A Primolano la burocrazia ha fermato il sole
Il comune vicentino di Valbrenta vorrebbe installare due specchi per riflettere i raggi solari nella frazione quasi sempre all’ombra, ma il progetto è in ritardo
Durante l’inverno nella piazza principale di Primolano, una piccola frazione del comune di Valbrenta, in provincia di Vicenza, il sole non arriva quasi mai: compare intorno a mezzogiorno e se ne va poco dopo. Nel fondo della valle che collega Bassano del Grappa a Trento, Primolano aveva trovato un modo immediato, economico e piuttosto curioso per portare i raggi del sole in alcuni punti del paese sempre all’ombra: due specchi solari.
L’idea era promettente, già sperimentata in altri comuni, ma è stata bloccata da intoppi burocratici: prima alcuni vincoli per l’esproprio dei terreni dove installare uno degli specchi, poi la fusione tra i quattro comuni di Campolongo sul Brenta, Cismon del Grappa, San Nazario e Valstagna. Il nuovo comune, tuttavia, non ha abbandonato il progetto, che potrebbe essere recuperato anche come attrazione turistica in una valle bella e meno nota rispetto a molte altre al confine tra il Veneto e il Trentino-Alto Adige.
A Primolano abitano 150 persone, per lo più anziani. Guardando a ovest c’è la Valsugana; a sud, verso Bassano, la Val Brenta. È in una posizione infelice, nel fondo della valle, quasi irraggiungibile dal sole da inizio dicembre fino a febbraio. «In alcune zone del paese il sole non c’è mai, in altre solo per poche ore», dice Paolo Perini, che gestisce l’unico ristorante di Primolano. «Non è come stare in Canada, però in inverno il freddo si fa sentire: spesso siamo tra sette e quindici gradi sotto lo zero».
– Leggi anche: Il Sole come non lo abbiamo mai visto
Oltre alla mancanza di luce, qui i problemi sono gli stessi di molti altri paesi di montagna lontani dai centri più grandi. L’ultima bottega ha chiuso tre anni fa e da allora gli abitanti devono spostarsi per fare la spesa. In paese sono rimasti un ufficio postale che apre soltanto una volta alla settimana, un centro estetico e il ristorante di Perini: si dice che tra i suoi tavoli sia nata l’idea degli specchi.
Nel 2017, quando in comune si iniziò a discutere del progetto, molti pensarono fosse uno scherzo. Invece il sindaco Luca Ferazzoli iniziò a lavorarci sul serio.
Per studiare quali specchi installare e soprattutto dove installarli venne coinvolto Hans Grassmann, un fisico bavarese in Italia dal 1988, docente al dipartimento di Fisica dell’università di Udine. Grassmann ha brevettato un sistema chiamato “specchio lineare”, una struttura composta da più specchi che si orientano automaticamente per catturare i raggi del sole e convogliarli in un unico punto. A Primolano è stato ipotizzato di installarne due da 14 metri quadrati: il primo su una montagna che sormonta un tornante della strada statale, vicino alle Scale di Primolano, un sistema di fortificazioni risalenti all’inizio del Novecento; il secondo vicino alla piazza principale del paese.
Le funzioni dei due specchi sono diverse. Quello in piazza porterebbe sole nei punti all’ombra come la piazza stessa, la zona davanti alla chiesa, la piazza della locanda. Gli effetti del sole riflesso nelle piazze sarebbero trascurabili sulla temperatura, ma significativi per l’umore degli abitanti del paese.
Il secondo specchio, invece, consentirebbe di avere una fonte di energia. Lo “specchio lineare”, infatti, è costruito in modo tale da indirizzare i raggi verso contenitori dove essiccare la cosiddetta biomassa, cioè scarti agricoli, da cui ricavare “carbone solare”. Presentato così sembra essere un sistema piuttosto precario e dai benefici limitati, tuttavia è già stato sperimentato in altri comuni: a Pontebba, in Friuli Venezia Giulia, uno specchio lineare è stato inaugurato nel 2010 per produrre acqua calda durante tutto l’anno oltre a integrare il riscaldamento delle scuole primarie nei mesi invernali.
– Leggi anche: Il sole d’inverno riflesso a Rjukan
Non è inedita nemmeno l’idea di usare lo specchio come sole artificiale per illuminare le zone del paese all’ombra. Lo specchio più noto è stato installato nel 2006 a Viganella, nella Val d’Ossola, in Piemonte, dove ogni anno il sole scompare dall’11 novembre al 2 febbraio per via della posizione del paese, sul fondo della valle, come Primolano. Anche qui la struttura da quaranta metri quadrati si muove grazie a pistoni idraulici che governano l’inclinazione dello specchio per poter indirizzare i raggi verso il paese.
Tra le altre cose, Primolano saprebbe già come utilizzare il carburante ottenuto dagli specchi. Da qualche anno è stato recuperato il treno storico che viaggiava sulla linea ferroviaria Venezia-Trento, inaugurata nel 1910. La locomotiva a vapore, ripristinata dopo anni di abbandono, trasporta i passeggeri e molti appassionati di cicloturismo che arrivano a Primolano per percorrere la lunga pista ciclabile tra Bassano e Trento. Fino all’arrivo dell’epidemia, che ha fermato le corse, sul treno a vapore salivano 400mila turisti ogni anno.
Il “carbone solare”, così come è stato chiamato il prodotto dell’essicazione della biomassa, servirebbe come carburante per la locomotiva. «Alimentare il treno in modo più sostenibile è un’idea molto interessante anche come attrattiva turistica», continua Perini. «Anche se territorialmente marginale, la nostra valle ha iniziato ad attirare turisti attenti alla sostenibilità, alla natura e alla cultura».
Ma il sindaco di Valbrenta, Luca Ferazzoli, dice che il progetto è in una fase di stallo.
Dopo una prima approvazione di massima, l’amministrazione si è scontrata con l’impossibilità di ottenere l’area dai proprietari, non disponibili a cederla per far installare lo specchio. Il comune ha dovuto modificare il piano urbanistico per iniziare una procedura di esproprio, con una serie di vincoli e impedimenti causati da passaggi burocratici che hanno causato ritardi sui tempi previsti.
«Purtroppo lo specchio non si può mettere ovunque, altrimenti avremmo individuato un’altra area in meno tempo: noi sindaci ci dobbiamo scontrare con la realtà che è fatta anche di problemi burocratici e tempi lunghi», spiega Ferazzoli.
Negli ultimi anni, inoltre, il vecchio comune di Cismon del Grappa ha affrontato la delicata trafila che ha portato alla fusione con Campolongo sul Brenta, San Nazario e Valstagna e da cui è nato il nuovo comune di Valbrenta. Il percorso amministrativo, compresa la completa riorganizzazione dei servizi sul territorio, si è concluso nel gennaio 2019.
Con l’arrivo dell’epidemia, gli amministratori hanno dovuto pensare all’emergenza e il progetto degli specchi è finito in secondo piano. «Ma non è stato abbandonato, anzi proveremo a riprendere da dove lo avevamo interrotto», dice il sindaco, «per i piccoli comuni come il nostro è importante essere innovativi e in un certo senso diventare un laboratorio per idee che potrebbero aiutare altri territori».