L’asta per il Casino dell’Aurora a Roma è stata un fallimento
La dimora che ospita un'opera di Caravaggio era stata valutata 471 milioni, ma non ci sono state offerte
L’asta per aggiudicarsi il Casino dell’Aurora, la dimora storica di Roma che ospita l’unica pittura murale conosciuta attribuita a Caravaggio, si è conclusa senza aggiudicazione.
Nelle scorse settimane la notizia che il Casino era stato messo all’asta con una valutazione di 471 milioni di euro, grazie ai suoi capolavori, era circolata molto sia sui giornali italiani che su quelli internazionali; si diceva che al suo acquisto fossero interessate alcune fra le persone più ricche del mondo, tra cui l’imprenditore e filantropo statunitense Bill Gates ed emiri e sultani miliardari. All’asta però non ha partecipato nessuno, e ora c’è grande incertezza su quello che succederà in futuro.
Il Casino di Villa Boncompagni Ludovisi si trova tra Via Vittorio Veneto e Trinità dei Monti, a due passi dal parco di Villa Borghese, ed è l’unico edificio rimasto dell’antica Villa Ludovisi, che tra il Seicento e l’Ottocento occupò un’ampia area che andava da Porta Pinciana a Porta Salaria (da cui il nome del rione, Ludovisi). Fu costruito nel 1570 per volere del cardinale Francesco Maria Del Monte e venne acquistato nel 1621 dalla famiglia nobile dei Ludovisi, che ne è tuttora proprietaria; è conosciuto anche come Villa Aurora o Casino dell’Aurora per via dell’omonimo affresco del Guercino che si trova nel suo salone principale.
Per partecipare all’asta, che partiva da una base di 353 milioni di euro, le persone interessate dovevano registrarsi online entro la mezzanotte tra lunedì e martedì. L’asta però si è chiusa senza aggiudicazione perché non ha partecipato nessun offerente.
L’opera attribuita al Caravaggio, il nome con cui era noto il pittore lombardo Michelangelo Merisi, si chiama “Camerino di Giove, Nettuno e Plutone o Gabinetto alchemico” e raffigura appunto Giove, Plutone e Nettuno intorno al globo terrestre, sopra al quale sono disegnati anche i segni zodiacali. È dipinta a olio sul soffitto di una stanza, è lunga circa 2,75 metri e si ritiene che gli fosse stata commissionata nel 1597.
Nonostante un giardino molto ben curato e i numerosi capolavori che ospita, tra cui diverse sale affrescate, vari busti marmorei e sculture di epoca romana, la caratteristica più unica del Casino – nonché quella che secondo gli esperti aveva contribuito maggiormente alla sua valutazione – era proprio quella di avere un’opera attribuita a Caravaggio e diversa da tutte le altre.
Negli ultimi anni il principe Nicolò Boncompagni Ludovisi e la principessa Rita Jenrette Boncompagni Ludovisi, la sua terza moglie, avevano aperto la dimora per visite al pubblico e cene esclusive nel tentativo di finanziare le ingenti spese di manutenzione e restauro dell’immobile. Nel 2018, dopo la morte del principe, si era però aperta una lunga contesa sull’eredità della proprietà tra la principessa e i tre figli del principe, nati dal suo primo matrimonio: per questo alcuni mesi fa il Casino era stato messo all’asta.
Un avvocato della principessa Boncompagni Ludovisi ha detto che l’asta è stata riprogrammata per il prossimo 7 aprile con un prezzo di partenza più basso del 20 per cento. Dal momento che il Casino è stato dichiarato bene di interesse culturale, tuttavia, c’è la possibilità che lo Stato italiano intervenga ed eserciti il diritto di prelazione, bloccandone la vendita a privati: il ministero della Cultura avrà 60 giorni di tempo per decidere se acquistare l’immobile al prezzo dell’offerta.
Nel frattempo, la soprintendenza speciale di Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma ha chiesto il restauro dei beni architettonici e artistici dell’edificio. Il costo stimato dei lavori è di circa 11 milioni di euro: una cifra che è stata sottratta dal valore della base d’asta, visto che saranno a carico del futuro acquirente.
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