I dati sul coronavirus in Italia di oggi, giovedì 20 gennaio
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 188.797 casi positivi da coronavirus e 385 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 21.357 (169 in più di ieri), di cui 1.698 nei reparti di terapia intensiva (10 in più di ieri) e 19.659 negli altri reparti (159 in più di ieri). Sono stati analizzati 287.950 tamponi molecolari e 822.316 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 20,32 per cento, mentre quella dei test antigenici del 17,07 per cento. Nella giornata di mercoledì i contagi registrati erano stati 192.320 e i morti 380.
Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Lombardia (33.676), Veneto (21.833), Emilia-Romagna (20.140), Campania (16.977), Piemonte (15.328).
Le principali notizie della giornata
• Da oggi, giovedì 20 gennaio, per accedere ai servizi legati alla persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici è obbligatorio avere almeno il cosiddetto Green Pass “base”, ovvero la certificazione che si ottiene dopo essere risultati negativi a un tampone per il coronavirus. Le nuove restrizioni sono state stabilite nel decreto entrato in vigore lo scorso 8 gennaio e si applicano anche per le visite e i colloqui con le detenute e i detenuti che vivono negli istituti penitenziari, sia adulti che minori.
• Nell’ultima settimana c’è stato un calo dei nuovi ingressi in terapia intensiva, il primo dopo la crescita iniziata con l’arrivo della quarta ondata, a metà ottobre; ma c’è stato anche un significativo incremento dei morti e un’ulteriore crescita dei contagi, anche se molto inferiore rispetto a quella registrata nelle ultime settimane. Nonostante i contagi siano ancora moltissimi, più di 1,2 milioni, gli effetti della rapida diffusione del virus sono molto diversi rispetto a un anno fa: sia perché omicron ha una capacità inferiore di causare sintomi gravi, sia per i benefici dei vaccini, che hanno consentito di proteggere la maggior parte della popolazione dalle forme gravi della COVID-19. Ne abbiamo parlato meglio qui.
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