L’EMA ha raccomandato il Paxlovid
L'Agenzia europea per i medicinali ha riscontrato risultati promettenti sul farmaco di Pfizer contro la COVID-19
L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha raccomandato l’impiego nell’Unione Europea del Paxlovid, il nuovo farmaco contro la COVID-19 sviluppato dall’azienda farmaceutica statunitense Pfizer. Nelle prossime ore la Commissione europea potrà quindi autorizzare l’utilizzo del medicinale aggiungendo una nuova importante risorsa per contrastare gli effetti del coronavirus.
Il Paxlovid era stato autorizzato alla fine dello scorso dicembre negli Stati Uniti, dove viene ormai impiegato regolarmente per trattare i casi di COVID-19, seppure con qualche problema nel reperimento del farmaco la cui produzione dovrebbe aumentare nei prossimi mesi.
I vaccini sono a oggi lo strumento più importante per tenere sotto controllo gli effetti della pandemia: finora si sono rivelati essenziali per ridurre i casi gravi di COVID-19, e di conseguenza i ricoveri in ospedale e i decessi. I farmaci come il Paxlovid possono comunque rivelarsi utili per le persone che si ammalano ugualmente e che sono più a rischio di sviluppare sintomi gravi. Ci sono inoltre fasce della popolazione che per altri problemi di salute non si possono vaccinare e sono quindi più esposte ai rischi della malattia.
Il Paxlovid è un antivirale che interferisce con le risorse impiegate dal coronavirus per replicarsi all’interno delle cellule delle persone infette. Il trattamento consiste nell’assunzione di due compresse due volte al giorno per cinque giorni tra Paxlovid e ritonavir, un altro farmaco antivirale sviluppato tempo fa contro l’HIV. Il ritonavir consente al Paxlovid di rimanere attivo più a lungo nell’organismo, portando a migliori risultati.
L’EMA ha raccomandato il Paxlovid sulla base dei dati raccolti in uno studio che ha coinvolto circa 2mila volontari, cui era stato somministrato il farmaco vero e proprio oppure una sostanza che non faceva nulla (placebo), entro cinque giorni dalla comparsa dei primi sintomi di COVID-19. Nel mese successivo, lo 0,8 per cento dei pazienti che avevano ricevuto il Paxlovid era stato ricoverato per più di 24 ore, contro il 6,3 per cento di chi aveva ricevuto il placebo. Nel gruppo con Paxlovid non erano stati riscontrati decessi, a differenza di quello con il placebo dove si erano verificate 9 morti.
La maggior parte dei partecipanti allo studio clinico aveva un’infezione da variante delta del coronavirus. Analisi successive svolte in laboratorio hanno mostrato la capacità del Paxlovid di contrastare la COVID-19 causata anche da altre varianti, compresa la omicron ora prevalente in buona parte dei paesi europei.