Joseph Ratzinger ha ammesso di aver fornito informazioni false durante l’indagine sugli abusi su minori avvenuti in Germania quando era arcivescovo di Monaco

Joseph Ratzinger nel 1992 (AP Photo)
Joseph Ratzinger nel 1992 (AP Photo)

Lunedì Joseph Ratzinger, il papa emerito Benedetto XVI, ha ammesso di aver fornito informazioni false nel corso dell’indagine che lo accusa di non aver preso provvedimenti adeguati su quattro casi di abusi sessuali su minori avvenuti tra il 1977 e il 1982, quando era arcivescovo di Monaco. Ratzinger ha detto che, contrariamente a quanto aveva dichiarato, era presente alla riunione del 15 gennaio del 1980 in cui si decise di trasferire all’interno della sua diocesi un prete che era stato accusato di abusi sessuali su minori, accuse di cui Ratzinger era a conoscenza: in precedenza Ratzinger aveva detto di non sapere delle accuse contro il prete.

Ratzinger ha però detto che nel corso di quella riunione fu deciso solo di dare alloggio al prete in questione, Peter Hullermann, per la durata del suo trattamento terapeutico, che si svolgeva proprio a Monaco, mentre non fu presa alcuna decisione sulla sua riassegnazione all’attività pastorale. Riassegnazione che poi era comunque avvenuta. Nel 1986 Hullermann era stato poi condannato per pedofilia, ma aveva continuato a lavorare in parrocchia anche negli anni successivi alla condanna.

Ratzinger ha detto che la dichiarazione errata non è stata fatta in malafede ma è stata «il risultato di una svista nella redazione della sua dichiarazione». Ratzinger ha anche fatto sapere che ulteriori dichiarazioni sulle circostanze della riassegnazione di Hullermann all’attività pastorale arriveranno una volta che avrà letto per intero i risultati dell’indagine.

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