Quello che rende speciale Kitzbühel
Come ogni anno dal 1967 la Coppa del Mondo di sci maschile è arrivata sulla pista austriaca, nella tappa più attesa e spettacolare della stagione
Il tennis ha Wimbledon, la Formula 1 il Gran Premio di Monaco e lo sci ha Kitzbühel, la cittadina austriaca che ogni anno ospita la tappa più attesa e spettacolare della Coppa del Mondo di sci maschile. L’edizione di quest’anno si disputa questo weekend, a due settimane dall’inizio delle Olimpiadi invernali di Pechino. Le gare sono iniziate venerdì con la vittoria del norvegese Aleksander Aamodt Kilde nella prima delle due discese libere in programma in questi tre giorni; lo slalom speciale è stato invece spostato da domenica a sabato per maltempo.
A Kitzbühel si scia sull’Hahnenkamm, la montagna che dà il nome all’omonimo trofeo assegnato sulla somma dei risultati della discesa libera e dello slalom speciale. Si iniziò a scendere dall’Hahnenkamm già tra l’Ottocento e il Novecento, e in quel periodo nacque lo sci club di Kitzbühel, che organizza il trofeo quasi ininterrottamente dal 1931. La competizione fu poi alla base della creazione della Coppa del Mondo per lo sci, di cui Kitzbühel ha sempre fatto parte fin dalla prima edizione del 1967.
A Kitzbühel hanno vinto e ci sono caduti i più grandi sciatori di sempre. Le gare, solo ed esclusivamente maschili, si disputano sulle piste Ganslern e Streif. La prima ospita lo slalom, sulla Streif invece si disputa la discesa libera. Quest’ultima è ritenuta la pista più spettacolare e impegnativa dello sci professionistico, tanto che anche lo svedese Ingemar Stenmark, il più vincente di sempre nelle specialità tecniche, ci volle gareggiare almeno una volta in carriera, anche se non era affatto la sua specialità.
Si parte da 1.665 metri di altitudine e si conclude dopo 860 metri di dislivello percorsi a picco sul ghiaccio fra una curva in contropendenza e l’altra: quasi come cadere nel vuoto. L’austriaco Franz Klammer, che ci vinse quattro volte, disse: «È come tuffarsi nell’acqua gelida senza saper nuotare». Si scende con una velocità media di 103 chilometri orari, con picchi di 150 nella parte finale che porta al traguardo.
Sulla Mausefalle («trappola per topi»), la parte iniziale del tracciato dove si trova il primo salto della pista, si arriva a una pendenza dell’85 per cento. A metà tracciato, sulla sponda Hausberg, si scia in diagonale: è il punto in cui si sono verificati alcuni degli incidenti più famosi. Come quello che fece nel 1995 l’italiano Pietro Vitalini, che arrivato nella foga di una prova iniziata male per un errore in partenza, fece un volo di un centinaio di metri rotolando addirittura fuori dalle barriere protettive. Non si fece incredibilmente niente: «Per la mia popolarità fu più importante cadere a Kitzbühel che ottenere tutti i risultati in carriera. Dopo quel volo atterrai su un letto di neve che attutì ogni colpo».
Per gli italiani è una pista di discreto successo. Dominik Paris è uno dei quattro sciatori ad averci vinto tre volte, fra il 2013 e il 2019. Di meglio hanno fatto soltanto gli austriaci Franz Klammer e Karl Schranz, quattro volte vincitori tra gli anni Sessanta e Settanta, e più di recente lo svizzero Didier Cuche, con cinque primi posti. Sulla Streif ci hanno vinto anche gli italiani Peter Fill e Kristian Ghedina. La spaccata in volo che fece quest’ultimo sul salto finale fa ormai parte della storia della pista.
In un anno normale la sola discesa libera attira oltre 40mila spettatori, assiepati lungo la pista e all’arrivo, dove gli organizzatori predispongono tribune mobili da circa 10.000 posti ciascuna. Se si contano tutte le gare del fine settimana, il numero complessivo degli spettatori può arrivare anche a sforare le 100mila presenze. L’organizzazione delle gare a Kitzbühel costa circa 6 milioni di euro all’anno, ma si calcola che l’indotto portato alla città dalla Coppa del Mondo si aggiri attorno ai 30 milioni di euro.
Come a Wimbledon per il tennis e a Monaco per la Formula 1, quando sono aperte al pubblico le gare attirano a Kitzbühel un pubblico speciale per una tappa di Coppa del Mondo di sci. L’ex pilota di Formula 1 Niki Lauda era una presenza fissa, così come lo sono ancora Arnold Schwarzenegger e Dietrich Mateschitz, proprietario della multinazionale austriaca Red Bull e tra gli sponsor principali dell’evento.