Cosa fare di tutta questa cenere
È il problema che devono affrontare gli abitanti dell'isola di La Palma, ora che l'eruzione del vulcano Cumbre Vieja è finita
Il 25 dicembre, dopo dieci giorni di scarsa attività, l’eruzione del vulcano Cumbre Vieja, a La Palma, nelle Canarie, è ufficialmente finita. Ora però gli abitanti dell’isola devono affrontare un nuovo problema: cosa fare con i milioni di metri cubi di lava e cenere che ancora coprono parte del suo territorio. Lo racconta un articolo del Guardian.
L’eruzione del Cumbre Vieja – la più lunga nella storia conosciuta di La Palma dal 1585 – era cominciata lo scorso 19 settembre: negli 85 giorni successivi ha causato la distruzione di 1646 edifici (di cui 1.318 abitazioni), 73 chilometri di strade e 369 ettari di coltivazioni. Più di 7mila persone sono state evacuate e tra loro 2.300 hanno perso la propria casa. La colata lavica, inoltre, ha creato un grande “delta” sul mare nella parte occidentale dell’isola, nell’area di Las Hoyas.
Negli ultimi giorni, circa 2000 delle persone evacuate sono state autorizzate a tornare nelle loro case. Molte di loro le hanno trovate con strati di cenere finissima che coprivano tetti, verande, cortili, piante. «È una battaglia continua» racconta un abitante dell’isola: «oggi la pulisci, domani il vento ne accumula di nuovo qualche centimetro».
I tentativi di raccogliere la cenere, in realtà, stanno procedendo con qualche risultato, e quella rimossa viene accumulata in un’ex cava e in altri luoghi dell’isola individuati per questo scopo. La rimozione della lava, invece, si sta rivelando molto più complicata, perché la lava conserva il calore e, come ha spiegato la geologa Inés Galindo al Guardian, in alcune parti raggiunge ancora i 100 gradi di temperatura.
Quando la lava si raffredderà – un processo che potrebbe richiedere mesi – potrebbe essere più facile costruirci sopra che spaccarla e rimuoverla.
Per capire come impiegare tutto questo materiale vulcanico e far sì che diventi una risorsa, i ricercatori, tra le altre cose, stanno studiando la storia dell’arcipelago. A Lanzarote, per esempio, l’eruzione del 1730 lasciò l’isola coperta di materiale vulcanico poroso, in grado di mantenere l’umidità del terreno. Questo permise agli abitanti di piantare le particolarissime vigne per cui ancora oggi l’isola è famosa.
I ricercatori di La Palma stanno quindi analizzando le proprietà della cenere per capire se sia possibile utilizzarla come fertilizzante, oppure come materiale per costruire case, strade e ponti sull’isola (con una tecnica in realtà molto simile a quella con cui i Romani avevano utilizzato per le loro costruzioni il materiale vulcanico generato dalle eruzioni del Vesuvio). Per avere risposte, però, ci vorrà ancora qualche mese.