cose negli ospedali. Il ministero ha fissato una soglia di allerta del 20 per cento che oltre al Friuli Venezia Giulia, al 22,9 per cento, è stata superata dal Lazio, dove i posti disponibili sono occupati al 20,1 per cento da malati positivi al coronavirus.
La regione con la più alta incidenza di ricoveri in terapia intensiva rispetto agli abitanti sono le Marche: ne sono stati segnalati 33 ogni milione di abitanti. L’Umbria, invece, è la regione con meno ricoverati rispetto agli abitanti: 10 ogni milione.
Il numero dei morti è stato stabile rispetto ai sette giorni precedenti: ne sono stati segnalati 2576, lo 0,8 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti. Le regioni con la più alta incidenza di morti sono state il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia-Romagna e la Toscana.
Anche negli ultimi sette giorni, come era successo nelle tre settimane precedenti, è stato confermato il netto calo dei contagi. Ne sono stati trovati 611mila, il 28,2 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti.
L’efficacia dei vaccini soprattutto contro le forme gravi della COVID-19 è stata confermata dagli ultimi dati pubblicati dall’Istituto superiore di sanità. Come si può notare, l’incidenza di contagi, ricoveri e decessi è molto più alta tra le persone non vaccinate rispetto a quelle che hanno ricevuto una protezione. È bene sempre specificare che questi dati vanno osservati con alcune accortezze: i giovani che vengono ricoverati e risultano positivi al coronavirus sono molto pochi, spesso non hanno bisogno di cure per la COVID-19 ma per altre patologie, e bastano piccole variazioni per influenzare il tasso di ricoveri indipendentemente dallo stato vaccinale.
In Italia finora quasi 50,6 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino, e di queste oltre 48,6 milioni risultano completamente vaccinate. Il 60,2 per cento della popolazione ha ricevuto la dose di richiamo.
Dopo la crescita avvenuta fino a metà gennaio, nelle ultime tre settimane c’è stato un calo delle somministrazioni dei richiami.