Neil Young ha chiesto di rimuovere la sua musica da Spotify, per protesta contro un podcast
In una lettera pubblicata sul suo sito e poi cancellata, ha criticato la piattaforma perché ospita il podcast antivaccinista di Joe Rogan
Martedì il cantante canadese Neil Young ha pubblicato sul suo sito e poi cancellato una lettera indirizzata al suo manager e alla sua etichetta discografica, per chiedere che la sua musica venga rimossa dalla piattaforma di streaming musicale Spotify. Nella lettera, Young ha accusato Spotify di diffondere tramite i suoi podcast informazioni false sui vaccini contro il coronavirus.
Le accuse di Young riguardano in particolare il podcast The Joe Rogan Experience, condotto da Joe Rogan, autore di podcast americano tra i più popolari al mondo, che più volte in passato ha espresso posizioni scettiche sui vaccini e promosso teorie del complotto e cure alternative screditate. Nella serata di mercoledì Spotify ha accolto la richiesta di Young e ha rimosso tutti i dischi del cantante dalla piattaforma.
Voglio che OGGI facciate sapere immediatamente a Spotify che voglio rimuovere tutta la mia musica dalla loro piattaforma. Lo sto facendo perché Spotify sta diffondendo false informazioni sui vaccini – causando potenzialmente la morte di chi crede alla disinformazione che stanno diffondendo. Fatelo subito e fatemi sapere immediatamente come procede. Possono avere Rogan o Young. Non entrambi.
Rogan, che nei mesi scorsi si era ammalato di COVID-19, e aveva detto di essersi curato con l’ivermectina, un farmaco solitamente usato per eliminare parassiti negli esseri umani, nei cavalli, nei bovini e in altri animali domestici. Nei mesi scorsi migliaia di persone negli Stati Uniti avevano utilizzato la versione destinata all’ambito veterinario, più facile da reperire e di solito più economica, credendo che potesse curare il COVID-19, quando in realtà non serve a nulla contro questa malattia.
Di recente inoltre Rogan era stato molto criticato per un episodio in cui aveva ospitato un medico antivaccinista. A dicembre aveva invitato in trasmissione il controverso virologo Robert Malone, che tra le altre cose aveva sostenuto che gli ospedali americani avessero ricevuto «incentivi economici» per diagnosticare false morti da COVID-19. Per quell’episodio 270 tra medici e esperti di salute statunitensi avevano inviato una lettera di protesta a Spotify definendo Rogan un «pericolo per la salute pubblica».
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