In Italia le persone con più di 50 anni non vaccinate sono ancora molte
E da domani, martedì 1 febbraio, potrebbero ricevere la multa da 100 euro decisa dal governo all’inizio dell’anno
Da domani, martedì 1 febbraio, l’Agenzia delle Entrate inizierà a notificare le multe da 100 euro alle persone con più di 50 anni che non sono vaccinate con due dosi, come deciso dal governo all’inizio dell’anno. L’obbligo vaccinale era entrato in vigore l’8 gennaio, ma era stato deciso di dare tempo fino all’1 febbraio per mettersi in pari e fare il vaccino. Ad oggi le persone con più di 50 anni che non sono ancora vaccinate sono moltissime: 1,9 milioni, il 6,9 per cento del totale (pari a 27,8 milioni di persone).
Tra loro sono comprese anche le 200mila persone con più di 50 anni guarite da meno di 180 giorni che non si erano mai vaccinate, e che saranno sanzionabili dal 181esimo giorno dopo la guarigione.
L’obbligo finirà il 15 giugno 2022, e chi compie 50 anni fino al 15 giugno dovrà comunque rispettarlo (quindi il totale delle persone a cui si rivolge la norma cambierà nel corso del tempo).
La norma decisa dal governo prevede che sia sanzionabile non soltanto chi non è vaccinato, ma anche chi non ha completato il ciclo vaccinale secondo i tempi stabiliti: per esempio chi ha fatto la prima dose ma non la seconda, o chi ha fatto le prime due ma poi ha lasciato scadere il Green Pass e non ha fatto la dose di richiamo. C’è infatti da considerare che dall’1 febbraio il Green Pass vale 6 mesi dal completamento del ciclo.
In quest’ultima categoria rientrano 2,1 milioni di persone con più di 50 anni a cui non è stata ancora somministrata la terza dose e a cui da domani, oltre ad arrivare una possibile sanzione, scadrà il Green Pass. Al ritmo attuale di somministrazione delle terze dosi, comunque, questa quota di persone sanzionabili e senza Green Pass è destinata a ridursi in modo significativo nel giro di pochi giorni. Rimarranno soltanto le persone, una minoranza, che dopo aver completato il ciclo vaccinale hanno deciso di non ricevere il richiamo.
La regione con la più alta percentuale di persone non vaccinate con più di 50 anni è la Sicilia, dove l’11,3 per cento del totale non ha ricevuto nemmeno una dose. Questa percentuale è alta anche in Calabria, Abruzzo, Valle d’Aosta e Liguria. Le regioni in cui i non vaccinati sono di meno, invece, sono Puglia, Lazio, Molise e Toscana.
I controlli che verranno effettuati da martedì sono piuttosto semplici: verranno incrociati i dati delle persone residenti in Italia con quelli delle anagrafi vaccinali attraverso il sistema delle tessere sanitarie. La multa sarà notificata dall’Agenzia delle Entrate e dovrà essere pagata al ministero della Salute.
La persona multata avrà dieci giorni di tempo per inviare all’azienda sanitaria eventuali esenzioni dal vaccino, che non vengono comunicate dai medici di base a livello centrale e di fatto non risultano nella piattaforma vaccinale. Il decreto legge specifica che tra i motivi di ricorso ci può essere anche un’altra ragione «assoluta e oggettiva», come la mancanza di appuntamenti disponibili per la vaccinazione, eventualità comunque molto rara in questa fase della campagna vaccinale.
Sempre entro 10 giorni la persona che riceve la multa dovrà comunicare all’Agenzia delle Entrate di aver inviato una giustificazione all’azienda sanitaria. Entro altri successivi dieci giorni l’azienda sanitaria dovrà poi comunicare all’Agenzia delle Entrate se confermare la sanzione oppure no. Se l’azienda sanitaria confermerà la sanzione, l’Agenzia delle Entrate dovrà comunicare l’addebito alla persona multata entro 180 giorni.
La persona sanzionata avrà poi 60 giorni per pagare oppure 30 giorni per presentare un ricorso al giudice di pace. Nel caso di sentenza non favorevole del giudice di pace, questa persona potrebbe essere condannata al pagamento delle spese di giudizio. Avrebbe comunque poi la possibilità di presentare un ulteriore appello entro 30 giorni dalla notifica della sentenza del giudice di pace.
Se una persona decide di vaccinarsi dopo aver ricevuto la comunicazione dall’Agenzia delle Entrate dovrà comunque pagare la multa.
Ci sono poi diversi altri controlli che inizieranno a febbraio, e che riguardano i posti di lavoro.
A partire dal 15 febbraio, i lavoratori con almeno 50 anni saranno tenuti a presentare il Green Pass “rafforzato”, quello che si ottiene tramite vaccinazione o guarigione. La data del 15 febbraio è stata scelta perché i controlli e le sanzioni per chi non è vaccinato scatteranno solamente dal 1º febbraio; e dato che il Green Pass “rafforzato” viene emesso 14 giorni dopo aver ricevuto la prima dose, la data del 15 febbraio è la prima utile per poter effettuare i controlli.
Dal 15 febbraio, dunque, tutti i lavoratori con almeno 50 anni potranno accedere al posto di lavoro solo con il Green Pass “rafforzato”, mentre per quelli con meno di 50 anni basterà il Green Pass “base” (quello che si ottiene con un tampone negativo). I controlli spetteranno al datore di lavoro.
I lavoratori con almeno 50 anni che si presenteranno al lavoro senza Green Pass “rafforzato” saranno soggetti alle stesse sanzioni previste finora per chi non aveva il Green Pass “base”: una multa dai 600 ai 1.500 euro. Finché non otterranno il Green Pass “rafforzato”, inoltre, saranno considerati assenti ingiustificati: non avranno diritto allo stipendio ma avranno diritto a mantenere il proprio posto di lavoro.
Il governo ha introdotto l’obbligo vaccinale perché più persone si vaccinano, soprattutto tra le fasce d’età più anziane, e più aumenta la protezione della popolazione contro le forme gravi della COVID-19. I dati sui tassi di ricovero in ospedale, nei reparti di terapia intensiva e di mortalità pubblicati ogni settimana dall’Istituto superiore di sanità indicano chiaramente quanto sia più alto il rischio per chi non è vaccinato.