Agli atleti delle Olimpiadi di Pechino è stato detto di lasciare i telefoni a casa
Alcuni comitati olimpici occidentali lo consigliano per evitare eventuali monitoraggi, quello italiano ha detto che non lo farà
Il Comitato olimpico statunitense ha consigliato agli atleti che parteciperanno ai Giochi invernali di Pechino di lasciare il loro telefono a casa per non rischiare di essere monitorati durante la permanenza in Cina. In un documento contenente le linee guida sulla partecipazione alle Olimpiadi ottenuto dal Wall Street Journal e da USA Today è stato inoltre consigliato di familiarizzare con l’uso di reti private (VPN) che consentono almeno in parte di schermare il traffico internet.
Gli atleti americani non sono stati gli unici a ricevere consigli simili. Il comitato olimpico britannico ha offerto ai suoi membri dei telefoni temporanei, ma non vieterà loro di usare i propri. Un portavoce ha detto al Guardian: «Abbiamo fornito agli atleti e allo staff consigli pratici per scegliere se portare o meno i propri dispositivi personali. Se preferiranno non portare la propria attrezzatura, forniremo loro dispositivi temporanei». Tutte le persone coinvolte nei Giochi, dagli atleti al personale di servizio, dovranno infatti avere un dispositivo mobile con MY2022, l’app che tra le altre cose verrà utilizzata per conservare documenti personali e informazioni sanitarie.
Il comitato olimpico olandese e quello canadese hanno adottato la linea di quello statunitense, e forniranno agli atleti e al personale telefoni e pc che verranno disattivati al termine della manifestazione. In Italia il CONI «non ha dato consigli di alcun genere né documenti» ai membri della sua delegazione.
Quattordici anni fa la Cina ospitò la sua prima edizione dei Giochi olimpici. Allora però erano ancora piuttosto in uso i normali telefoni cellulari e i vari dispositivi mobili non erano né diffusi né utilizzati come oggi. Per le Olimpiadi invernali che iniziano il 4 febbraio il governo di Pechino ha promesso ai partecipanti l’accesso a Internet parzialmente libero nelle zone della manifestazione e la sospensione del cosiddetto Great Firewall che normalmente blocca l’accesso a piattaforme e social network diffusi altrove come Facebook e YouTube.
Le ambasciate cinesi nei paesi citati hanno inoltre definito «completamente infondate» le preoccupazioni espresse in questi giorni dai comitati olimpici, che però continuano a essere insistenti. Larry Diamond, ricercatore all’Università di Stanford, ha detto a Bloomberg di essere d’accordo con l’uso di cellulari secondari da parte degli atleti durante la permanenza in Cina, «dove si sta costruendo il più sofisticato stato autoritario di sorveglianza digitale».
Nel frattempo il comitato organizzatore dei Giochi di Pechino, dopo aver vietato la presenza di spettatori stranieri, ha deciso di non vendere biglietti al pubblico residente in Cina per non rischiare di aumentare i contagi nel paese, dove è in atto la strategia “zero-COVID” e le restrizioni si intensificano anche in presenza di lievi aumenti. Il comitato organizzatore consentirà l’accesso alle sedi delle gare soltanto a gruppi selezionati di spettatori.
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