C’è stato un arresto nel caso di “Gigi Bici”
La donna che ritrovò il cadavere è accusata di tentata estorsione ai danni della famiglia della vittima: ma restano ancora molte cose da chiarire
A un mese di distanza dal ritrovamento del corpo di Luigi Criscuolo, conosciuto a Pavia come “Gigi Bici”, è stata arrestata Barbara Pasetti, con l’accusa di tentata estorsione. È la proprietaria della villa, un ex convento del 1600 a Calignano, frazione di Cura Carpignano, vicino a cui fu trovato il cadavere, e che fu coinvolta nella peculiare vicenda del suo ritrovamento. Ora è indagata con l’accusa di aver cercato di ricattare la famiglia di Criscuolo nei giorni precedenti al ritrovamento del cadavere, anche se non è chiaro se e quale ruolo potrebbe avere avuto nel rapimento e nell’uccisione dell’uomo.
Fu Pasetti il 20 dicembre ad avvertire la polizia raccontando che qualcuno le aveva citofonato dicendole di uscire dal cancello perché fuori era stato lasciato qualcosa che poteva interessarle. Pasetti disse alla polizia di non essere uscita ma che, qualche ora dopo, suo figlio di otto anni giocando a pallone fuori dal cancello di casa aveva trovato il corpo di Criscuolo. Aveva poi anche detto di aver trovato nella cassetta delle lettere una lettera indirizzata alla famiglia dell’uomo in cui si chiedevano soldi e che, nelle notti successive al ritrovamento, aveva ricevuto strane citofonate notturne nelle quali però nessuno parlava.
Giovedì la Procura di Pavia con un comunicato ha spiegato che la donna, che ha 44 anni e fa la fisioterapista, è stata arrestata con l’accusa di tentata estorsione. Nella nota, firmata dal procuratore Fabio Napoleone, è scritto che Barbara Pasetti «avrebbe fornito un contributo all’occultamento della salma e avrebbe cercato di trarre profitto dalla custodia della stessa nei pressi della propria abitazione».
L’abitazione di Barbara Pasetti è stata perquisita a lungo, poi la donna è stata portata in questura dove è stato condotto anche il suo ex marito. I poliziotti hanno controllato, con l’aiuto dei cani, tutti gli spazi della casa, compresi il grande giardino, un magazzino e il garage. Consulenti botanici hanno analizzato il terreno dove il 20 dicembre fu trovato il corpo di Criscuolo. Barbara Pasetti, dopo l’interrogatorio, è tornata a casa con i poliziotti per prendere gli effetti personali, quindi è stata arrestata.
Luigi Criscuolo scomparve da Pavia l’8 novembre scorso. Era conosciuto come Gigi Bici perché in passato aveva gestito un negozio di biciclette molto frequentato dagli studenti universitari. Quel giorno telefonò a due amici cercando di convincerli ad accompagnarlo fuori Pavia, dove pare avesse un appuntamento, ma nessuno dei due poté farlo. La sua auto, una Volkswagen Polo bianca, venne ritrovata la sera dello stesso giorno poco fuori dalla frazione di Calignano, vicino al fiume Olona. Aveva un finestrino rotto, dentro c’erano macchie di sangue e le due stampelle che Criscuolo usava per muoversi, dopo aver fatto un’operazione al ginocchio.
Le ricerche nei giorni seguenti in tutta la zona non diedero risultati.
Il 20 dicembre ci fu il ritrovamento del corpo. Barbara Pasetti disse alla polizia di aver ricevuto quella mattina la strana citofonata. Fu il figlio poi a trovare il cadavere, poco fuori dal cancello di casa, in una zona già battuta dalla polizia durante le ricerche. Gli investigatori, grazie ai tatuaggi sul collo, riconobbero subito Criscuolo: il corpo era in avanzato stato di decomposizione, coperto da poche foglie, aveva i pantaloni abbassati ed era senza scarpe. Era stato picchiato e ucciso con un colpo di pistola. Secondo i periti che svolsero l’autopsia, l’uomo era morto lo stesso giorno della sua scomparsa, l’8 novembre.
Barbara Pasetti disse di non conoscere Criscuolo e raccontò che lo stesso giorno del ritrovamento del corpo qualcuno aveva lasciato nella sua cassetta delle lettere una busta con una foto del corpo dell’uomo, il suo portafoglio e una lettera scritta al computer con vari errori grammaticali in cui si diceva che a Criscuolo era stato affidato il bottino di una rapina avvenuta anni fa nell’Oltrepò pavese: denaro e gioielli per circa 300mila euro che lui, secondo la lettera, non aveva restituito ai rapinatori. Per questo sarebbe stato ucciso.
Nelle ultime righe la lettera conteneva anche minacce di morte alla famiglia di Criscuolo, invitata a restituire i soldi.
Successivamente Barbara Pasetti disse che nelle notti dopo il ritrovamento del cadavere qualcuno le aveva citofonato senza però parlare e di aver trovato poi nella cassetta delle lettere un altro biglietto che lei aveva buttato nei campi senza leggerlo. Disse anche, intervistata dal Giorno: «Qualcuno mi segue, sotto la mia auto ho trovato un localizzatore GPS, temo che vogliano seguire i miei movimenti».
Ieri la Procura con un comunicato ha fornito alcuni elementi inediti che aiutano a ricostruire i passaggi della tentata estorsione, anche se ancora non è chiaro chi siano gli autori dell’omicidio né il movente. Una prima richiesta di denaro, esattamente 390mila euro, arrivò alla famiglia a fine novembre, molti giorni prima del ritrovamento del corpo. Ne seguirono altre, fino al ritrovamento del cadavere e alla comparsa, nella cassetta delle lettere di Barbara Pasetti, della missiva indirizzata alla famiglia.
Secondo la Procura, queste richieste di denaro sarebbero state fatte tutte da Pasetti.
«Gli accertamenti della squadra mobile della Questura di Pavia», è scritto nella nota della Procura, «sono proseguiti per ricostruire gli ultimi movimenti di Criscuolo sino a quando, a fine novembre, l’obiettivo degli investigatori si è ampliato perché è stata recapitata una prima richiesta estorsiva ai familiari, nella quale venivano chiesti 390mila euro per la liberazione del proprio congiunto. La prima richiesta è stata poi seguita da altre richieste estorsive che, ad oggi, sono state tutte ricondotte all’indagata poi tratta in arresto».
Gli investigatori devono ora capire perché quella cifra, 390mila euro, il ruolo eventuale di Barbara Pasetti nell’omicidio e il reale movente.