L’infermiera di Piombino accusata di aver ucciso dieci pazienti è stata assolta in appello dopo che in primo grado era stata condannata all’ergastolo

L'infermiera di Piombino Fausta Bonino nel 2016
(ANSA/GABRIELE MASIERO)
L'infermiera di Piombino Fausta Bonino nel 2016 (ANSA/GABRIELE MASIERO)

Lunedì la Corte di Appello di Firenze ha assolto dall’accusa di omicidio plurimo volontario Fausta Bonino, l’infermiera accusata di aver ucciso dieci pazienti dell’ospedale di Piombino, in Toscana, tra il 2014 e il 2015. In primo grado, nell’aprile del 2019, Bonino era stata condannata all’ergastolo per aver ucciso quattro pazienti, e assolta dalle accuse di altri sei omicidi e da quella di abuso di ufficio.

Il giudizio è stato ribaltato dalla Corte di Appello che ha assolto Bonino per tutte e dieci le accuse di omicidio per non aver commesso il fatto: il procuratore generale Fabio Origlio aveva chiesto la condanna all’ergastolo per nove dei dieci casi contestati. Bonino è stata però condannata a un anno e mezzo di carcere con l’accusa di ricettazione, per alcuni farmaci trovati nella sua abitazione al momento di una perquisizione, che avrebbe preso dall’ospedale senza autorizzazione: questa pena è stata sospesa.

Della storia di Bonino si era molto parlato nella primavera del 2016, quando era stata arrestata la prima volta e accusata inizialmente di 13 omicidi di pazienti dell’ospedale in cui lavorava. La procura aveva accusato Bonino di aver somministrato loro dosi letali di eparina, un farmaco anticoagulante. Erano però circolati diversi dubbi sulla ricostruzione della procura e dopo alcune settimane Bonino era stata scarcerata a causa della vaghezza delle accuse. Nell’aprile del 2019 il Tribunale di Livorno aveva però giudicato Bonino colpevole di quattro omicidi e l’aveva condannata all’ergastolo.