Le prime foto da Tonga dopo lo tsunami
Mostrano edifici distrutti e ampie distese di ceneri prodotte dall'eruzione del vulcano sottomarino: le informazioni sui danni sono però ancora molto poche
Le squadre di soccorso neozelandesi hanno diffuso le prime foto di un’isola di Tonga particolarmente colpita dallo tsunami che si è creato sabato a causa dell’eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha’apai, e che ha raggiunto molte aree costiere dell’arcipelago. Al momento le comunicazioni con Tonga continuano a essere in gran parte interrotte, e lunedì un aereo militare neozelandese ha sorvolato varie aree dell’arcipelago dell’oceano Pacifico per cercare di stabilire i danni: sia le prime foto che le immagini satellitari raccolte finora mostrano strade allagate, edifici distrutti e ampie aree ricoperte dalle ceneri vulcaniche prodotte dall’eruzione.
Durante il volo di ricognizione, sono state scattate alcune foto dell’isola di Namuka, che si trova una sessantina di chilometri a nord-est del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai e circa 130 chilometri a nord di Tongatapu, l’isola principale dell’arcipelago. Secondo le analisi delle immagini satellitari raccolte dall’UNITAR (l’Istituto delle Nazioni Unite per la Formazione e la Ricerca) quasi tutti gli edifici di Namuka sono stati ricoperti di ceneri vulcaniche e 41 dei 104 individuati sono stati danneggiati.
Le immagini satellitari evidenziano una situazione simile nelle isole di Fafaa e Pangai, vicine a Tongatapu, che sono state a loro volta parzialmente allagate e ricoperte di cenere. Alcuni edifici sembrano non aver subito grossi danni, mentre altri sembrano essere collassati per via dell’impatto delle onde.
L’UNITAR ha detto che ci sono stati notevoli danni infrastrutturali anche nella parte occidentale di Tongatapu, dove abita il 70 per cento dei circa 105mila residenti di Tonga (un arcipelago di 169 isole in cui quelle abitate sono 36). Le immagini mostrano anche che la pista dell’aeroporto internazionale di Fua’amotu, sempre a Tongatapu, è ricoperta di ceneri e allagata in alcuni punti. Un portavoce dell’ONU ha detto che c’è grossa preoccupazione per due isole minori con poca elevazione sul livello del mare, Mango e Fonoi, dove secondo i voli di ricognizione i danni sono stati notevoli.
Viste le comunicazioni con l’arcipelago quasi del tutto interrotte da sabato, non è ancora stato possibile fare una stima precisa dei danni o conoscere concretamente l’entità delle conseguenze dei disastri naturali.
This map shows the damages of #Tongaeruption in Nomuka village as of 17 January:
🔹104 structures were analyzed in the cloud-free area, almost all the structures were covered with ash, 41 were identified as damaged
➡️https://t.co/OQxJ8lZZG2#HungaTongaHungaHaapai #TongaVolcano pic.twitter.com/ffAzqRzEkj— UNOSAT (@UNOSAT) January 17, 2022
L’eruzione di sabato è stata particolarmente violenta: ha mandato gas a molti chilometri nell’atmosfera e ha provocato un boato che è stato sentito anche in Nuova Zelanda, a 2.300 chilometri di distanza. Sono state registrate onde anomale e ci sono stati danni in varie aree dell’oceano Pacifico, anche a migliaia di chilometri di distanza.
Per effetto dello tsunami, le linee internet che servono Tonga sono state danneggiate in almeno due punti, e potrebbero volerci settimane per ripararle. Il servizio telefonico locale è stato in parte ripristinato ma gran parte delle comunicazioni con le squadre di soccorso straniere viene gestita attraverso chiamate satellitari.
Tra le altre cose, martedì la ministra degli Esteri della Nuova Zelanda, Nanaia Mahuta, ha detto che la cenere vulcanica che si sta depositando sull’aeroporto internazionale, vicino alla capitale Nuku’alofa, è un problema per le operazioni di soccorso: le piste infatti dovranno essere ripulite per permettere l’atterraggio dei mezzi stranieri.
Sempre martedì il ministero degli Esteri ha confermato la morte di due persone, tra cui una donna di cittadinanza inglese. Le autorità di Tonga non hanno diffuso la loro identità, ma secondo la sua famiglia una di queste è Angela Glover, che viveva a Tonga dal 2015 col marito James, ed era stata trascinata via dalle onde mentre cercava di salvare i propri cani. La famiglia ha detto a Sky News che il corpo di Glover è stato ritrovato dal marito.
Data la difficoltà degli aerei militari di raggiungere le isole dell’arcipelago, il governo neozelandese ha fatto partire due navi che trasportano acqua e altri beni essenziali e ha stanziato in totale 1 milione di dollari neozelandesi (circa 590mila euro) in aiuti umanitari. Anche l’Australia sta predisponendo l’invio di mezzi di soccorso.