Il tribunale di Napoli ha sospeso in via cautelare l’elezione di Giuseppe Conte a presidente del M5S
Il tribunale di Napoli ha sospeso in via cautelare le due delibere con cui lo scorso agosto il Movimento 5 Stelle aveva introdotto una modifica dello statuto del partito e proposto l’elezione a presidente di Giuseppe Conte, entrambe approvate con un voto degli iscritti. Al momento non si sa quali conseguenze avrà concretamente la decisione del tribunale di Napoli, e ci si attende che Conte e il M5S facciano a loro volta ricorso. Secondo gli avvocati di chi ha fatto ricorso – un gruppo di attivisti di Napoli – le cariche dirigenziali sono ora «azzerate». Conte ha detto che la sua leadership «non dipende dalle carte bollate», e il M5S ha detto che ci sarà una nuova votazione, ma ancora non si sa quando.
Con la decisione di oggi il tribunale di Napoli ha accolto un reclamo presentato a ottobre da alcuni iscritti al M5S che avevano contestato la legittimità di quelle delibere, in particolare il fatto che gli iscritti al M5S da meno di sei mesi fossero stati esclusi dalla votazione, nonché la definizione della maggioranza necessaria per approvare la modifica dello statuto. Si erano anche opposti al fatto che Conte non fosse iscritto al M5S al momento della sua elezione e che fosse stato indicato come unico candidato alla presidenza. Il tribunale ha dato ragione ai ricorrenti, e ha quindi sospeso in via cautelare le delibere per «gravi vizi nel processo decisionale».
Il M5S ha fatto sapere attraverso un comunicato che era «già in programma, proprio in questi giorni, la convocazione di un’assemblea per sottoporre al voto degli iscritti alcune modifiche statutarie», e che «la ratifica delle delibere sospese in via provvisoria» sarà fatta votare a tutti gli iscritti, anche a quelli «con meno di sei mesi di anzianità».
La decisione del tribunale di Napoli è arrivata in un momento particolarmente complicato per il M5S, con uno scontro interno tra una corrente vicina a Conte e un’altra vicina al ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Pochi giorni fa Di Maio si era dimesso dal “comitato di garanzia” del partito, in polemica con Conte, alimentando le voci secondo cui prossimamente ci potrebbe essere una scissione del partito.