Il nuovo nome di Radio Padania Libera è Radio Libertà
Da giovedì 20 gennaio Radio Padania Libera, la radio storicamente legata alla Lega Nord, ha un nuovo nome: Radio Libertà. Non sono cambiati né il direttore, che resta Giulio Cainarca, né i conduttori. È invece cambiato il logo. «Si è concluso un ciclo, volge alla fine un’epoca storico-politica caratterizzata da un’evoluzione verso un sistema mediatico sempre meno pluralistico», c’è scritto sul nuovo sito della radio: «Le voci in realtà tendono sempre più a uniformarsi. Da qui la spinta verso una rifondazione del mezzo radiofonico che abbiamo cercato di mantenere vivo in questi anni. Rinnovamento nella continuità, dicevano i comunisti nel secondo dopoguerra. Facciamo nostro questo motto, con riferimento a quell’esigenza di “libertà” che abbiamo voluto mettere in grande evidenza nel nome della nostra testata giornalistica».
Il nome originario di quella che è oggi Radio Libertà era Radio Varese: nacque il 28 febbraio del 1976 su iniziativa del futuro leader della Lega Roberto Maroni. Gli editori erano Democrazia Proletaria (1976-1985) e il Partito Socialista Italiano (1985-1990). Nel 1990 Radio Varese divenne Radio Varese-Lega Lombarda, in seguito all’acquisto da parte della Lega Lombarda di Umberto Bossi che ne fu editrice fino al 1997, quando l’emittente cambiò di nuovo nome diventando Radio Padania Libera (RPL).
Tra il 1999 e il 2013 il direttore fu Matteo Salvini. Nel 2016, la Lega Nord decise di cedere la concessione comunitaria e parte degli impianti per trasmettere RPL sul territorio nazionale a Lorenzo Suraci, imprenditore calabrese proprietario di RTL 102.5, Radio LatteMiele e Radio Zeta. RPL aveva da lì in poi continuato a trasmettere in streaming e attraverso frequenze locali, sostenendosi attraverso ricavi pubblicitari e donazioni, senza interventi finanziari della Lega e senza finanziamenti pubblici.