Come sarà il giuramento di Mattarella

Oggi pomeriggio, con rintocchi di campane, cannoni a salve, cortei e picchetti militari: la cerimonia ha una liturgia tutta particolare che si ripete ogni sette anni

Preparativi per il giuramento di Sergio Mattarella alla Camera
(ANSA/ UFFICIO STAMPA)
Preparativi per il giuramento di Sergio Mattarella alla Camera (ANSA/ UFFICIO STAMPA)

Così come l’elezione del presidente della Repubblica è contraddistinta da prassi e riti consolidati nel tempo, anche il giuramento di chi viene eletto è una cerimonia con una serie di regole e una liturgia tutta particolare fatta di picchetti militari, cortei presidenziali, cannoni che sparano a salve e rintocchi di campane. Oggi, alle 15:30, è atteso il giuramento di Sergio Mattarella che inizierà il suo secondo mandato esattamente nel giorno in cui scadeva il primo: Montecitorio è stata decorata per l’occasione con bandiere tricolori e drappi di velluto, in quella che sarà la seconda cerimonia di rielezione di un presidente nella storia repubblicana.

Quando accadde nel 2013 con Giorgio Napolitano, i cerimoniali della Camera e del Quirinale dovettero inventarsi alcuni accorgimenti per modificare la cerimonia, perché ci sarebbe una serie di passaggi che si devono svolgere tra il predecessore e chi ne prende il posto: per esempio la consegna del Gran cordone e delle insegne di Cavaliere di Gran Croce, che costituiscono la massima onorificenza della Repubblica italiana. Questa volta il cerimoniale potrà rifarsi al precedente di Napolitano.

Di solito il presidente appena eletto va a Montecitorio per giurare partendo da casa sua, ma Mattarella, come Napolitano prima di lui, partirà direttamente dal Quirinale. In questa fase tutti i passaggi sono gestiti dal cerimoniale della Camera dei deputati, e infatti in questa fase il segretario generale della Camera accompagna il nuovo presidente. Dal momento in cui il corteo parte cominciano i rintocchi le campane di Montecitorio, che suonano solamente in occasione del giuramento del presidente della Repubblica. Una volta segnavano l’inizio delle udienze, quando Montecitorio era sede dell’apparato amministrativo della Chiesa (la Curia romana).

Le campane smettono di suonare quando il presidente entra in aula e presta giuramento. Non appena il giuramento si conclude, le campane ricominciano e un rappresentante dell’esercito comunica con il colle del Gianicolo, dando ordine di far partire i tradizionali ventuno colpi a salve, sparati a ogni cerimonia di giuramento. Nel codice militare si sono affermati da secoli i colpi di cannone come forma di saluto, in molti paesi: è una tradizione che deriva dalle navi militari, che per segnalare le loro intenzioni pacifiche a terra sparavano sette colpi verso il mare. Di solito da terra si rispondevano con tre colpi per ogni colpo sparato dalla nave: ventuno, numero che poi si è affermato per i saluti militari nei confronti delle cariche più alte.

Una volta fatto il suo discorso di insediamento – Mattarella dovrebbe parlare circa 20 minuti – il presidente nel pieno delle sue funzioni esce e viene accolto da un picchetto d’onore e dalla banda militare.

A questo punto, il cerimoniale passa in carico al Quirinale: il corteo riprende quindi sull’auto presidenziale e la scorta è costituita dai Corazzieri a cavallo in alta uniforme, un reparto dei Carabinieri che fa da guardia d’onore del presidente della Repubblica. La Lancia Flaminia presidenziale è un’automobile d’epoca di cui esistono solo quattro esemplari, disegnati appositamente da Pininfarina tra il 1960 e il 1961. Rispetto al modello che era di serie, la Flaminia presidenziale è decappottabile, ha un passo allungato e rapporti speciali, adattati a una velocità ridotta per i cortei e le parate. Da quando furono prodotte sono sempre state utilizzate dalla presidenza della Repubblica.

I modelli di Flaminia presidenziale sono tutti blu notte e con i sedili in pelle nera: si chiamano Belfiore, Belvedere, Belsito e Belmonte (dai nomi di quattro cavalli purosangue che appartenevano alle scuderie all’epoca). Nel 2001 sono stati restaurati per volere del presidente Ciampi, che teneva molto ai simboli e ai riti istituzionali. Da allora la Flaminia viene utilizzata regolarmente alla parata del 2 giugno e il giorno dell’insediamento. Soltanto Belfiore e Belvedere sono ancora operative, mentre gli altri due modelli sono stati donati da Ciampi: Belsito al Museo della Motorizzazione militare di Roma e Belmonte al Museo dell’Automobile di Torino.

L’autorimessa del Quirinale (dal libro “Tutte le auto dei presidenti“, Gangemi Editore)

Questa fase del corteo, secondo la prassi, prevede anche la presenza del presidente del Consiglio, che accompagna il presidente della Repubblica all’Altare della Patria, in piazza Venezia, per omaggiare il Milite Ignoto. Da lì la Flaminia risale verso via IV novembre e va al palazzo del Quirinale, fermandosi al cortile d’onore dove è schierata una selezione di reparti delle varie forze armate. Il presidente le passa in rassegna – tra le altre cose è anche il capo delle forze armate – dopodiché il presidente del Consiglio, come gesto di cortesia, rimette il suo mandato “nelle mani” del nuovo presidente, il quale per prassi rifiuta le dimissioni.

A questo punto c’è la cerimonia di passaggio tra il presidente uscente e quello in carica. Nel momento in cui il nuovo presidente prende possesso della residenza, viene issato lo stendardo presidenziale, che sventola sul torrino del Quirinale assieme alla bandiera italiana e a quella dell’Unione Europea e che era tirato giù dal momento delle dimissioni del presidente uscente. Lo stendardo attualmente in uso fu introdotto da Ciampi nel 2000: contiene il blu delle forze armate, ha lo stemma repubblicano e riprende la forma della bandiera della prima Repubblica italiana di inizio Ottocento costituita da Napoleone.

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