La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio di Matteo Renzi per l’inchiesta sulla fondazione Open
La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 11 persone, tra cui l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte irregolarità della Fondazione Open, che dal 2012 al 2018 finanziava parte delle attività di Renzi. La procura di Firenze ha chiesto anche il rinvio a giudizio dell’ex presidente della fondazione, Alberto Bianchi, e di alcuni componenti del consiglio di amministrazione: l’imprenditore Marco Carrai e i parlamentari Luca Lotti e Maria Elena Boschi. Gli inquirenti contestano a Renzi il reato di finanziamento illecito ai partiti, e agli altri indagati, a vario titolo, anche i reati di traffico di influenze, corruzione, emissione di fatture false e autoriciclaggio.
L’udienza in cui il giudice per l’udienza preliminare (GUP) deciderà se accogliere o meno la richiesta della procura e, nel caso, avviare il processo per Renzi e gli altri indagati si terrà il 4 aprile.
La Fondazione fu chiusa nel 2018 e si stima che nei suoi sei anni di vita abbia gestito circa 6 milioni di euro, usati in parte per sostenere i costi di organizzazione della “Leopolda”, gli appuntamenti degli alleati e dei sostenitori di Renzi organizzati a Firenze negli spazi dell’ex Stazione Leopolda.
L’inchiesta però si concentra su quasi 3,6 milioni di euro che secondo la procura di Firenze fra il 2014 e il 2018 sarebbero stati utilizzati «per sostenere l’attività politica di Renzi, Lotti e Boschi e della corrente renziana» del Partito Democratico.
Sono soldi che secondo la procura sono incompatibili con le attività di una fondazione politica, dato che furono utilizzati per organizzare eventi, partnership e altre iniziative con cui Renzi avrebbe consolidato la sua leadership all’interno del PD, di cui fu segretario dal 2013 al 2018. Per queste ragioni a Renzi viene contestato il reato di finanziamento illecito ai partiti: benché si limitasse a far parte del suo consiglio di amministrazione senza avere cariche dirigenziali, la procura lo considera il capo della Fondazione.