Sul Quirinale è tutto fermo
Il centrodestra è bloccato sulla candidatura di Berlusconi, mentre l'incontro tra centrosinistra e Movimento 5 Stelle non ha risolto granché
Sia i partiti di centrodestra che di centrosinistra stanno facendo fatica a trovare un accordo di sostanza non soltanto su un nome, ma anche su come muoversi in vista dell’imminente elezione del presidente della Repubblica. A quattro giorni dalla prima votazione è normale che i leader non parlino apertamente dei candidati o delle candidate a cui stanno pensando, ma tanto i partiti di centrodestra quanto Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sembrano essere a un punto morto anche su quale strategia adottare.
Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia non hanno ancora sciolto il nodo della candidatura di Silvio Berlusconi, mentre il vertice di centrosinistra che si è tenuto mercoledì ha avuto come principale risultato una dichiarazione congiunta pubblicata sui social network, ma nessuna strategia concreta.
La situazione nel centrodestra non è cambiata molto rispetto a una settimana fa. All’inizio di questa settimana si era parlato di un rallentamento della cosiddetta “operazione scoiattolo” con cui Berlusconi sta cercando di trovare i voti che gli mancano per provare a farsi eleggere, chiamando di persona i parlamentari, ed era sembrato che fosse sul punto di rinunciare. Poi martedì Berlusconi ha fatto sapere di non aver ancora deciso se “sciogliere la riserva” o meno, come si dice in questi casi, cioè se annunciare apertamente la propria candidatura. E il Corriere della Sera di oggi scrive che con ogni probabilità il vertice di centrodestra che doveva tenersi prima di sabato verrà rinviato.
Sempre secondo il Corriere, quella di Berlusconi sarebbe una mossa per prendere tempo. Ci sono infatti ancora alcune incognite: non si sa bene cosa intende fare il centrosinistra ed è ancora da decidere se potranno votare o no i parlamentari positivi al coronavirus, che attualmente sono nell’ordine di decine, un numero in certi casi sufficiente a decidere un’elezione.
Non sciogliendo la riserva, Berlusconi da una parte continua ad accentrare l’attenzione mediatica su di lui, e dall’altra impedisce ai suoi alleati – Matteo Salvini e Giorgia Meloni – di proporre una candidatura meno divisiva e che sia votabile anche da PD e M5S, che hanno detto più volte di non ritenere Berlusconi un candidato accettabile.
Da parte loro, i leader del centrosinistra – Giuseppe Conte, Enrico Letta e Roberto Speranza – si sono incontrati mercoledì per discutere di un nome condiviso da candidare al Quirinale. Subito dopo l’incontro i tre hanno pubblicato su Twitter un breve comunicato, tutti allo stesso momento, che diceva: «Lavoreremo insieme per dare al Paese una o un presidente autorevole in cui tutti possano riconoscersi. Siamo aperti al confronto». Secondo i retroscena, Conte, Letta e Speranza non avrebbero parlato di possibili candidati o candidate. Dopo l’incontro, parlando con la stampa, sia Conte che Letta hanno detto in sostanza che la candidatura di Berlusconi non verrà presa in considerazione.
Della questione del voto dei parlamentari positivi si parlerà giovedì mattina in una riunione dei capigruppo parlamentari alla Camera, convocata mercoledì dal presidente Roberto Fico, ma dovrà esprimere un parere anche il ministero della Salute.
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